
Per nulla incoraggianti i dati con molte associazioni ancora senza una sede, un computer. Il 28% mantiene una sede con mezzi propri e grandi sacrifici; il 18% ha ottenuto dal Comune un locale in comodato d’uso; un altro 18% frequenta i locali della parrocchia, prestando servizio nel territorio ristretto, ma con un plus di formazione che porta a collegamenti con le reti cittadine. Quarantasette le associazioni che hanno preso parte alla giornata di studi. Nei territori il 70% del volontariato è d’ispirazione cristiana.
«Occorre attuare una proposta di impegno sociale e del dono in cui la cultura del bene comune deve diventare la piattaforma da cui partire grazie anche ad un volontariato che è dotato di grandi capacità relazionali», ha detto Maria Grazia Turconi Lojacono, responsabile culturale regionale Avulss.
«Ispirati dal Vangelo a questo nobile compito – ha detto il Vescovo Mons. Michele Pennisi - i volontari ed in modo particolare i cristiani sono chiamati, cittadini tra i cittadini, a convergere per realizzare nuovi pensieri e opere capaci di dare speranza agli ultimi. In una società dominata dalla brama dell’avere e del possedere per consumare e della quale così spesso sono messe in rilievo le ombre e le manifestazioni deteriori continua il Vescovo - il volontariato offre la testimonianza del permanere di vivaci e genuine energie spirituali che mettono in evidenza il primato del dono e del servizio disinteressato, teso a costruire una società solidale». D’accordo don Fortunato di Noto, presidente dello Sportello Meter: «C’è una rete matura che realizza iniziative incontrando quotidianamente persone, tenendo uniti i fragili, i senza voce. Ascoltare – ha continuato – significa comprendere le richieste di chi chiede aiuto in maniera disinteressata e diretta». «Un volontariato buono non è opera di pochi - ha riferito Edoardo Patriarca, già presidente dell’Agesci a attuale segreterio delle Settimane Sociali dei Cattolici - oggi occorre lavorare per una espressione organizzata del cattolicesimo, per arrivare a delineare il volto di una città più aperta e abitabile, trasparente e aperta ai giovani».
Enzo Madonia, Presidente del MoVI a Gela afferma che «l’importanza di questo incontro sta nell’aver capito l’importanza della dimensione politica del volontariato che significa non fermarsi a sostenere gli ultimi, ma liberarli dalla schiavitù a cui costringe l’assistenza e per questo è necessario confrontarsi con chi è responsabile delle politiche sociali in ogni città. Il MoVI – continua Madonia – insieme alla Caritas, lavorerà perché si creino in tutti i comuni, i coordinamenti del volontariato, in cui saranno rappresentate le istanze dell’associazionismo laico e cattolico: la parola d’ordine è convergere. I coordinamenti, si occuperanno della formazione permanente del volontariato e delle politiche sociali, utilizzando gli strumenti dei Centri di Servizio e della Fondazione con il Sud».
Info 346/3720323