giovedì 29 settembre 2011

Dal mondo del calcio una mano agli anziani soli. Iniziativa nazionale dell'Auser

L'associazione che punta a promuovere l'attiva partecipazione dell'anziano nella vita sociale lancia, per tutto il mese di ottobre sui campi di calcio della Lega Serie B, la campagna Auser contro la solitudine degli anziani.
Ecco qui sotto il testo del comunicato stampa che accompagna l'annuncio dell'iniziativa:
“Un anziano chiama la solidarietà risponde” è la campagna contro la solitudine e l’emarginazione degli anziani che, dal primo ottobre al primo novembre 2011, varcherà i campi di calcio del Campionato Serie bwin. Il pubblico dei tifosi, seguaci di una squadra del cuore, potranno conoscere i servizi di aiuto agli anziani soli, forniti dalla rete di volontariato di Auser Filo d’Argento.
L’iniziativa si è resa possibile grazie a B Solidale, la nuova piattaforma per la Solidarietà Sociale, promossa dalla Lega Serie B. Un Bando Nazionale ha selezionato cinque associazioni impegnate in cinque diverse aree di intervento sociale: infanzia, terza età, disabilità, ricerca scientifica e disagio sociale che per l’intero campionato 2011/2012 avranno la possibilità di usufruire di un supporto di comunicazione della Lega Serie B.
Per il settore terza età è risultato vincitore Auser Filo d’Argento con il progetto di Telefonia Sociale a favore degli anziani soli.
"B Solidale rappresenta una scelta di campo, diversa rispetto al passato, che la Lega Serie B vuole dare per supportare in modo consapevole ed efficace il Terzo Settore nello straordinario sforzo che, quotidianamente, mette a servizio della comunità tutta – dichiara il presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie B Andrea Abodi -L'obiettivo è essere maggiormente impegnati con i nostri progetti solidali, non a spot, come a volte accadeva nel passato, ma in modo continuativo e adeguato. Con il calcio – continua Abodi - che diventa ancora una volta, doverosamente, veicolo positivo di comunicazione utilizzando la sua forza mediatica. Auser rappresenta solo la prima tappa di un percorso che coinvolgerà anche le altre categorie del sociale: infanzia, diversa abilità, ricerca scientifica e disagio".
“Con questa iniziativa avremo modo di far entrare sui campi di calcio la solidarietà agli anziani soli e più fragili e ed eterogeno del nostro impegno contro la solitudine e l’emarginazione – sottolinea Michele Mangano, presidente nazionale Auser.
Apprezziamo molto la decisione della Lega Nazionale Professionisti Serie B – prosegue Mangano- di unire allo Sport l’impegno solidale, una grande sfida che affronteremo insieme per veicolare messaggi e valori positivi”.
LA SOLITUDINE DEGLI ANZIANI E L’IMPEGNO DI AUSER FILO D’ARGENTO
La solitudine è una piaga che colpisce sempre più anziani, soprattutto le donne, con ricadute pesantissime sulla qualità della vita e la salute. Una condizione di fragilità aggravata dalla crisi economica. Ogni anno i volontari del Filo d’Argento Auser seguono più di 400.000 anziani e forniscono oltre 2.200.000 servizi.
Attraverso il Numero Verde gratuito 800-995988 del Filo d’Argento, gli anziani possono trovare risposte concrete ai loro bisogni: la consegna a casa della spesa o dei farmaci, compagnia, servizi di trasporto verso centri socio sanitari. Il Numero Verde del Filo d’Argento è attivo tutto l’anno, festivi compresi, dalle 8 alle 20 e rappresenta l’unico esempio su scala nazionale di servizio di telefonia sociale rivolto alla terza età e gestito totalmente dal volontariato.
Gli anziani con più di 75 anni richiedono in particolare tutte le forme di compagnia: a casa, al telefono, per uscire.
Nel solo mese di agosto sono giunte più di 10.000 chiamate.
L’iniziativa ha ottenuto il Patrocinio del Segretariato Sociale RAI.

