giovedì 30 aprile 2015

Cooperazione internazionale, un corso alla sede del Cerisdi

CERISDI Palermo e COOPI Milano propongono il I Corso di Introduzione alla Cooperazione internazionale "Il mestiere del Cooperante: opportunità e sfide di una professione poco conosciuta". Il 7 e 8 maggio 2015 nella sede del Cerisdi al Castello Utveggio dalle ore 9 – 17. C'è tempo fino alle ore 14 del 5 maggio per inviare le adesioni! (clicca sull'immagine per ingrandirla)

mercoledì 22 aprile 2015

Presentata a Roma l'autoconvocazione del volontariato italiano. Si comincia il 9 maggio

“Siamo qui per presentare un evento straordinario nella storia del volontariato italiano che sta attraversando, come il Paese, una fase storica complicata.” Così ha esordito Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, presentando l’iniziativa di auto convocazione che, a partire dall’evento del 9 maggio a Roma, proseguirà in un percorso articolato, e in costruzione, almeno fino al 5 dicembre 2015, Giornata internazionale del Volontariato.
La crisi economica, sociale, culturale e politica che investe il Paese richiama alla necessità ed al protagonismo del vasto mondo della solidarietà che raccoglie 4,5 milioni volontari ed esprime centinaia di migliaia di organizzazioni. “L’auto convocazione - ha proseguito Barbieri - vuole rappresentare un momento di impatto, un’espressione forte di quello che il volontariato vuole essere in questa fase storica. Per questo non è pensato come una sola giornata, ma come un percorso partecipato che consentirà al volontariato di essere protagonista, di esprimersi e di proporre la propria agenda. Crediamo di essere ora nel momento giusto per la realizzazione di questo percorso”.
"La proposta di legge uscita dalla Camera non tiene in alcun conto valori, richieste e proposte del volontariato organizzato" ha evidenziato Emma Cavallaro presidente della ConVol aggiungendo "Siamo stati auditi ma non siamo stati ascoltati. La Convenzione delle Nazioni Unite sulla discriminazione delle persone con disabilità si intitola «Niente su di noi senza di noi», un forte messaggio che ben rappresenta i sentimenti del volontariato organizzato. Ci sembra che il welfare si stia trasformando in un investimento su qualcuno che potrà contribuire al sistema produttivo e quindi non sia più tutela dei diritti delle persone più fragili".
“Vogliamo dare voce al volontariato, una realtà diffusa in tutto il Paese in modo eterogeneo ma capace di esprimere valori condivisi come il dono, la gratuità, la partecipazione e la responsabilità che sono il presupposto su cui costruire l’Italia che verrà. - ha dichiarato Stefano Tabò, presidente di CSVnet. Nella Riforma del Terzo Settore abbiamo visto evaporare il principio di sussidiarietà nella gestione dei Centri di Servizio; chiediamo che venga riconosciuta l’identità e l’autonomia del Volontariato, non solo la sua capacità di rispondere operativamente ai bisogni sociali”.
“Il 9 maggio - ha affermato Enzo Costa, Coordinatore della consulta del volontariato presso il Forum - il volontariato italiano alzerà la voce per dire le sue ragioni, che poi si traducono in ‘valori’, dal momento che sinora la politica italiana non lo ha fatto. Noi crediamo che il volontariato, che coinvolge milioni di cittadini, sia una pratica storica diffusa in tutto il Paese, e in quanto tale, un grandissimo patrimonio da sostenere e valorizzare. Il 9 maggio lanceremo un segnale, avremo una rappresentanza con molte facce e molte voci per dare espressione a questo Paese”.
L'auto convocazione del volontariato italiano è promossa da Forum Nazionale del Terzo Settore, Consulta del Volontariato presso il Forum, Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il volontariato (CSVnet), Conferenza permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato (ConVol), Caritas Italiana e Centro Nazionale Volontariato (CNV).
L’appuntamento è per il 9 maggio, dalle ore 10.00 alle 17.00 presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, Università di Roma (via Salaria 113).‎

Clicca qui per scaricare il documento “Il Volontariato italiano si auto convoca”

Immigrazione, l'ennesima mobilitazione spontanea dei siciliani

Tutti a ringraziare, a tessere le lodi, ad evidenziare generosità e disponibilità di Lampedusani, Siciliani, ecc. Intanto, nessun intervento di carattere "strutturale" e le emergenze vengono gestite grazie agli sforzi e alla solidarieta dei soliti "noti": associazioni di volontariato, Terzo settore, Caritas, Comitati spontanei, singoli cittadini. E se non ci fossero loro?
Qui sotto l'articolo di Repubblica Palermo del 22 aprile 2015 che racconta gli sforzi della solidarietà siciliana (clicca sull'immagine per ingrandirla).

martedì 21 aprile 2015

9 maggio, a Roma autoconvocazione del volontariato

L'iniziativa lanciata da CSVnet, Convol, Forum del Terzo settore, Caritas Italiana, Centro Nazionale per il Volontariato punta a evidenziare il ruolo fondamentale del volontariato nel sistema Italia. Qui sotto la nota di convocazione della conferenza stampa di presentazione (clicca sull'immagine per ingrandirla).

