sabato 20 ottobre 2012

Rapporto sulla povertà. Caritas Italiana mette sotto esame lo stato del welfare italiano

LA DENUNCIA
Dispersione delle misure economiche, ritardi nell’attivazione delle stesse e un progressivo restringimento delle disponibilità finanziarie nel settore socio-assistenziale: sono questi alcuni dei fattori che secondo la Caritas Italiana sottolineano “l’evidente incapacità dell’attuale sistema di welfare a farsi carico delle nuove forme di povertà, delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria”. Secondo il Rapporto sulla povertà 2012, infatti, l’attuale sistema di welfare è un “percorso a ostacoli, dotato di irrazionale logica, in cui la presenza di barriere e veti incrociati rende quasi impossibile l’esigibilità dei diritti e la fruizione tempestiva del servizio, anche in presenza di oggettive situazioni di bisogno”. Un sistema caratterizzato da diversi limiti. Primo fra tutti quello della “dispersione delle misure economiche su un gran numero di provvedimenti nazionali, regionali, locali, gestiti da enti e organismi di diversa natura, al di fuori da qualsiasi tipo di regia e coordinamento complessivo”. Ulteriore ostacolo è “l’estremo ritardo con cui vengono attivate le misure di sostegno economico, soprattutto quelle legate alla perdita del lavoro e alla perdita di autonomia psico-fisica”. A non permettere risposte efficaci anche l’estrema varietà nella definizione del livello di reddito della famiglia, necessario per poter usufruire di determinate prestazioni, spesso calcolato sulle condizioni socio-economiche dell’anno precedente e la varietà di soglie e i criteri di accesso alle varie opportunità assistenziali che spesso creano “vicoli ciechi spesso difficili da prevedere all’avvio dell’iter di richiesta della misura”. Infine, preoccupa, “il progressivo restringimento delle disponibilità finanziarie nel settore socio-assistenziale” che secondo quanto afferma il rapporto della Caritas “sta determinando la chiusura o la negazione repentina dei diritti ad una serie di fasce sociali che, fino a poco tempo prima, erano state beneficiarie dell’intervento”.


I DATI
Cresce il numero degli italiani che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto, soprattutto se anziani, casalinghe o pensionati, mentre diminuiscono i disoccupati e gli analfabeti. Sono queste le principali tendenze inquadrate dal Rapporto sulla povertà 2012 pubblicato oggi dalla Caritas Italiana, per la prima volta senza il supporto della Fondazione Zancan. Il rapporto analizza i dati raccolti da 191 Centri d’ascolto di 28 diocesi sparse sul territorio nazionale, che rappresentano il 6,7% del totale di 2.832 Centri presenti nel territorio nazionale.
Dalle rilevazioni emerge come nei Centri di ascolto presi in considerazione, nel corso del 2011, si sono rivolte 31.335 persone. Di queste, il 57% vive nelle regioni del Nord, seguito dal Centro (29%) e dal Mezzogiorno (14%). Una distribuzione, chiarisce la Caritas, che non rispecchia l’incidenza della povertà nei territori considerati ma dipende dal numero di Centri che hanno aderito al sistema di raccolta dati, nelle diverse regioni italiane. A livello complessivo si conferma la presenza di una quota maggioritaria di stranieri (20.448, pari al 70,7%) rispetto agli italiani (8.348, pari al 28,9%), tuttavia “le testimonianze a disposizione narrano di un deciso incremento degli utenti italiani – spiega il rapporto -, registrato negli ultimi due anni, a partire dall’esplosione della crisi economico finanziaria nel nostro paese”. L’incidenza degli stranieri raggiunge i valori massimi nel Centro e nel Nord Italia (74,7 e 73,5%) mentre, a causa di un elevato numero di poveri italiani, appare più bassa nel Mezzogiorno (51,4%).
L’utenza media dei Centri di ascolto, spiega la Caritas, non coincide necessariamente con emarginati gravi e soggetti senza dimora. “Si tratta in prevalenza di donne (53,4%), di soggetti coniugati (49,9%), di persone con domicilio (83,2%). Rispetto al 2009, si osserva un forte incremento della componente demografica in età avanzata: +51,3% di anziani; +177,8% di casalinghe; +65,6% di pensionati”. Dai dati raccolti dai centri di ascolto emerge anche un incremento degli utenti con figli minori conviventi (+52,9%) e una sostanziale stabilità nel numero di persone separate o divorziate (+5,5%). Diminuiscono invece le persone disoccupate (-16,2%) e soprattutto di analfabeti (-58,2%) che si sono rivolti ai centri. “Entrambi i dati confermano la progressiva “normalizzazione sociale” dell’utenza Caritas”, tuttavia, spiega il rapporto, le situazioni di grave indigenza non sono da sottovalutare. “Anche se si assiste ad una “normalizzazione” nel profilo dell’utenza – aggiunge il rapporto - si registra parimenti un peggioramento di chi stava già male: aumentano in percentuale le situazioni di povertà estrema, che coesistono tuttavia con una vita apparentemente normale, magari vissuta all’interno di un’abitazione di proprietà”. (fonte Redattore sociale)

