martedì 7 luglio 2015

Amministrare con i cittadini, manifestazione a Palermo

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Giovedì 9 luglio alle ore 18.30 in piazza Castelnuovo a Palermo per una maggiore partecipazione nelle scelte amministrative, trasparenza, programmazione, qualità ambientale, architettonica, urbana. Si tratta di una manifestazione di piazza, alla vigilia del 391° Festino di Santa Rosalia, ricca di eventi creativi e di sorprese, affinché, finalmente a Palermo, le scelte amministrative:
- siano partecipate e non più imposte dall'alto;
- siano trasparenti e quindi rese note con tutti i mezzi possibili, (p.e. progetti delle grandi opere pubblicati sul sito del comune, affissi in spazi appositi come per legge);
- facciano parte di una programmazione generale di base, organica e condivisa;
- scaturiscano da competenze e responsabilità specifiche e dichiarate;
- esprimano una necessaria consapevolezza ambientale (no ad un taglio non indispensabile di alberi, si alla applicazione del regolamento già esistente sul verde, ecc.);
- garantiscano una alta qualità architettonica (si a progetti che ri-conoscano il 'valore' della città e delle sue parti, redatti da professionisti qualificati o tramite concorsi di progettazione, ecc).
I promotori dell'iniziativa chiedono:
- l'esecuzione in corso di tram, anello e passante ferroviario trovi i necessari aggiustamenti;
- il completamento di queste grandi opere sia un reale beneficio per la città, a tutti i livelli.
Inoltre, essi spingono affinché si approvino e si mettano subito in atto normative e strumentazioni (chieste già da tempo) indispensabili per una partecipazione strutturata da parte della cittadinanza alle scelte amministrative:
- vengano approvate le 8 consulte sul verde, mobilità, opere pubbliche, beni comunali, urbanistica, ambiente e salute, trasparenza e partecipazione, differenze di genere e pari opportunità (le consulte del verde, mobilità e lavori pubblici possono diventare subito tavoli permanenti di intermediazione con la cittadinanza sulle grandi opere);
- il titolo II, almeno, del nuovo statuto comunale redatto assieme la cittadinanza contenente nuovi strumenti di partecipazione, trasparenza e programmazione quali il bilancio partecipativo, il referendum abrogativo e propositivo, ecc
- il nuovo regolamento sulla gestione beni comuni redatto dalle associazioni cittadine.
All'iniziativa, oltre a centinaia di cittadini e cittadine di Palermo, sinora hanno aderito:
ALBERIAMOPALERMO
ANGHELOS CENTRO STUDI SULLA COMUNICAZIONE
CIRCOLO LEGAMBIENTE MESOGEO
COMITATO BENE COLLETTIVO
COMITATO CENTRO STORICO
COMITATO PER LA RINASCITA DELLA COSTA E DEL MARE
COMITATO VIASICILIAVIALELAZIO
CONSULTE A PALERMO QUANDO?
DECIDIAMOLO INSIEME
GRUPPO RICERCA ECOLOGICA
GUERRILLA GARDENING
LIPU
OLTREVERDE CODIFAS
PALERMODAFARE
PROFESSIONISTI LIBERI
RENURBAN
TOURING CLUB ITALIANO
VOCI ATTIVE
WWF Sicilia Nord Occidentale, già WWF Palermo

Coordinamento generale e portavoce è il  Comitato di cittadini per il Bene Collettivo
per info: comitato@benecollettivo.it ; tel 091341791; pagina facebook
Comitato bene collettivo amministrarre con i cittadini
e in particolar modo sull'evento https://www.facebook.com/events/1665631653670899/
Inoltre: Alberiamo Palermo
https://www.facebook.com/pages/AlberiAMO-Palermo/984142508292883?fref=ts
e Consulte Civiche a Palermo Quando?
https://www.facebook.com/groups/1024430817584494/?fref=ts

Il Papa in Ecuador, una riflessione sulla famiglia e sulla speranza

Riportiamo il testo dell'omelia che papa Francesco ha pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica nel Parco de los Samanes a Guayaquil in Ecuador (prima tappa del suo viaggio in America Latina), lunedì 6 luglio 2015. Si tratta di un testo che, oltre a sviluppare il tema della famiglia, si apre a una riflessione sulla speranza che va riscoperta anche laddove sembra che non vi sia più nulla da fare. Pure nei casi estremi occorre ricordare che "il vino migliore sta per arrivare".