martedì 27 settembre 2011

Marcia della pace 2011. L'appello finale

A chiusura della Marcia della pace Perugia-Assisi dello scorso 25 settembre 2011, i promotori hanno lanciato un appello che riportiamo qui sotto integralmente:

A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant’anni dalla prima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciare un nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.
Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che proclama: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l’agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare “tutti i diritti umani per tutti” a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell’interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani – civili, politici, economici, sociali e culturali – e ridefinire la cittadinanza nel segno dell’inclusione. L’agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e dei governi ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolato concretamente in politiche pubbliche e misure positive.
Il nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, proposte e impegni:

Principi
Primo. Il mondo sta diventando sempre più insicuro. Se continuiamo a spendere 1.6 trilioni di dollari all’anno per fare la guerra non riusciremo a risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo: la miseria e la morte per fame, il cambio climatico, la disoccupazione, le mafie, la criminalità organizzata e la corruzione. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra e passare dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune.
Secondo. Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell’economia. Dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
Terzo. La nonviolenza è per l’Italia, per l’Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d’ingiustizia e costruire persone, società e realtà migliori.
Quarto. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazione a tutti i livelli, a livello personale, nelle nostre comunità come nelle relazioni tra i popoli e gli stati. La logica perversa dei cosiddetti "interessi nazionali", del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi è diventata indispensabile.
Quinto. Non c’è pace senza una politica di pace e di giustizia. L’Italia, l’Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una politica nuova e di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto più si aggrava la crisi della politica, tanto più è necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilità condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.
Sesto. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, è necessario educare alla pace. Educare alla pace è responsabilità di tutti ma la scuola ha una responsabilità e un compito speciali.

