giovedì 17 marzo 2016

Il Volontariato che dà energia. Incontri provinciali di riflessione e avvio programmazione

Si svolgono in tutte le province della Sicilia. Per quel che riguarda il CeSVoP gli appuntamenti sono a Trapani il 19 marzo, a Caltanissetta l'1 aprile, ad Agrigento il 4 aprile a a Palermo l'8 aprile. Tutti gli incontri sono dalle ore 9,30 alle 17. Qui sotto i luoghi e gli altri dettagli nella lettera di invito della presidente del CeSVoP, Giuditta Petrillo.

Care e cari Presidenti delle Organizzazioni di Volontariato della Sicilia occidentale,

dopo l'esperienza nel 2015 che nei territori della Sicilia occidentale ci ha portato ad ampliare le "alleanze" e ad incrociare le nostre strade con quelle di istituzioni, enti locali e realtà sociali alla riscoperta dei beni comuni e di nuovi percorsi di inclusione sociale e partecipazione, è tempo di dare continuità e più forza al percorso. Possiamo partire dai risultati rilevanti che abbiamo ottenuto: il miglioramento e potenziamento del coordinamento e della cooperazione fra organizzazioni di volontariato; l'attenzione ai beni comuni e agli strumenti amministrativi che si possono attivare per una gestione e tutela partecipata degli spazi pubblici; l'attivazione di nuove esperienze di Case del Volontariato; progetti e attività di animazione territoriale; percorsi educativi e di sensibilizzazione sulle risorse dei territori e sull'attenzione ai meno tutelati, ecc.

Per dare ulteriori prospettive a tutto questo impegno, volevo invitarvi a degli incontri provinciali nei quali rifletteremo su quale ruolo e impegni assumere come volontari alla luce della situazione "fotografata" dalla recente Ricerca che abbiamo condotto sui bisogni del volontariato siciliano e sulla scorta dei possibili scenari che potrebbero delinearsi con la Riforma del Terzo settore che è in discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato. Tale Riforma ha aperto un ampio dibattito a livello nazionale, tanto da sollecitare una ulteriore autoconvocazione del volontariato italiano che si svolgerà a Lucca, nell'ambito del Festival del Volontariato, dal 14 al 17 aprile 2016. In particolare, fra i temi posti in questione dal disegno di legge delega vi sono anche: le modalità e le forme di rappresentanza del volontariato; i rapporti all'interno del Terzo settore; i meccanismi di finanziamento del volontariato stabiliti dalla legge 266/91; il sistema e il ruolo dei Centri di Servizio per il Volontariato.

Dentro tale cornice si intrecciano, dunque, orizzonti e problematiche inedite. Per questo, negli incontri provinciali che il CeSVoP vi propone, dovremo affrontare importanti domande: quali forme sta assumendo il volontariato nelle nostre realtà? Che sfide dovranno affrontare le OdV? Come reinterpretare l'intuizione del CeSVoP di garantire alle OdV le delegazioni territoriali, come "luoghi" di confronto e progettazione comune? Quali coordinate operative seguire in continuità con la programmazione sin qui svolta, sia a livello distrettuale che interdistrettuale? Quali strumenti di coordinamento fra le OdV? Quali spazi creare per forme di nuova socialità e solidarietà, di partecipazione e integrazione sociale, di crescita della consapevolezza dei diritti?

Si tratta di interrogativi di non poco conto e a cui tenteremo di dare risposte nel corso degli incontri che si terranno:

- il 19 marzo 2016 con le OdV della provincia di Trapani, presso Oratorio Salesiano in Via G.B. Fardella 28, Trapani (MAPPA), dalle ore 9,30 alle 17;
- l'1 aprile 2016 con le OdV della provincia di Caltanissetta, presso la Casa del Volontariato e delle Culture, via Xiboli 310, Caltanissetta (MAPPA), dalle ore 9,30 alle 17;
- il 4 aprile 2016 con le OdV della provincia di Agrigento, presso la Sezione esterna della Biblioteca comunale Santo Spirito al Centro civico commerciale, Via Fontanelle 33, Fontanelle-Agrigento (MAPPA)
, dalle ore 9,30 alle 17;
- l'8 aprile 2016 con le OdV della provincia di Palermo, presso l'Opera Pia Santa Lucia, Via Principe di Belmonte 105, Palermo (MAPPA), dalle ore 9,30 alle 17.