L’anello debole, 188 opere in concorso. E un premio alle campagne su web

Sono 188 le opere in concorso (su 193 pervenute) per l’edizione 2015 del premio L’anello debole. I lavori ammessi alla prima selezione sono così suddivisi nelle quattro sezioni del premio: 32 audio cortometraggi, 74 video cortometraggi della realtà, 38 video cortometraggi di fiction, 44 video “cortissimi” (realtà e fiction). Sette i paesi di provenienza delle opere: Brasile, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna. Estremamente variegati i temi affrontati nei lavori proposti, con una frequenza particolare per disabilità, carcere, immigrazione, Africa e le problematiche ambientali, tra inquinamento e sostenibilità.
La prima selezione è già in corso di svolgimento: fino alla fine di aprile una commissione formata da una trentina di persone della Comunità di Capodarco, tra cui membri della redazione di Redattore sociale, selezionerà i lavori da sottoporre alla giuria di qualità, presieduta quest’anno dal giornalista (e ideatore del premio) Giancarlo Santalmassi. In totale saranno 18 gli esperti suddivisi nelle 4 sezioni previste dal bando ai quali spetterà la scelta delle opere finaliste: oltre al presidente e al direttore artistico del premio Andrea Pellizzari, l’elenco comprende Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, Giovanni Anversa, giornalista e dirigente di Rai 3, Claudio Astorri, conduttore e consulente radiofonico, Claudio Canepari, regista, produttore e autore televisivo, Antonella Cappabianca, critica televisiva e fotografa, Massimo Cirri, conduttore radiofonico (Caterpillar), Pino Corrias, giornalista e scrittore, Daniela De Robert, giornalista Tg2, Gianluca Nicoletti, giornalista, conduttore radiofonico, Daniela Persico, critica cinematografica e regista, Fabio Rimassa, direttore de La3 Tv, Stefano Rulli, sceneggiatore e regista, Andrea Segre, regista, Daniele Segre, regista, Corrado Virgili, art director cinema d’animazione, Dario Zonta, critico cinematografico, sceneggiatore.
I giurati di qualità avranno a disposizione circa un mese per scegliere le opere finaliste, che saranno poi sottoposte alla votazione di una giuria popolare durante il Capodarco l’Altro festival, in programma dal 22 al 27 giugno 2015 sulla terrazza della Comunità di Capodarco di Fermo, nelle Marche, con un ricco cartellone di eventi. Durante lo stesso evento la giuria di qualità assegnerà due nuovi premi speciali: il primo è quello alla migliore campagna sociale che abbia utilizzato prevalentemente il web per la sua diffusione; c’è tempo fino al 28 aprile per le segnalazioni, che vanno inviate via mail alla segreteria del premio L’anello debole. Il secondo premio speciale, indetto dalla società Ecopneus, sarà per il miglior video (tra quelli selezionati per il concorso), dedicato a tematiche ambientali e in particolare alle questioni del riciclo riuso e della cosiddetta “circular economy”.
Il programma del festival è in via di definizione e l’organizzazione è a cura di Redattore sociale. Media partner dell’edizione 2015: corriere.tv e affaritaliani.it.
Informazioni: 0734.681001 info@capodarcolaltrofestival.it.

Riforma del Terzo settore. Intervista a Carlo Vimercati, Consulta nazionale dei CoGe

Dopo la prima lettura e l'approvazione del testo di Legge delega che passa al Senato, la Riforma del Terzo settore assume contorni più precisi su cui si esprime il Presidente della Consulta nazionale dei CoGe. Il testo è tratto dal sito della Conculta (www.consultacoge.it).