Proposte e impegni
1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all’acqua
E’ intollerabile che ancora oggi più di un miliardo di persone sia privato del cibo e dell’acqua necessaria per sopravvivere mentre abbiamo tutte le risorse per evitarlo. Ed è ancora più intollerabile che queste atroci sofferenze siano aumentate dalla speculazione finanziaria sul cibo, dall’accaparramento delle terre fertili, dalla devastazione dell’agricoltura e dalla privatizzazione dell’acqua.
2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti
Un miliardo e duecento milioni di persone lavorano in condizioni di sfruttamento. Altri 250 milioni non hanno un lavoro. 200 milioni devono emigrare per cercarne uno. Oltre 12 milioni sono vittime della criminalità e sono costrette a lavorare in condizioni disumane. 158 milioni di bambine e di bambini sono costretti a lavorare. Occorre ridare dignità al lavoro e ai lavoratori, giovani e anziani, di tutto il mondo.
3. Investire sui giovani, sull’educazione e la cultura
Un paese che non investe, non valorizza e non dà spazio ai giovani è un paese senza futuro. La lotta alla disoccupazione giovanile deve diventare una priorità nazionale. Investire sulla scuola, sull’università, sulla ricerca e sulla cultura vuol dire investire sulla crescita sociale, politica ed economica del proprio paese.
4. Disarmare la finanza e costruire un’economia di giustizia
La finanza, priva di ogni controllo internazionale, sta mettendo in crisi l'Europa politica e provoca un drammatico aumento della povertà. Bisogna togliere alla finanza il potere che ha acquisito e ripristinare il primato della politica sulla finanza. Occorre tassare le transazioni finanziarie, lottare contro la corruzione e l’evasione fiscale e ridistribuire la ricchezza per ridurre le disuguaglianze sociali.
5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari
La guerra è sempre un’inutile strage e va messa al bando come abbiamo fatto con la schiavitù. Anche quando la chiamiamo con un altro nome è incapace di risolvere i problemi che dice di voler risolvere e finisce per moltiplicarli. Promuovere e difendere sistematicamente i diritti umani, investire sulla prevenzione dei conflitti e sulla loro soluzione nonviolenta, promuovere il disarmo, contrastare i traffici e il commercio delle armi, tagliare le spese militari e riconvertire l’industria bellica è il miglior modo per aumentare la nostra sicurezza.
6. Difendere i beni comuni e il pianeta.
Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l’aria, l’acqua, l’energia e la terra, non ci sarà né pace né sicurezza per nessuno. Nessuno si deve più appropriare di questi beni che devono essere tutelati e condivisi con tutti. Urgono istituzioni, politiche nazionali e internazionali democratiche capaci di operare in tal senso. Occorre ridurre la dipendenza dai fossili, introdurre nuove tecnologie verdi e nuovi stili di vita non più basati sull’individualismo, la mercificazione e il consumismo.
7. Promuovere il diritto a un’informazione libera e pluralista
Un'informazione obiettiva, completa, imparziale, plurale che mette al centro la vita delle persone e dei popoli è condizione indispensabile per la libertà e la democrazia. Sollecita la partecipazione alla vita e alle scelte della collettività; favorisce la comprensione dei fenomeni più complessi che attraversano il nostro tempo, promuovere il dialogo e il confronto, costruisce ponti fra le civiltà, avvicina culture diverse, diffonde e consolida la cultura della pace e dei diritti umani.
8. Fare dell’Onu la casa comune dell’umanità.
Tutti nelle Nazioni Unite, le Nazioni Unite per tutti. Se vogliamo costruire un argine al disordine internazionale, i governi devono accettare di democratizzare e rafforzare le Nazioni Unite mettendo in comune le risorse e le conoscenze per fronteggiare le grandi emergenze sociali e ambientali mondiali.
9. Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa
Senza una società civile attiva e responsabile e lo sviluppo della cooperazione tra la società civile e le istituzioni a tutti i livelli non sarà possibile risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo. Rafforzare la società civile responsabile e promuovere la democrazia partecipativa è uno dei modi più concreti per superare la crisi della politica, della democrazia e delle istituzioni.
10. Costruire società aperte e inclusive.
Il futuro non è nella chiusura in comunità sempre più piccole, isolate e intolleranti che perseguono ciecamente i propri interessi ma nell’apertura all’incontro con gli altri e nella costruzione di relazioni improntate ai principi dell’uguaglianza e alla promozione del bene comune. Praticare il rispetto e il dialogo tra le fedi e le culture arricchisce e accresce la coesione delle nostre comunità. I rifugiati e i migranti sono persone e come tali devono vedere riconosciuti e rispettati i diritti fondamentali.
Queste priorità devono essere portate avanti da ogni persona, a livello locale, nazionale e globale, in Europa come nel Mediterraneo.
Per realizzarle abbiamo innanzitutto bisogno di agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune.
Per realizzarle abbiamo bisogno di dare all’Italia un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito, e di investire con grande determinazione sulla costruzione di un’Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una Comunità del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di libertà e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest’area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.

Assisi, 25 settembre 2011

venerdì 23 settembre 2011

APQ sulla partecipazione giovanile per il territorio trapanese

L'ASP di Trapani organizza un incontro di rete per le associazioni della provincia, mercoledì 28 settembre, alle ore 16.30, presso la Cittadella della Salute, Palazzo Quercia
L’Azienda Sanitaria Provinciale ASP di Trapani ha avviato il progetto A.P.Q. (Accordo di Programma Quadro) intitolato: “Mediazioni. Media, Mediazioni Sociali, Cittadinanza. I Giovani per lo sviluppo della comunità”.
L’Azienda intende coinvolgere le associazioni del territorio nel progetto con lo scopo di promuovere il protagonismo giovanile al loro interno e favorire una maggiore visibilità sociale. Per questo, l’ASP invita, quindi, a partecipare all’incontro di rete per l’avvio delle attività, che si terrà mercoledì 28 settembre, alle ore 16.30, presso la Cittadella della Salute, Palazzo Quercia.
L’invito è rivolto ai referenti delle associazioni e, in particolare, ai giovani coinvolti al loro interno. Per una migliore conoscenza reciproca delle differenti realtà associative l’ASP chiede di inviare (via mail) una breve presentazione della vostra associazione, comprensiva di logo. Per ulteriori informazioni: tel. 0923472363, fax 0923472297, apq@asptrapani.it.