In attesa di vederci negli incontri suindicati, vi porgo i miei più cordiali saluti.

Giuditta Petrillo, presidente del CeSVoP

3 ottobre, in Italia sarà la Giornata della Memoria delle vittime dell'immigrazione

Il 3 ottobre sarà la Giornata della memoria, in ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione. Il 16 marzo mattina è arrivato l’ok definitivo del Senato. Hanno votato a favore 143 senatori, mentre 9 sono stati i no e 69 gli astenuti. Il provvedimento ora è legge. La Giornata in memoria delle vittime dell''immigrazione sarà celebrata in tutta Italia nell’ anniversario della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando a causa del naufragio di una imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti vi furono 368 morti accertati e circa 20 dispersi.
"Per noi quella di oggi è una grande vittoria - sottolinea soddisfatto ed emozionato Tareke Brhane, portave del Comitato 3 ottobre, - ed è soprattuto un riconoscimento importante per il dolore di tutti i familiari delle vittime, ma anche per il lavoro fatto in questi anni dalle organizzazioni e dalla sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini. Sono passati 854 giorni dalla tragedia, sono stati giorni non facili, in cui abbiamo dovuto contare tante altre vittime. La Giornata della memoria servirà a ricordare tutto questo. Per noi oggi non è la fine ma l'inizio di un percorso - aggiunge -: vogliamo spiegare ai giovani quello che è successo tre anni fa e che purtroppo succede ancora troppo spesso". Anche Branhe è arrivato in Italia via mare, e oggi è un rifugiato politico nel nostro paese: "per me è un'emozione fortissima a livello anche personale, perché so cosa significa rischiare la vita in mare". Il Comitato 3 Ottobre aveva presentato la proposta di legge a novembre 2013. I primi firmatari sono stati Ermete Realacci, Paolo Beni e Khalid Chaouki.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Senato Pietro Grasso: ''la Repubblica riconosce il giorno 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell''immigrazione, di seguito denominata ''Giornata nazionale'', al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria - scrive sul suo profilo Facebook - Era il 3 ottobre del 2013 quando un barcone affondò vicino a Lampedusa: solo quel giorno morirono 366 persone- ricorda Grasso- dall'inizio del 2015 sono state circa 4.200 le vittime nel Mediterraneo. Fermiamoci un solo istante, proviamo a scomporre questo numero enorme in tante singole persone e ad associare ad ognuna un nome, un volto, desideri, sogni, paure, debolezze: così possiamo capire quanto grande sia la tragedia che si consuma giorno dopo giorno a largo delle nostre coste". I barconi "affondano anche sotto il peso del fardello delle storie di chi fugge da orribili tragedie, da guerre, da povertà assoluta. Sono uomini e donne come noi che però non hanno più nulla e che cercano disperatamente un futuro- dice il presidente del Senato- l'Europa deve superare egoismi e divisioni: dobbiamo fare la nostra parte, ricordare le vittime ma, soprattutto, agire per evitare che altre migliaia di persone trovino la morte nei nostri mari". "L'approvazione oggi della legge che istituisce la Giornata per la memoria vittime migranti è un segno civiltà del nostro Parlamento"ha scritto su Twitter la presidente della Camera, Laura Boldrini.
L'Unhcr: "Momento di profonda riflessione". Secondo L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiat, “l’approvazione di tale legge arriva in un momento storico senza precedenti per il Mediterraneo e l’Europa intera”. “L’istituzione ufficiale di una giornata della memoria e dell’accoglienza – dichiara Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa – rappresenta un passo importante per ricordare tutte le vittime dell’immigrazione e una grande opportunità per la scuola italiana per affrontare il tema dell’asilo e dell’integrazione. Dal 3 ottobre 2013 ad oggi l’Unhcr stima che oltre 8 mila persone abbiano perso la vita in mare di cui circa 450 solo nei primi mesi del 2016. Finora quest’anno oltre 153 mila persone, di cui un terzo bambini, hanno attraversato il Mediterraneo e il 96% di loro proviene dai 10 principali paesi produttori di rifugiati”. L’Unhcr auspica che la Giornata della memoria e dell’accoglienza “promuova una profonda riflessione sulla istituzione di vie legali che consentano alle persone in fuga di arrivare in Europa senza rischiare la vita in mare”.
Save the Children: “La Giornata si traduca in un impegno concreto concreto di accoglienza”. Il direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaela Milano, afferma: “Accogliamo con soddisfazione la notizia dell’istituzione del 3 ottobre come Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione approvata oggi dal Senato, che assume un significato simbolico perché votata alla vigilia di un vertice europeo di grande valenza, dal quale attendiamo una risposta concreta all’emergenza umanitaria in atto”.
Da quel tragico 3 ottobre, l’Italia ha assunto un forte impegno nel salvataggio delle vite umane. “Ciononostante – precisa la Milano -, ancora molto rimane da fare. Il dramma dei migranti continua a perpetrarsi davanti ai nostri occhi, dentro ai confini europei. Non possiamo ignorare le ripetute violazioni dei diritti umani e la chiusura arbitraria delle frontiere, che provocano grande sofferenza e deprivazione per i migranti, e le morti in mare, che rimangono purtroppo una terribile realtà all’ordine del giorno. Solo ponendo fine al susseguirsi di questi tragici eventi con politiche adeguate di accoglienza a livello europeo si coglierebbe davvero il senso più profondo di questa Giornata”. (fonte Redattore sociale)