L'amore quello vero. Musical di Cuore che vede a Palermo

Sabato 20 ottobre 2012 ale 21 al Teatro Ranchibile (Via Libertà, 199), l'associazione Cuore che Vede di Palermo, insieme all'associazione di promozione socio-culturale "Il Battello Ebbro- Laboratorio teatrale" di Marineo, mette in scena il musical "L'amore quello vero - Chiara e Francesco".
L'evento coinvolgerà 99 attori e una ventina di volontari. L'iniziativa è il risultato di una  collaborazione intrapresa quest'estate fra le due associazioniri e le due parrocchie (San Giovanni Bosco di Palermo - SS. Ciro e Giorgio di Marineo). Essa risponde al bisogno di promuovere il volontariato nella città di Palermo e nel comune di Marineo, disseminando i valori fondanti del volontariato che sono gli stessi messi in scena dal musical, ovvero l'amore per gli altri e il dono gratuito di sè.
L'ingresso è libero.

La legge di Stabilità colpisce anche le donazioni. Duro il commento di CSVnet e IID che temono una progressiva diminuzione delle donazioni al no profit

Da CSVnet e dall'Istituto Italiano della Donazione un allarme circa i recenti provvedimenti del Governo Monti:
Le conseguenze reali delle misure contenute nel ddl stabilità 2013 saranno davvero gravi per il mondo del volontariato ma anche per i cittadini che lo hanno sostenuto fino ad oggi. Lo denuncia CSVnet - il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato - insieme a IID – l’Istituto Italiano della Donazione, che esprimono in queste ore particolare preoccupazione per le proposte riguardanti soprattutto l’ambito delle donazioni per il non profit. Infatti la seconda stesura del provvedimento, che sta per essere presentata alle Commissioni del Parlamento, contiene una disposizione aggiuntiva che prevede di estendere il taglio alle deduzioni regolate dalla cosiddetta “Più dai, meno versi”(ovvero l’ art 14 del DL n. 35 del 2005) la norma che consente a privati e aziende di dedurre le donazioni a favore delle Onlus nella misura del 10% del reddito imponibile e fino a un tetto di 70 mila Euro l'anno. La misura contenuta nel disegno di legge sulla stabilità ha conseguenze allarmanti, in quanto – come per le detrazioni a Organizzazioni di Volontariato, Onlus e associazioni di promozione sociale - s’introdurrebbe una franchigia di 250 Euro per le donazioni deducibili. Un provvedimento che impatterà negativamente sulla propensione al dono dei singoli contribuenti. Dall’indagine dell’Istituto Italiano della Donazione dal titolo “I Donatori italiani e il Terzo Settore”, realizzata in collaborazione con GfK Eurisko nel maggio 2011, emerge chiaramente che i donatori italiani donano in media 142 Euro l’anno, una cifra al di sotto della franchigia di 250 Euro proposta dalla manovra di stabilità. Più nel dettaglio emerge che ben un terzo (33%) dei donatori ha donato al massimo 20 Euro, percentuale che sale al 72% se si considera chi non si è spinto oltre i 100 Euro. Se si considera inoltre che un quarto del campione (24%) ha donato tra i 100 e i 500 Euro, è facile ipotizzare che più di tre quarti dei donatori italiani in futuro non potranno beneficiare di alcuna detrazione. Secondo le statistiche del Ministero dell’Economia, la media delle erogazioni per le quali i contribuenti hanno utilizzato la “Più dai, meno versi” hanno un valore medio pari a 320 Euro. In ogni caso ad essere penalizzati saranno un numero sempre maggiore di associazioni e un milione e mezzo di contribuenti che vedranno ridotti o persino annullati i benefici fiscali delle norme assunte in questi anni per promuovere le attività sociali. “Si tratta di una vera e propria retromarcia per la promozione dello sviluppo del Volontariato e per la crescita della propensione al dono in Italia. Le decisioni prese dal Governo ci portano ancora una volta ad invocare un cambio culturale che riconosca nel volontariato e nella cittadinanza attiva una componente essenziale per lo sviluppo del nostro Paese” – commenta Stefano Tabò, il presidente di CSVnet. Aggiunge Edoardo Patriarca, presidente IID: “Esistono evidenti fonti informative che assicurano che i provvedimenti proposti incideranno profondamente sul monte donazioni. Tali fonti infatti, disponibili da tempo, dovrebbero essere tenute in maggior considerazione in occasione di interventi di tipo normativo di tale portata” (clara capponi ufficio stampa e comunicazione CSVnet)