Di seguito la descrizione del progetto:
Mediazioni. Media, Mediazioni Sociali, Cittadinanza. I Giovani per lo sviluppo della comunità”. Il progetto si rivolge ai giovani della provincia di Trapani al fine di promuoverne il protagonismo sociale, prevenendo in tal modo possibili rischi di disagio e devianza. Il programma, le azioni e le fasi del piano vengono operativamente attuate in rete tra i partner interni ed esterni del progetto. Stiamo istituendo 4 Centri di aggregazione giovanile fissi ed una Unità Mobile, denominata Ambulatorio di igiene mediale. Il centro aggregativo MediaLab 1, con sede presso la Cittadella Della Salute di Erice, costituisce il punto di riferimento di tutte le attività in cui sarà gestita anche una Web radio ed una Web Tv. Il progetto si articola in cinque Azioni: L’Azione 1: “Crescere insieme. Giovani protagonisti del territorio”, persegue l’obiettivo di favorire la creatività giovanile rendendo i soggetti coinvolti attori partecipi della propria società. Sono previste attività formative ed informali a fini educativi, dirette alla diffusione della cultura informatica. In particolare verranno attivati specifici laboratori per la creazione di prodotti multimediali (cortometraggi, spot, documentari, videoclip, etc.). L’Azione 2: “Educare alla legalità”, intende promuovere stili di vita sani e modelli positivi di comportamento. Sarà avviata un’attività di sensibilizzazione rivolta al mondo giovanile sui valori e sul rispetto delle regole di convivenza civile e sulla tolleranza, attraverso un ciclo di seminari volti a fornire ai destinatari la preparazione necessaria per ricoprire i ruoli dirigenziali nelle associazioni, nelle cooperative e negli enti no profit. L’Azione 3: “Salute e benessere. La vita mi appartiene” mira anch’essa al potenziamento di sani stili di vita ed alla prevenzione di condotte sociali e personali a rischio. Attraverso l’Ambulantorio si agganceranno i gruppi di aggregazione giovanile direttamente nei rispettivi luoghi di ritrovo e saranno condotte specifiche attività (musica, karaoke, happening, jam sessions, Net_art, Digital art, Performering). L’Azione 4: “Una finestra sul mondo. La ricchezza della multiculturalità”, ha come obiettivo la promozione della cultura dell’accoglienza e della multiculturalità. Sarà costituito un laboratorio itinerante, denominato “Story‐Telling”, destinato a raccogliere e a raccontare le storie degli immigrati del nostro territorio. L’Azione 6: ”Famiglia e Giovani”, intende sostenere le relazioni familiari intergenerazionali. Sarà costituito un laboratorio itinerante, finalizzato a potenziare gli strumenti di supporto alla famiglia e di sostegno alla genitorialità, al fine di promuovere un confronto intergenerazionale e la costruzione di un dialogo che consenta ai ragazzi di apprendere e condividere la storia di famiglia e agli adulti di integrarla e rielaborarla.

venerdì 16 settembre 2011

Stati generali del Terzo settore siciliano. La cronaca dell'incontro conclusivo FQTS2