Con la recente approvazione alla Camera la legge delega per la riforma del Terzo settore è al giro di boa; le impostazioni di fondo e alcune risoluzioni del legislatore appaiono ormai delineate in modo compiuto e, in attesa della seconda lettura del provvedimento prevista prossimamente al Senato, si è aperto il campo a valutazioni e osservazioni da parte degli addetti ai lavori del settore. Come sempre molto articolate e di vario segno. Abbiamo incontrato Carlo Vimercati, Presidente della Consulta nazionale dei Comitati di gestione, per raccogliere una sua riflessione su quanto previsto dalla legge delega in materia di Centri di servizio e “dintorni”.
D. Presidente Vimercati, quale futuro vede per i Centri di servizio al volontariato alla luce del testo di riforma licenziato dalla Camera?
R. Per iniziare con una battuta direi che innanzitutto dovremo cambiargli il nome. Una delle novità più rilevanti della riforma in corso di approvazione è infatti l’allargamento della platea di destinatari delle attività dei Centri di servizio: non più solo le organizzazioni di volontariato ma tutti gli enti ricompresi nell'ambito del terzo settore. Quindi, stando alla definizione della stessa legge delega, un bacino di utenza ben più vasto e differenziato.
D. Un bene o un male secondo lei?
E’ difficile dare una risposta univoca. Si tratta di una decisione squisitamente politica, e come tutte le decisioni di questo tipo sottende valutazioni di priorità che possono variare a seconda del punto di vista. Certo con questa scelta, abbinata credo non a caso alla non chiara indicazione sulla titolarità della governance dei Csv (ndr: nella L. 266 questa è invece chiaramente attribuita al volontariato), si modificano alcuni equilibri tra le diverse componenti del terzo settore, con evidenti vantaggi per quelle fino ad oggi escluse dal raggio d’azione dei Csv; una parte del mondo del volontariato considera questo un arretramento per sé, e manifesta una certa inquietudine. Io non voglio entrare in questa discussione poiché penso che siano gli attori direttamente interessati a doversi confrontare per comporre le divergenti valutazioni. Osservo però, su un piano più tecnico, che l’allargamento di cui si parla implica un cambiamento di grande portata per i Csv, che ne investirà il profilo economico, organizzativo e gestionale. Io penso che non tutti i Csv siano oggi attrezzati per affrontare questo processo di trasformazione: servirà quindi un'attenta opera di supporto, accompagnamento e monitoraggio.
D. Serviranno più fondi?
Non necessariamente. La legge delega conferma il sistema di finanziamento dei Csv basato sulla contribuzione delle Fondazioni di origine bancaria in grado di assicurare, come avvenuto sino ad oggi, risorse importanti al sistema. Risorse che se gestite in modo efficiente e ben finalizzato sono più che sufficienti per una significativa azione di supporto infrastrutturale rivolta a una platea molto ampia di soggetti. Certo, in mancanza di una chiara delimitazione delle funzioni dei Csv è evidente che essi tenderebbero a espandere sempre di più la propria azione, e con essa il fabbisogno di risorse, in una rincorsa senza fine.
D. Si riferisce forse al sostegno di iniziative territoriali solidali, previsto dalla legge delega tra le finalità assegnate ai Csv?
Esattamente. Si tratta di un'espressione piuttosto ambigua … bisognerebbe precisare meglio cosa si intende per “sostegno”. In passato con questo termine si è dato spazio, in alcune regioni, a una vera e propria attività erogativa dei Csv per il finanziamento di progetti delle organizzazioni di volontariato. Un'attività che io non ho mai condiviso per tre fondamentali ragioni: per i potenziali conflitti di interesse generati all'interno dei Csv, per i rischi di uno sviamento dei Csv dalla loro naturale funzione di produttori di servizi, per l'impropria sovrapposizione con l'attività erogativa svolta dalle Fondazioni. Se con la nuova legge si intendesse avvalorare questa interpretazione sarebbe quindi a mio avviso un grave errore.
Di profilo ben diverso sarebbe invece un “sostegno” inteso come preparazione e accompagnamento delle organizzazioni alla progettazione delle proprie iniziative sul territorio. Mi auguro pertanto che nel testo finale della legge delega l'attuale formulazione sia rivista, o eliminando tout court il riferimento al sostegno di iniziative solidali tra le possibili finalità dei Csv (attività che può ben essere ricompresa tra le altre previste nel testo), o quanto meno precisandone meglio il senso in modo da escludere comunque la possibilità per i Csv di svolgere attività erogativa diretta.
D. Un altro punto cruciale della legge delega riguarda il controllo dei Csv: una funzione che tocca da vicino i Comitati di gestione. Che giudizio dà su questo punto?
Direi luci e ombre. Da un lato registro la positiva affermazione del principio che i Csv debbano essere assoggettati a un controllo “terzo”. La delega infatti affida il controllo dei Csv a organismi regionali e nazionali. Sebbene il loro profilo strutturale e organizzativo non sia meglio precisato, mi pare fuori da ogni dubbio che nella visione del legislatore questi soggetti debbano essere chiaramente distinti e autonomi rispetto agli stessi Csv. La separatezza tra la figura del controllore e quella del controllato è un principio di buona gestione pacificamente riconosciuto in qualunque ambito amministrativo e aziendale, ma in materia di Csv esso è stato spesso oggetto di contestazione in ragione di un male inteso, quando non pretestuoso e autoreferenziale, principio di autonomia del volontariato nella gestione dei fondi della L. 266. La legge delega sgombra il campo da queste posizioni, evidenziando inoltre che il controllo dovrà riguardare le attività e la gestione dei Centri, e quindi essere non meramente formalistico ma orientato a verificare il raggiungimento dei risultati attesi. Sono impostazioni che i Comitati di gestione sostengono da sempre, e sono ovviamente soddisfatto di vederle riaffermate nel disegno di riforma.
D. Ha parlato anche di ombre: quali sono?
La più evidente è la mancata indicazione della fonte di copertura degli oneri dell'attività di controllo. La legge delega esclude che questi costi possano essere imputati alle disponibilità rivenienti dal “quindicesimo” delle Fondazioni, ma non indica da quale altra provvista si debba attingere. Questa “dimenticanza”, in verità piuttosto clamorosa, rischia di vanificare quanto di positivo ho appena detto riguardo all'impostazione generale dell'attività di controllo. Il messaggio che rischia di passare è che, al di là delle affermazioni sulla carta, non vi sia reale interesse ad attivare un'efficace azione di controllo dei Csv; poiché è del tutto evidente che, pur con tutte le dovute attenzioni all'economicità degli strumenti da implementare, nessuna attività può essere compiutamente svolta senza un'adeguata dotazione di risorse. Parlo naturalmente di dotazione di risorse non per pagare compensi ai componenti dell’organismo di controllo, cosa non è mai avvenuta in tutta l’esperienza dei Coge i cui componenti operano su base volontaria (cioè totalmente gratuita), ma per coprire le spese di una pur minima struttura tecnica che è indispensabile per il serio assolvimento della funzione. Credo che su questo punto sia veramente necessario migliorare il testo uscito dalla Camera; la soluzione attualmente prevista dalla L. 266/91, che ricomprende le spese dei controlli tra le destinazioni del quindicesimo delle Fondazioni, mi sembra francamente più corretta e realistica.
D. Come si collocano i Comitati di gestione nel nuovo disegno di sistema?
In questo momento è difficile dare una risposta. Ho detto poco fa che la legge delega non qualifica in alcun modo gli organismi regionali e nazionali da preporre al controllo. Mi pare però di poter dire che nel richiamo ad organismi regionali di controllo vi sia stata un'ispirazione piuttosto forte e diretta all'esperienza dei Coge. D'altra parte una valutazione onesta e imparziale del percorso compiuto dai Csv sino ad oggi non può negare l'importante funzione di accompagnamento svolta dai Coge, e il contributo da essi dato alla maturazione e allo sviluppo dei Csv stessi. E' un'esperienza che a mio avviso non dovrebbe essere dispersa, pur con gli aggiornamenti e adattamenti del caso. Penso che la riforma possa essere l'occasione per lanciare una versione 2.0 dei Coge, e credo che i Comitati attuali siano pronti a raccogliere la sfida del cambiamento.
D. Abbiamo lo spazio per un'ultima osservazione.
Da uomo di Fondazione non posso non rilevare che ancora una volta il fondamentale contributo delle Fondazioni nel settore non viene messo della dovuta evidenza. Si tende a darlo per scontato, omologandolo a uno stanziamento della finanza pubblica e non invece, come si dovrebbe, a presentarlo come una forma di contribuzione di soggetti privati impegnati, anche attraverso questo canale, all’assolvimento di una funzione sociale di primario rilievo. Purtroppo devo constatare che nell’art. 5 del testo approvato alla Camera, che disciplina la materia di cui stiamo discorrendo, la parola Fondazioni non c'è mai scritta.