L'aula del Senato inizia l'esame del Disegno di legge delega sulla Riforma del Terzo settore

E' arrivato il via libera della Commissione Affari Costituzionali al testo del ddl delega: da oggi, 17 marzo 2016, l'Aula di Palazzo Madama analizza il provvedimento (se vuoi seguire la seduta in diretta CLICCA QUI e per scaricare il testo in discussione CLICCA QUI).
Ancora da sciogliere i nodi sulla nascita della Fondazione Italia Sociale.
Dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali, che ieri ha concluso l'analisi dei numerosi emendamenti presentati, arriva oggi in Aula al Senato il disegno di legge delega di riforma del terzo settore e di istituzione del servizio civile universale. Un testo che giunge all'Assemblea cambiato rispetto a quello approvato dalla Camera nell'aprile 2015 e che, nelle intenzioni del governo e della maggioranza, una volta licenziato da Palazzo Madama dovrà poi ritornare blindato alla Camera per l'approvazione definitiva.
Dopo le modifiche attuate la scorsa settimana, nelle due sedute del 15 e 16 marzo la Commissione ha votato gli emendamenti relativi all'articolo 9 (quello riguardante il fisco) e agli articoli 10 e 11 sulle disposizioni transitorie e la previsione di relazione al Parlamento. Non è stato invece messo ai voti l'emendamento presentato in extremis dal governo con l'istituzione della Fondazione Italia Sociale, che ha suscitato un vivace dibattito destinato a trasferirsi dalla Commissione all'Aula, tenendo conto che l'esecutivo ha deciso di non insistere in Commissione (ritirando l'emendamento) per confrontarsi direttamente in Aula, dove sarà riproposto in una versione però riveduta e corretta, tenendo conto delle più interessanti proposte di modifica giunte finora.
Il tema della Fondazione è piuttosto dibattuto. Secondo il relatore Stefano Lepri (Pd) l'obiettivo da considerare è l'istituzione di una struttura statale, a livello nazionale, che sia capace di attrarre le donazioni di imprese e cittadini, sotto forma di prestiti, erogazioni a fondo perduto o anticipazioni di capitale, destinate agli enti del Terzo settore. La Fondazione offrirebbe garanzie circa la destinazione pubblica delle risorse e l'elevato impatto sociale e occupazionale dei progetti realizzati. Rispetto alla prima formulazione, l'intendimento è quello di accogliere alcune proposte di modifica, a partire da quella che precisa come i soggetti che beneficeranno delle iniziative della Fondazione saranno esclusivamente gli enti del Terzo settore (e non più genericamente gli interventi innovativi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi che, senza scopo di lucro, siano idonei a conseguire con un elevato impatto sociale e occupazionale). D'altro canto, verrà eliminata la previsione che il patrimonio della Fondazione possa essere incrementato anche da apporti dello Stato o di soggetti pubblici: “Se si intende incentivare la donazione da parte di privati, imprese e cittadini, sarebbe irragionevole – argomenta il relatore Lepri - consentire la destinazione di risorse anche da parte di soggetti pubblici”. Sarà anche proposto di acquisire il parere delle competenti Commissioni parlamentari per l'approvazione dello statuto della Fondazione, ed è plausibile che le attività svolte e le risorse impiegate siano oggetto di una apposita relazione al Parlamento.