Puntando sul trinomio “sussidiarietà, sviluppo, solidarietà” e sulla valorizzazione dei “beni comuni” si è concluso il secondo ciclo di seminari “FQTS” (“Formazione dei quadri del Terzo settore). Il progetto ha coinvolto sei regioni del Meridione: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna, e Sicilia. Nell'Isola sono stati impegnati per diciotto mesi oltre venti organizzazioni (volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale), insieme ai Centri servizi per il volontariato di Palermo e di Messina. Punto di partenza della riflessione sono state le difficoltà che le organizzazioni di Terzo settore hanno a collaborare fra di loro e a farsi portavoce con le istituzioni, dei bisogni delle collettività di appartenenza.
Tra i temi affrontati, nel corso del ciclo di seminari si è riflettuto sui bisogni sociali emergenti, la crisi economica e le nuove povertà. Le chiavi di volta individuate per favorire sussidiarietà solidarietà e sviluppo, si è puntato a sottolineare l'importanza di valorizzare i “beni comuni” inutilizzati e abbandonati all'incuria e al loro destino di lento degrado. Durante i seminari di “beni comuni” inutilizzati ne sono stati individuati tre: l'ex complesso demaniale “Cavallacci” di Palermo, il parco urbano di Vittoria (Ragusa) e Palazzo Naselli ad Aragona (Agrigento). In essi i quadri del Terzo settore siciliano mirano a realizzare, con l'aiuto delle istituzioni, un centro di inclusione sociale, una casa di accoglienza per detenuti, un incubatore d'impresa.
I risultati del secondo ciclo di seminari “FQTS” sono stati discussi in un incontro sul tema “I beni comuni: un’opportunità di crescita per il Terzo settore”, tenutosi a Palazzo Steri. Intervenuti, tra gli altri, Alberto Giampino, direttore del CeSVoP, Maria Lucia Serio, coordinatore regionale FQTS2, Emma Cavallaro, presidente nazionale CONVOL, Andrea Piraino, assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Orazio De Guilmi, presidente CoReOV Coordinamento delle Organizzazioni Regionali di Volontariato, Fausto Casini, Forum nazionale Terzo settore; Carlo Borgomeo, presidente Fondazione con il Sud. (andrea uzzo)

martedì 13 settembre 2011

Educare nell'incertezza. Appuntamento con Educa a Rovereto

Dal 23 al 25 settembre 2011, si svolge il grande appuntamento dedicato all'educazione. L'incertezza è il tema di fondo delle tante iniziative che arricchiscono il programma che puoi trovare su www.educaonline.it. Il CeSVoP offre alle associazioni di volontariato della Sicilia occidentale (province di AG, CL, PA e TP) la possibilità di partecipare con delle facilitazioni riguardanti trasferimenti e alloggio. Chi vuole aderire alla proposta deve far pervenire la propria richiesta (redatta su carta intestata dell'associazione di volontariato - che deve avere sede nelle province di AG, CL, PA e TP - e firmata dal legale rappresentante. Se non si sono già avuti servizi dal Centro, occorre pure allegare Statuto e ultimo verbale di nomina delle cariche sociali) al CeSVoP entro e non oltre il 19 settembre 2011 (segreteria@cesvop.org; fax 0913815499; per la selezione varrà l'ordine cronologico d'arrivo). Nella domanda vanno indicati i partecipanti (max 2 per associazione), assieme agli estremi necessari per poter contattare un referente (numero telefonico e di cellulare; email). L'organizzazione della trasferta è a cura dei partecipanti, il CeSVoP si farà carico di una quota parte delle spese di viaggio e alloggio, così come dei pasti (per un massimale di € 10,00 al giorno) durante il percorso per raggiungere la sede dell'incontro. Il rimborso avverrà solo a seguito di apposita richiesta da far pervenire al CeSVoP, corredata dei titoli di trasporto e delle ricevute/scontrini di spesa tutti in originale.


Qui sotto trovi il "Manifesto" di Educa:

EDUCA è nato nel 2008 come incontro-evento per rilanciare la riflessione sui temi educativi e si rivolge in particolare a tutti coloro che non vogliono aderire passivamente al coro delle lamentele sulla crisi dell’educazione, sulla delegittimazione della scuola, sull’incapacità dei genitori di svolgere il proprio ruolo, sull’ingovernabilità dei bambini e degli adolescenti e sulla loro strutturale superficialità e irresponsabilità.
In questa prospettiva, EDUCA ha origine dalla consapevolezza sempre più condivisa che sia tempo di porre al centro dell’attenzione sociale e politica la questione educativa, in termini forti e propositivi. Una questione troppo lungamente trascurata nel nostro Paese. Una funzione pubblica e collettiva, rilevante per il presente e il futuro, che troppo spesso è ridotta unicamente a preoccupante emergenza, a mero problema tecnico di istruzione e di trasmissione di contenuti o, peggio, a questione politico-ideologica.
Dar vita ad EDUCA ha dunque significato, per gli enti promotori e per tutti coloro che vi hanno aderito e vi aderiranno, assumere pubblicamente un impegno continuativo perché alla crescente richiesta sociale di una “buona educazione” non si risponda con soluzioni contingenti e interventi estemporanei. Un impegno a rimettere in discussione i luoghi comuni e gli stereotipi che circondano l’educare e contribuire così a diffonderne l’essenza vitale: quella di un’avventura quotidiana, appassionante e creativa che rifiuta l’ingenuità, ma non la spontaneità, e la capacità del mettersi in dubbio. Perciò il manifesto, che contiene i cardini di questo comune intento per e dentro l’universo educativo sarà in movimento: non un pamphlet fisso e statico, ma un documento aperto alle nuove sfumature che ogni anno Educa farà emergere dalle sensibilità dei protagonisti che le daranno vita e anima.
All’origine di EDUCA c’è la consapevolezza che l’educazione sia una “questione seria” che richiede approcci rigorosi e rifugge ogni frettolosa improvvisazione o rassicurante abitudine. Al tempo stesso EDUCA non vuole commettere l’errore di fare dei temi educativi materia per specialisti: l’educazione investe tutti e per questo può e deve essere trattata con toni e modi accessibili. EDUCA vuole quindi evitare lo scivolamento nei linguaggi accademici, senza mancare di scientificità; nei tecnicismi didattici, senza trascurare le esplicitazioni di metodo; nelle riflessioni organizzative o in circoscritte istanze politiche, senza omettere i diversi punti d’osservazione.
EDUCA intende offrire l’occasione per parlare di educazione nelle sue plurali manifestazioni e nel suo realizzarsi all’interno di tutti quegli ambiti, profondamente differenti, che hanno messo al centro della riflessione e della prassi la questione educativa. Alle nuove sfide dell’oggi non si può rispondere proponendo questa o quella verità cui educare i bambini e i giovani o elaborando semplicemente inedite e sofisticate metodologie didattiche. Queste sfide reclamano piuttosto una riflessione su cosa significhi offrire strumenti per interpretare il pluralismo della società complessa e aiutare a trovare il senso della propria esistenza, del futuro da realizzare insieme agli altri, dell’appassionarsi per ciò che si ritiene fondamentale e anche della sofferenza e della fatica di crescere.
Per il programma e tutti gli altri dettagli: www.educaonline.it

50 anni di passi per la pace. La marcia Perugia-Assisi il 25 settembre. Si può partecipare con il sostegno del CeSVoP

Ai volontari della Sicilia occidentale il CeSVoP dà la possibilità di prendere parte alla 50ma Marcia della pace con un supporto per agevolare trasferimenti e partecipazione. Chi vuole aderire alla proposta deve far pervenire la propria richiesta (redatta su carta intestata dell'associazione di volontariato - che deve avere sede nelle province di AG, CL, PA e TP - e firmata dal legale rappresentante. Se non si sono già avuti servizi dal Centro, occorre pure allegare Statuto e ultimo verbale di nomina delle cariche sociali) al CeSVoP entro e non oltre il 19 settembre 2011 (segreteria@cesvop.org; fax 0913815499; per la selezione varrà l'ordine cronologico d'arrivo). Nella domanda vanno indicati il numero dei partecipanti e la lista dei loro nomi, assieme agli estremi necessari per poter contattare il referente del gruppo (numero telefonico e di cellulare; email).


Per conoscere al meglio l'iniziativa, pubblichiamo la lettera della Tavola dela Pace che organizza l'iniziativa:


A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961



Domenica 25 settembre 2011
Marcia Perugia-Assisi
per la pace e la fratellanza dei popoli
Perugia ore 9.00 - Giardini del Frontone
Assisi ore 15.00 - Rocca Maggiore
Vieni anche tu!