lunedì 20 aprile 2015

Bisogno urgente di indumenti, biancheria e alimenti

Il Centro Astalli di Palermo, come tutti i centri di accoglienza immigrati della Sicilia, è in gravi difficoltà visto l'improvviso arrivo di centinaia di migranti.
Si chiede aiuto a tutti coloro che vogliono e possono contribuire.
L'immediata urgenza è di vestiario: biancheria intima, canottiere, magliette, maglioni e giacche ma anche asciugamani e lenzuola di tutte le dimensioni.
La maggior parte dei richiedenti sono uomini, giovani e di piccola e media taglia; ugualmente le donne di piccola e media taglia.
L'emergenza è per il vestiario, ma il Centro Astalli che normalmente e quotidianamente fornisce la prima colazione ad una trentina di immigrati in questi giorni ha esaurito le scorte di qualsiasi tipo di cibo; si accetta quindi qualsiasi tipo di cibo attinente ad una prima colazione: latte, biscotti ecc.
Chi volesse consegnare di persona, il Centro Astalli si trova in Piazza 40 Martiri - quartiere Albergheria Ballarò - a Palermo. In alternativa si può contattare Paolo Guttadauro 348-6433453 per concordare il ritiro.

Presentazione del Campo di Volontariato Internazionale Passione civile organizzato da Emmaus Italia

Lunedì 20 aprile, alle ore 11.00, presso il Comune di Palermo (Palazzo delle Aquile), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del Campo di Volontariato Internazionale Passione Civile, organizzato da Emmaus Italia in collaborazione con Libera e Legambiente. L’evento – aperto alla cittadinanza e ai media – verrà introdotto da Franco Monnicchi, Presidente di Emmaus Italia, e interverranno, oltre al Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e al presidente della IV Commissione alle Politiche Sociali dello stesso Comune Giusi Scafidi, Giovanni Pagano di Libera e i rappresentanti delle molte realtà sociali coinvolte nel progetto.
Il campo – il cui media partner sarà il network de «Il Redattore Sociale» – è stato ideato e promosso da Emmaus Italia in collaborazione con numerosi soggetti da tempo operanti sul territorio locale: Addiopizzo, Agesci, Altrodiritto, Angologiro, Arci Palermo, Apriti Cuore, Asgi, Atletica Berradi, Caritas Palermo, Centro Danilo Dolci, Contaminando Bios, Core, Domus Carmelitana, Famiglia Comboniana, Handala, Istituto Don Calabria, Laboratorio Zen Insieme, Lievito, Lunaria, Mediterraneo di Pace, Officina 22, Osservatorio «Nourredine Adnane», Palermo Ciclabile, Per Esempio, Pro.vi.de Regina della Pace Onlus, Comunità Salesiana Santa Chiara, Parco del Sole, Centro Sociale San Francesco Saverio, Associazione Culturale San Giovanni Apostolo. All’accoglienza dei volontari durante lo svolgimento del campo contribuiscono anche l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, l’Istituto Onnicomprensivo Giovanni Falcone, l’Istituto Tecnico Vittorio Emanuele III e il Liceo Linguistico Ninni Cassarà.
Passione civile si svolgerà dal 5 luglio al 30 agosto. Chi intende prendervi parte ha la possibilità, al momento dell’iscrizione, di scegliere il periodo di partecipazione tra gli otto turni previsti. Durante il campo ogni partecipante sarà coinvolto, tra le altre cose, nell’attività di raccolta di materiale usato presso i privati: il materiale verrà successivamente venduto in occasione dei mercatini organizzati in date prestabilite, e il denaro ricavato sarà utilizzato per finanziare progetti e attività di utilità sociale.
I volontari potranno così condividere in pieno lo stile di vita impresso al movimento Emmaus dal suo fondatore, l’Abbé Pierre, i cui valori sono quelli della cittadinanza attiva, della promozione della legalità, dell’attenzione all’altro e all’ambiente, della lotta nonviolenta a favore dei diritti dei più deboli, della costruzione di una società che sia davvero in grado di arginare e combattere le cause della miseria, dell’ingiustizia e della sofferenza; il tutto all’interno di un contesto scandito da momenti di formazione e da numerose attività culturali e di animazione sociale, il cui scopo è coinvolgere in maniera concreta e partecipante i residenti di diversi quartieri della città. L’idea di fondo è quella di sostenere e promuovere, nel tessuto urbano di Palermo, gli spazi sociali esistenti positivi e alternativi all’intolleranza, al degrado, al disagio e all’illegalità, e di farlo grazie a un’opportunità unica nel suo genere per i partecipanti: è infatti la prima volta che viene organizzato nell’isola un evento di tali dimensioni e significato.
Ogni volontario ha quindi la possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente dal punto di vista umano, rivolta allo scambio e all’arricchimento personale nel solco delle tematiche della solidarietà, della collaborazione e dell’accoglienza, che sono poi i capisaldi fondanti dell’agire quotidiano di Emmaus.
Per ogni tipo di informazione (modalità di iscrizione, scelta del turno settimanale di partecipazione, programma generale e attività giornaliere previste) è necessario visitare il sito www.emmaus.it.