Modifiche che non piacciono più di tanto alle opposizioni. Forza Italia (con la senatrice Bernini) fa notare la natura incerta della Fondazione, ne sottolinea i tratti di rigidità, critica lo stanziamento iniziale a carico dello Stato e paventa un turbamento al settore delle charity e del volontariato (la nuova Fondazione godrebbe, proprio grazie al contributo statale, di un vantaggio competitivo). Il Movimento 5 Stelle, con il senatore Crimi, ha sottolineato a netta contrarietà del gruppo alla proposta, mentre Sel (con la senatrice De Petris) ha evidenziato il rischio che la struttura attragga il flusso di donazioni private, drenando risorse che altrimenti sarebbero destinate alle associazioni di volontariato già esistenti, e si è espresso in modo molto severo circa il fatto che non venga indicato dal testo proposto dal governo il soggetto competente a definire le priorità e la scelta dei progetti da realizzare. Ma proposte di modifica corpose arrivano anche da dentro il Pd.
Rispondendo ad alcune sollecitazioni, il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba ha ribadito che “lo strumento della Fondazione non è affatto alternativo rispetto all'intervento del welfare pubblico o agli enti del Terzo settore” e che l'iniziativa (che si richiama a una analoga esperienza francese) ha lo scopo di “organizzare l'area della filantropia, attraendo i grandi donatori che preferiscono affidarsi a un ente strutturato e organizzato, piuttosto che costituire fondazioni di carattere privato”. Bobba spiega che la Fondazione, pur avendo una finalità pubblica, avrà natura giuridica privata, sull'esempio di ciò che avviene già oggi per l'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova. Il nuovo soggetto avrà natura operativa, in quanto assumerà la responsabilità - anche sulla base delle competenze che saprà incorporare - nella gestione e nella realizzazione di progetti di alto valore sociale e occupazionale, i quali potranno riguardare (è una delle proposte di modifica che potrebbe essere accolta) principalmente i territori disagiati. Secondo Bobba “il nuovo soggetto avrà un valore complementare rispetto agli enti del Terzo settore, grazie alla sua capacità di attrarre le donazioni dei soggetti privati rilevanti sotto il profilo economico e scoraggiando, al contempo, la moltiplicazione di fondazioni di piccola entità”. La Fondazione non beneficerà di trattamenti fiscali privilegiati. Sebbene quindi “non vi sia una garanzia sul risultato dell'iniziativa” Bobba afferma di ritenere che le condizioni siano favorevoli per conseguire l'obiettivo di finalizzare le risorse al miglioramento della qualità e della consistenza dei progetti con finalità sociale. Un auspicio sul quale da oggi dovrò pronunciarsi l'Aula del Senato. (ska) (fonte Redattore sociale)