“Un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio” (Aldo Capitini,1966)
Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarietà, ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perché nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalità organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all’infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignità di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace né giustizia.
Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignità e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant’anni fa da Aldo Capitini.
Ti invitiamo a camminare insieme perché, come tanti giovani del Mediterraneo e dell’Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese, ci sono situazioni croniche d’ingiustizia, di povertà, di violenza e di sofferenza che non possono più essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perché sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre più grandi e noi diventeremo sempre più poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di più nell’incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.
Ti invitiamo a camminare insieme perché libertà vuol dire più responsabilità e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d’indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilità e responsabilità.
Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra società i valori della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani, della responsabilità e della speranza, perché vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perché la guerra è guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perché vogliamo una Rai e un’informazione di pace.
Ti invitiamo a camminare insieme perché vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un’agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all’Europa e all’Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell’Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.
Ti invitiamo a camminare insieme perché, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant’anni abbiamo rifatto tante volte, perché crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d’ingiustizia, perché crediamo che la nonviolenza sia “per l’Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, società e realtà migliori”.
Negli ultimi decenni sono già state sprecate tantissime opportunità e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi è diventato necessario e urgente. Per questo c’è bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilità.
Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

* * *

Nell’idea di “fratellanza dei popoli” si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanità, mettere le persone al centro dell’economia e non più il contrario, riconoscere i diritti dei più poveri e dei più deboli e non continuare a calpestarli, gestire l’accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le povertà e le disuguaglianze sociali e non più aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignità al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull’educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunità del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la libertà d’informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l’Europa dei cittadini e la Comunità del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l’Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitù dai combustibili fossili e proteggere l’ambiente, costruire le città dei diritti umani e non le cittadelle dell’odio e dell’esclusione, investire sulla società civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziché sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarietà contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” (articolo 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
Tavola della pace, Movimento Nonviolento
Perugia, 10 giugno 2010
Per adesioni, comunicazioni e informazioni:
Tavola della Pace, via della viola 1 (06122) Perugia - Tel. 075/5736890
- fax 075/5739337 - email segreteria@perlapace.it - www.perlapace.it

17ma settimana alfonsiana, a Palermo dal 24 settembre al 2 ottobre

«I suoi uscirono per prenderlo. Dicevano infatti: è fuori di sé».
Il tema della 17ma Settimana Alfonsiana è la follia di Gesù.
In realtà, all’inizio della follia di Cristo c’è il suo annuncio che il regno di Dio è venuto, è presente tra gli uomini nelle città. Il regno di Dio, infatti, è Lui stesso, Gesù, che fa udire i sordi e parlare i muti, camminare gli zoppi e risorgere i morti, che dà la vista ai ciechi e il Vangelo ai poveri. Un evento inedito e sconvolgente perché travolge il mondo esistente e l’ingiustizia su cui è costituito: mentre dà luogo a un’umanità nuova che la sua parola e i suoi gesti lasciano intravedere. Infine, dire che Gesù è fuori di senno significa svuotarlo di ogni credibilità. E ridurlo a un pupo di cui ci si può prendere gioco. Come avvenne nel pretorio di Pilato quando lo spogliarono e gli misero sulle spalle una clamide, sul capo una corona di acanto e nelle mani per scettro una canna e gli si prostravano. Per burla, per spasso. Non c’è dubbio: Gesù è folle. Come lo sono anche coloro che gli vanno dietro: da Francesco d’Assisi a Alfonso de Liguori a Giuseppe Puglisi. Per informazioni - Padri Redentoristi via Badia 52 - 90145 Palermo - TeleFax 091228317 rivistasegno@libero.it

Programma completo

venerdì 9 settembre 2011

Appello del Coordinamento H al Governo regionale siciliano: ripristinare le somme per abbattere le barriere architettoniche