mercoledì 15 aprile 2015

Palermo è una città amica delle donne? Politiche e azioni per le donne e la città

Il 20 aprile 2015 alle ore 16,30 nella Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile a Palermo, "Le Onde" Onlus organizzano l'incontro "Palermo è una città amica delle donne? Politiche e azioni per le donne e la città".
Con questa iniziativa si vuol promuovere un approfondimento e un confronto sulla concretezza delle politiche per le donne di questa città e su come queste influiscano sulla vita quotidiana. Si vogliono evidenziare e comprendere i motivi per assistiamo all’arresto delle politiche avviate a favore ed in aiuto alle donne e dei/delle loro figli/e, e ancora di più delle donne sole. Verrà proposto il “caso” delle donne vittime di violenza maschile e delle serie difficoltà dell'associazione "Le Onde" come emblematico per la qualità della vita per Palermo. Infatti, le socie, le operatrici e le volontarie credono e lavorano per una città dove le donne che soffrono violenza possano esprimere le proprie potenzialità e vivere libere dalla violenza, dove la storia, l’esperienza, la qualità e la professionalità siano riconosciute.
L'approfondimento ed il confronto partirà da una breve analisi dei dati del centro Antiviolenza, della condizione vissuta dalle donne nella nostra città in base alle difficoltà che vivono in assenza di servizi adeguati per loro e per i loro figli/e; della situazione in cui versa il welfare nella città di Palermo; della situazione in cui versano i servizi per i minori e i servizi di cura; della necessità di rivedere il rigido utilizzo del D.Lgs. 163/2006 come unica forma per l’affidamento delle attività sociali; delle politiche per il lavoro delle donne; delle azioni di prevenzione della violenza.
E' stato chiesto alle Consigliere comunali, al Garante per l'infanzia e l'adolescenza, al Presidente del Cesvop, alle associazioni di donne ed al no profit di portare un contributo fattivo che offra l'opportunità di analizzare le questioni che rischiano di creare una perdita di luoghi, storia e qualità prodotti in tema e anche di elaborare proposte comuni.
La parola chiave sarà "responsabilità", declinata nelle forme che appartengono alle pratiche politiche e professionali, ma anche di cittadinanza e di qualità dei servizi e della vita della città.
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Le Onde Onlus
Via XX Settembre 57
90141 Palermo
tel e fax 0039091327973
e-mail leonde@tin.it

Palazzo occupato, disagi per la sede del CeSVoP

Il sito di Repubblica Palermo il 10 aprile 2015 riprende la notizia dei disagi creati dall'attuale situazione del palazzo in cui ha sede il CeSVoP. Qui sotto l'articolo (clicca sull'immagine per ingrandirla) che si collega all'appello lanciato da alcune organizzazioni di volontariato per una Casa del Volontariato a Palermo (clicca qui per leggerlo ed eventualmente aderire).

venerdì 10 aprile 2015

Riforma del Terzo Settore: il commento di CSVnet

L’approvazione del DDL delega sulla Riforma del Terzo Settore ci consente di comprendere l’idea con la quale il legislatore sta delineando ruolo e funzioni dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV).
Ciò che emerge dai lavori della Camera è che l’iter legislativo apre a soluzioni potenzialmente incongruenti con il naturale sviluppo del sistema in essere e, soprattutto, con gli interessi del Volontariato.
Ci pare che, nel complesso, sia proprio il Volontariato italiano a rischiare di vedere ridimensionate quelle attenzioni che gli dovrebbero essere riconosciute a ragione delle decine di migliaia di organizzazioni e dei milioni di volontari che ogni giorno fanno sentire la loro presenza radicata in tutto il Paese.
Speriamo che il passaggio in Senato possa precisare il lavoro della Camera, di cui abbiamo apprezzato le finalità nonché il tentativo di perseguire il necessario cambiamento.
Con riferimento ai Centri di Servizio auspichiamo, in particolare, che continuino ad essere governati dalle organizzazioni di volontariato; che venga riconosciuta la rappresentanza nazionale di CSVnet in una logica di sistema; che venga garantito un meccanismo equo per il finanziamento dei CSV in tutte le regioni.
Chiediamo inoltre l’uniformità regolamentare su tutto il territorio nazionale e, non ultimo, il riconoscimento della promozione delle attività di volontariato quale finalità specifica del nostro mandato.
Per quanto ci riguarda, dobbiamo constatare che non è arrivata con la necessaria chiarezza ed efficacia all’aula parlamentare l’esperienza maturata in circa 20 anni di attività e l’attesa di oltre 30mila organizzazioni di volontariato a cui quotidianamente i nostri CSV rivolgono i propri servizi.