Salvatore Crispi
«Una mobilitazione di tutte le forze dell’area dei diritti e della tutela delle persone con disabilità, per chiedere il ripristino del capitolo di bilancio della Regione Siciliana che conteneva le somme destinate ai Comuni per rispondere alle richieste delle persone con disabilità, per eliminare le barriere architettoniche all’interno e/o all’esterno della propria unità abitativa». L'appello arriva dal responsabile del Coordinamento H, Salvatore Crispi, che in una nota sottolinea: «L'azzeramento del suddetto capitolo di bilancio comporta sia un’incertezza operativa da parte dei Comuni sia, soprattutto, un profondo disagio nelle persone con disabilità, alcune delle quali, nella certezza di ricevere il contributo hanno anticipato delle spese». Crispi invita alla mobilitazione: - «Il Coordinamento H Onlus ha scritto sia nel giugno scorso, sia in questi giorni, agli organi istituzionali competenti della Regione Siciliana (presidente, assessori dell’Economia e della Famiglia) per chiedere che sia ripristinata la posta in Bilancio. Queste lettere sono rimaste senza risposta; si ritiene – conclude – necessaria una mobilitazione di tutte le forze dell’area dei diritti e della tutela delle persone con disabilità». (andrea uzzo)

sabato 3 settembre 2011

Convegno Acli: critiche al governo non solo dal card. Bertone. Ecco le proposte acliste su fisco e lavoro

Andrea Olivero
Il Segretario di Stato vaticano lo ha scelto come luogo in cui criticare gli ultimi interventi governativi a carico della cooperazione. Tuttavia, il Convegno Acli, che si è svolto in questi giorni a Castelgandolfo, ha formulato non solo critiche, ma anche interessanti proposte. Dal sito di Famiglia Cristiana, ecco la sintesi di Alberto Bobbio sulla presa di posizione aclista (corrispondenza dell'1 settembre 2011):

Acli: Il governo improvvisa
Dure critiche sulla manovra da Andrea Olivero: il premier preoccupato della tenuta della maggioranza, ma non del bene del Paese. Tutte le proposte delle Acli su fisco e lavoro.
«I continui cambiamenti prospettati dal governo in queste ore danno l’immagine di una totale improvvisazione». Andrea Olivero, presidente delle Acli, apre il convegno nazionale a Castelgandolfo e ricorda che «l’equità non può essere di purezza geometrica». Poi aggiunge che l’accordo che si sta raggiungendo con fatica all’interno della maggioranza «contraddice quanto era stato discusso con le parti sociali» e «disattende quanto aveva suggerito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano»: «La manovra è stata corretta in un incontro tutto interno alla maggioranza e tradisce nelle sue modifiche una logica attenta più agli equilibri interni alla coalizione di governo che non al bene complessivo del Paese e dei cittadini». In concreto il presidente delle Acli chiede il ripristino del contributo di solidarietà per i redditi oltre 90 mila euro: «Se non saranno i ricchi a pagare chi pagherà?». Una forte critica viene sulla parte della manovra che prevede la riduzione dei vantaggi fiscali per le cooperative. Inoltre Olivero chiede una «patrimoniale sui grandi beni immobiliari del Paese, affinché anche gli evasori abbiano a pagare almeno in parte», e una «più equa distribuzione delle ricchezza nel Paese, sostenendo in particolare le famiglie e i redditi da lavoro».
In sintesi ecco le proposte delle Acli:
  • Abolizione delle province e una nuova legge elettorale che trasformi i partiti in associazioni di diritto pubblico, finalmente trasparenti e democratici.
  • Un’unica aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti pari al 33 per cento.
  • L’introduzione del “contratto prevalente a tempo indeterminato”, cioè un contratto che diventa a tempo indeterminato al quarto anno dall’assuzione.
  • Detassazione della parte di reddito che deriva dalla contrattazione aziendale. 
  • Ritocco delle pensioni di anzianità e innalzamento dell’età pensionabile anche per le donne, solo se i risparmi servono ad evitare la discriminazione delle donne nel mercato del lavoro, dove hanno salari inferiori a quelli degli uomini.
  • Introduzione di forme di orario lavorativo e fiscali “family friendly”, cioè amiche della famiglia.
  • Sostegno fiscale alle imprese che favoriscono l’occupazione femminile.
Testo integrale della relazione del presidente delle Acli