Per conoscere il testo approvato dalla Camera dei deputati clicca qui

venerdì 3 aprile 2015

Dimenticare la guerra. Appello per l'ospitalità estiva di bambini ucraini

L'associazione L'Aquilone, da anni impegnata nell'accoglienza estiva di bambini dell'Europa dell'Est, lancia un appello e una proposta alle famiglie che volessero ospitare in estate i minori che provengono dall'Ucraina in guerra.
In questi ultimi mesi, a seguito del conflitto che ha coinvolto una parte dell’Ucraina, è aumentato in modo significativo il numero di bambini che necessitano di interventi di risanamento, riabilitazione e riposo da trascorrere lontano dai luoghi di guerra.
Inoltre, dal mese di gennaio del corrente anno, circa un milione di persone è stato evacuato dalle zone coinvolte nel conflitto e tra queste, circa 123 mila minori sono stati trasferiti in istituti situati in altre zone del paese.
Per questo motivo il Ministero delle Politiche Sociali dell’Ucraina - organo centrale del Governo responsabile dei progetti di risanamento dei minori - ha richiesto attraverso le rappresentanze diplomatico-consolari presso alcuni Paesi, fra i quali l’Italia, una collaborazione supplementare con riferimento alla realizzazione di interventi solidaristici rivolti ai minori che si trovano ad affrontare questa difficile situazione.
Alla luce di tale situazione, l’Associazione di volontariato L’Aquilone onlus in stato di bisogno, lancia un appello a famiglie a strutture, ad ospitare per il periodo estivo, bambini che hanno subito la tragedia della guerra.

Per info: Associazione L’Aquilone Onlus - Cecilia Dorangricchia telefono: 3294168441 oppure 3472204724

Una domenica di primavera all'Eremo di San Felice

Domenica 12 aprile 2015, l'Associazione Amici di San Felice organizza una giornata all'insegna della natura e della riflessione, con la proiezione del docufilm "Biagio", sull'esperienza di Biagio Conte.
Per maggiori informazioni clicca qui

giovedì 2 aprile 2015

Prima seduta della Camera per discutere la Legge delega per la Riforma del Terzo settore

L'1 aprile 2015 la Camera dei Deputati ha cominciato ad esaminare il testo di Legge delega proposto dalla Commissione Affari Sociali. Qui sotto la sintesi della seduta così come la propone il settimanale Vita. La discussione in aula riprende l'8 aprile 2015. Per leggere il resoconto stenografico della prima giornata di lavori sulla Riforma clicca qui.

Donata Lenzi (Pd, relatrice per la maggioranza): « La prima cosa che abbiamo fatto è stato definire il terzo settore, in modo dare ad esso una forte identità. Dopo lunga e approfondita discussione, abbiamo detto che il terzo settore è il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche che senza scopo di lucro promuovono e realizzano attività di interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, conseguiti anche attraverso forme di mutualità, in attuazione del principio di sussidiarietà, in coerenza con le finalità statutarie. Non rientrano in questa categoria i sindacati, le associazioni di categoria, i partiti politici. Una definizione in positivo, invece che una in negativo – settore no profit –, che cerca di definire anche un confine nel quale non a tutti e non tutti sono meritevoli di attenzione o la richiedono; quindi c’è un campo per la libertà di associazione e uno per gli enti del terzo settore che qui vengono riconosciuti».
Marco Rondini (Lega Nord, relatore di minoranza): «Prima di ogni altra argomentazione, è doveroso criticare la ratio stessa del presente disegno di legge che intende classificare come terzo settore tutto ciò che non fa parte dei primi due. I principi generali di questo provvedimento, infatti, delineano un sistema del no profit sostitutivo del settore pubblico e alimentato da agevolazioni fiscali e donazioni dei privati. È la prospettiva del welfare residuale in cui l'impresa sociale potrà intervenire anche in settori quali la formazione universitaria e l'assistenza sanitaria. In sostanza, si apriranno ancora di più le porte alla privatizzazione del welfare e in particolare in due settori che sino ad oggi hanno comunque mantenuto un forte impianto pubblico: la sanità e l'istruzione».
Giulia Grillo (Movimento 5 Stelle, relatrice di minoranza): « Vorrei spiegare perché il MoVimento 5 Stelle è preoccupato non tanto da quelle parti della riforma necessarie, quindi la revisione e il coordinamento della normativa esistente eccessivamente frammentaria e a volte eccessivamente complessa, che si sovrappone in alcune parti, così come la revisione dei registri e tutta la parte del controllo. Addirittura, ieri c’è stata la battuta che questa sembra una legge grillina, perché si parla molto di verifica e controllo, ma noi pensiamo che ciò sia nell'interesse di tutti i cittadini, soprattutto per la parte del terzo settore che interverrà nel pubblico, perché, per carità, nel privato, alla fine, non dico che possono fare quello che vogliono ma è un loro diritto potere essere liberi nel modo di gestire le loro risorse; però, sicuramente, nel momento in cui accedono a finanziamenti e risorse pubbliche – poiché, come dirò, i finanziamenti e le risorse pubbliche sono una fetta enorme –, allora, in quel caso, crediamo che la verifica e il controllo siano una battaglia del MoVimento 5 Stelle, ma una battaglia di democrazia e di tutti. Quindi, se è un po’ grillina questa riforma, siamo anche un po’ contenti, in questo senso. Questa riforma prende le mosse da un tavolo di lavoro in ambito G8, che penso sia stato anche finanziato dal Governo, la task force del Social impact investment istituita in ambito G8, presieduta da Giovanna Melandri, tra gli altri, che appunto analizza questo concetto di finanza sociale».
Marisa Nicchi (Sel, relatrice di minoranza): «L'intenzione della riforma è giusta: quella di riformare e riordinare la normativa; è sicuramente lodevole e condivisibile e noi condividiamo l'intenzione di affrontare, in modo organico, una materia che coinvolge soggetti differenti che sono stati, nel corso del tempo, in continua trasformazione, senza mai una vera strategia ed un coerente assetto istituzionale. Condividiamo l'esigenza di mettere ordine in una confusione che caratterizza un puzzle di norme sedimentate al di fuori di un disegno complesso ed organico. Il lavoro che ha svolto la Commissione, collettivo, è stato certamente un passo in avanti in questa chiarezza; tuttavia, noi siamo molto critici su un punto che emerge da questa discussione, da questo confronto e da ciò che discutiamo oggi, ossia sulla virata che emerge verso una linea improntata ad una filosofia imprenditoriale e privatistica che si palesa in alcune scelte esplicite e in alcuni significativi vuoti».
Silvia Giordano (Movimento 5 Stelle): «La grande differenza rispetto alla legislazione vigente, nonché grande punto di contrasto critico per il MoVimento 5 Stelle, è la ripartizione degli utili. Le imprese sociali sono state sempre, fino ad ora, caratterizzate dall'assenza di scopo di lucro; è, infatti, vietato il lucro soggettivo: il profitto non dev'essere distribuito a soci, associati e partecipanti. In particolare, attualmente la legge prevede un vincolo positivo di destinazione degli utili e il divieto di distribuzione degli utili e delle riserve anche in modo indiretto. Purtroppo, questo divieto non viene cancellato e noi siamo del tutto contrari – in parte lo ha spiegato anche la collega Grillo e lo riprenderemo anche nel corso dell'esame degli emendamenti – perché così si va a creare un profitto, nonché una concorrenza sleale, come è stato detto anche nella relazione dell’Antitrust e nel parere della Commissione attività produttive, e si va in una direzione totalmente opposta rispetto a quella che dovrebbe caratterizzare il terzo settore, tanto che anche la Corte dei conti ha detto che, aggiungendo la distribuzione e ripartizione degli utili, si va pian piano a distaccare l'impresa sociale dalla definizione che noi stessi abbiamo dato del terzo settore».
Edoardo Patriarca (Pd): «Mi preme qui ribadire alcuni punti di valore, se così possiamo chiamarli, che mi fanno dire che questo passaggio parlamentare rappresenti per la società civile italiana e, in particolare, per le organizzazioni del terzo settore, una riforma che ha la consistenza, la densità di una vera e propria riforma costituzionale, che riguarda proprio la proposta di una nuova infrastrutturazione di quella società civile anch'essa parte integrante della nostra Repubblica e riconosciuta tale dagli articoli 2 e 118 della Carta. In particolare, l'articolo 118 afferma che: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività d'interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà». Non è un disegno di legge delega che vuole semplicemente fotografare l'attuale terzo settore: sarebbe un'operazione troppo semplice, si presenterebbe come un'operazione di basso profilo, poco ambiziosa, forse inutile per il Paese. È una riforma che guarda avanti, una riforma che intende fornire gli strumenti necessari affinché i cittadini possano svolgere responsabilmente una cittadinanza attiva e operosa per il bene comune».
Francesca Bonomo (Pd): «Onorevoli colleghi, io penso che quest'oggi veramente si apra una fase fondamentale per il nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda anche il rilancio dello strumento del Servizio civile nazionale, che viene reso uno strumento universale. Uno strumento che potrà dare l'opportunità a 100 mila giovani all'anno, a partire dal 2017, di fare un'esperienza formativa, di difesa della patria, di fare un'esperienza veramente utile per la comunità alla quale i nostri giovani appartengono. Questa riforma, proprio in ordine al Servizio civile universale, ha associato, da un lato, l'importanza e il voler dare qualcosa alla storia del Servizio civile, che come noi sappiamo – e rispondendo così anche alla sollecitazione del MoVimento 5 Stelle – è diverso da altri strumenti, perché non è un contratto di lavoro, non è lavoro, non è volontariato: il Servizio civile nazionale appunto nasceva nel 2001, come concorrente rispetto alla difesa armata. Quindi, una difesa non armata della nostra patria, che è insita proprio anche nel popolo italiano, che è sempre stato restio nell'intendere la difesa della patria attraverso l'uso delle armi e della violenza. Infatti, sin dal 1861, dopo l'unità d'Italia e l'introduzione, appunto, dell'obbligo della leva, la coscrizione militare incontrò una grandissima resistenza tra la nostra popolazione, che non ne capiva i motivi e che era costretta anche a subirla forzatamente».
Luigi Bobba (Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali): «Come ha scritto Francesco Occhetta su La civiltà cattolica, questa norma, più che una scelta tecnica e politica, rappresenta per l'Italia una svolta culturale. Credo che quest'aspetto, che diversi di voi che sono intervenuti hanno sottolineato, rappresenti il centro di questo provvedimento, un provvedimento che si presenta come una delle importanti riforme che il Governo nel suo insieme vuole realizzare nel programma che si è dato, non una «riformetta» o un optional, non un qualcosa di aggiuntivo, ma qualcosa di cruciale per il cambio di direzione e di marcia del Paese. In più vorrei ricordare, ai tanti che hanno fatto rappresentazioni un po’ caricaturali del terzo settore, che proprio l'ISTAT nel suo censimento ci descrive già come il mondo e le realtà siano cambiati, siano al di là delle stesse leggi che noi abbiamo. Prima di tutto si pensa che queste attività, queste associazioni, queste realtà organizzate vivano di risorse pubbliche. È vero il contrario: i due terzi delle risorse dei bilanci di questi soggetti sono di natura privata. Si pensa che questi soggetti, pur svolgendo preminentemente attività associative e volontarie, non abbiano attività commerciali. Non è vero: il 47 per cento gestisce anche attività commerciali. C’è stata una, per così dire, concentrazione attorno al tema dei controlli, in particolare da parte del MoVimento 5 Stelle, ma vorrei ricordare che i due terzi di queste organizzazioni hanno bilanci sotto i 30 mila euro e, dunque, più che di controlli, ci sarebbe bisogno di cercare di aiutarle a fare le cose bene. Non credo che sia lì il problema. Ancora, queste organizzazioni non hanno oggi un riconoscimento, non hanno oggi una personalità giuridica e, dunque, sono prevalentemente soggetti, appunto, senza un riconoscimento giuridico. Nonostante l'accento che è stato posto da tanti interventi sul tema del welfare, vorrei ricordare che questa legge non è una riforma del welfare. Queste organizzazioni per più del 60 per cento operano nel campo turistico, culturale e sportivo. Bisogna quindi che pensiamo la legge, pensando a quella che è la realtà, altrimenti rischiamo di fare una legge al di fuori della realtà. Secondo punto: ci sono tre principi basilari, con i quali andiamo ad individuare questi soggetti, a normarli, a sostenerli, a incoraggiarli e anche a esercitare la forma di controllo. I tre principi basilari contenuti nella legge sono: la finalità non lucrativa; scopi e attività di utilità generale; e anche il concetto innovativo, che la relatrice ha ben ricordato, di impatto sociale, reale e positivo. Sono tre concetti che, se li utilizzeremo bene sia nella dimensione normativa, sia nella dimensione promozionale, sia nella dimensione di vigilanza e controllo, ci consentiranno di mettere in campo un'operazione ambiziosa, che cambierà in qualche modo la direzione di marcia del modo con cui queste realtà diventano e sono parte integrante della vita del Paese». (fonte www.vita.it)

Riforma Terzo settore, l'1 aprile arriva in aula il testo di Legge Delega licenziato dalla Commissione della Camera

Donata Lenzi
Il primo di aprile è arrivato in aula per la discussione assembleare il testo varato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Qui sotto riportiamo l'intervista della relatrice Donata Lenzi rilasciata al settimanale Vita. Per conoscere nel dettaglio l'iter della Riforma clicca qui.

“La legge delega sul Terzo settore valorizza l’evoluzione positiva che ha coinvolto questo settore negli ultimi anni e rappresenta un intervento quadro atteso da molto tempo. È uno dei più importanti provvedimenti di questa legislatura che oggi inizia l’esame dell’Aula dopo un lungo e approfondito lavoro in commissione Affari sociali. Con l’avvio dell’esame del ddl delega poniamo un ulteriore tassello in questa fase politica caratterizzata da profondo spirito riformista”. Lo ha detto oggi Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera e relatrice al ddl delega sul Terzo settore, durante la discussione generale sul provvedimento nell’Aula di Montecitorio.
“Il percorso - ha proseguito Lenzi - è iniziato un anno fa con la presentazione delle linee guida del governo sulle quali si è aperta una consultazione online. L'Istat ha censito 300.191 organizzazioni no profit, un numero elevatissimo che impiegano 681 mila addetti e 271 mila lavoratori con contratti di collaborazione. Le istituzioni no profit, però, fanno soprattutto perno sull'apporto di 4 milioni 700 mila volontari. È un settore in crescita: rispetto al 2001 le organizzazioni non profit sono il 28 per cento in più e negli anni di crisi i dipendenti sono aumentati del 39 per cento e i volontari del 43. La riforma disegna un quadro legislativo di riferimento mettendo ordine fra la moltitudine di leggi, leggine e norme settoriali. Le norme vanno da quella su volontariato, cooperazione sociale, Ong e Onlus. Abbiamo definito come Terzo settore il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche che senza scopo di lucro promuovono e realizzano attività di interesse generale. La delega si occupa di quattro oggetti: la riforma del codice civile; la costruzione e definizione di un codice del terzo settore; la riforma dell'impresa sociale e la riforma del servizio civile che diventa servizio civile universale”.
“L’articolo 4 - ha detto inoltre Lenzi - dà i criteri per la costruzione del nuovo codice del Terzo settore: superamento della molteplicità dei tanti registri locali, comunali, regionali, provinciali, nazionali presso il Ministero dello sviluppo economico, piuttosto che presso la Protezione civile, con un unico registro del Terzo settore presso il Ministero del lavoro. Il registro è la porta di accesso ai benefici fiscali e l’iscrizione è obbligatoria per gli enti che si avvalgono di finanziamenti pubblici. Per quanto riguarda la riforma del servizio civile, grazie al lavoro del sottosegretario Bobba, sarà possibile svolgerlo anche all'estero. Viene poi definito finalmente lo stato giuridico di chi è in servizio civile: non è un rapporto di lavoro dipendente, non è nessuno tipo di rapporto di lavoro e non deve essere soggetto a tassazione. La delega, inoltre, incarica il governo di riformare il 5 per mille. Questa riforma del Terzo settore è un'opportunità per tutti di riconoscere e investire sulla costruzione di una comunità più solidale”. (fonte www.vita.it)

2 aprile a Palermo. Le iniziative per la Giornata dedicata alle persone affette da autismo

Alle persone affette da autismo è dedicato l'evento che è raccontato dal quotidiano Repubblica Palermo del 2 aprile 2015 (clicca sull'immagine per ingrandirla).

Pasqua di solidarietà in Sicilia

Il Giornale di Sicilia del 2 aprile 2015 dedica un'ampia intervista al direttore regionale della Caritas siciliana che parla delle necessità e delle iniziative in occasione delle festività pasquali (clicca sull'immagine per ingrandirla).