Il brano del Vangelo che abbiamo ora ascoltato (Gv 2,1-11) rappresenta il primo segno prodigioso che si realizza nella narrazione del Vangelo di Giovanni. La preoccupazione di Maria, divenuta supplica a Gesù: “Non hanno più vino” – Gli dice –, e il riferimento a “l’ora” si comprenderanno dopo, nei racconti della Passione.
Ed è bene che sia così, perché questo ci permette di scorgere l’ansia di Gesù di insegnare, accompagnare, guarire e rallegrare a partire da quell’appello di sua madre: “Non hanno più vino”.
Le nozze di Cana si rinnovano in ogni generazione, in ogni famiglia, in ognuno di noi e nei nostri sforzi perché il nostro cuore riesca a trovare stabilità in amori duraturi, in amori fecondi, in amori gioiosi. Facciamo spazio a Maria, “la madre”, come afferma l’Evangelista. E facciamo ora insieme a lei l’itinerario di Cana.
Maria è attenta, è attenta in quelle nozze già iniziate, è sollecita verso le necessità degli sposi. Non si isola in sé stessa, centrata nel proprio mondo, al contrario, l’amore la fa “essere verso” gli altri. Nemmeno cerca le amiche per commentando quello che sta succedendo e criticare la cattiva preparazione delle nozze. E perché sta attenta, con la sua discrezione, si rende conto che manca il vino. Il vino è segno di gioia, di amore, di abbondanza. Quanti adolescenti e giovani percepiscono che nelle loro case ormai da tempo non c’è più di quel vino! Quante donne sole e rattristate si domandano quando l’amore se n’è andato, quando l’amore è colato via dalla loro vita! Quanti anziani si sentono lasciati fuori dalle feste delle loro famiglie, abbandonati in un angolo e ormai senza il nutrimento dell’amore quotidiano dei loro figli, dei loro nipoti, pronipoti! La mancanza di quel vino può essere anche la conseguenza della mancanza di lavoro, delle malattie, delle situazioni problematiche che le nostre famiglie in tutto il mondo attraversano. Maria non è una madre che “pretende”, nemmeno è una suocera che vigila per divertirsi delle nostre inesperienze, dei nostri errori o delle disattenzioni. Maria, semplicemente, è madre! È presente, attenta e premurosa. E’ bello ascoltare questo: Maria è Madre. Provate a dirlo tutti insieme con me? Forza: Maria è Madre! Ancora: Maria è Madre! Ancora: Maria è Madre!
Maria però, in quel momento in cui si accorge che manca il vino, si rivolge con fiducia a Gesù. Questo significa che Maria prega. Non va dal maggiordomo, ma presenta direttamente la difficoltà degli sposi a suo Figlio. La risposta che riceve sembra scoraggiante: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».(v. 4). Ma intanto lei ha posto il problema nelle mani di Dio. La sua premura per le necessità degli altri anticipa “l’ora” di Dio. E Maria è parte di quell’ora, dal presepe fino alla croce. Lei, che seppe «trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 286), e ci ricevette come figli quando una spada le trafiggeva il cuore. Ella ci insegna a porre le nostre famiglie nelle mani di Dio; ci insegna a pregare, alimentando la speranza che ci indica che le nostre preoccupazioni sono anche preoccupazioni di Dio.
E pregare ci fa sempre uscire dal recinto delle nostre preoccupazioni, ci fa andare oltre quello che ci fa soffrire, quello che ci agita o che ci manca, e ci aiuta a metterci nei panni degli altri. La famiglia è una scuola dove il pregare ci ricorda anche che c’è un “noi”, che esiste un prossimo vicino, evidente, che vive sotto lo stesso tetto, che condivide con noi la vita e ha delle necessità.
E, alla fine, Maria agisce. Le parole: “Fate quello che vi dirà” (v. 5), rivolte a quelli che servivano, sono un invito rivolto anche a noi, a metterci a disposizione di Gesù, che è venuto per servire e non per essere servito. Il servizio è il criterio del vero amore. Chi ama serve, si mette al servizio degli altri. E questo si impara specialmente nella famiglia, dove ci facciamo per amore servitori gli uni degli altri. In seno alla famiglia, nessuno è escluso, tutti valgono lo stesso. Mi ricordo che una volta chiesero a mia mamma quale dei suoi cinque figli – perché noi siamo cinque fratelli – quale dei suoi cinque figli amava di più. E lei disse [mostra la mano]: “Come le dita, se mi pungono questo mi fa male lo stesso come se mi pungono questo”. Una madre ama i suoi figli come sono. E in una famiglia i fratelli si amano come sono. Nessuno è scartato.
Lì nella famiglia «si impara a chiedere permesso senza prepotenza, a dire “grazie” come espressione di sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare l’aggressività o l’avidità, e lì si impara anche a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male, quando litighiamo. Perché in ogni famiglia ci sono litigi. Il problema è dopo, chiedere perdono. Questi piccoli gesti di sincera cortesia aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda» (Enc. Laudato si’, 213). La famiglia è l’ospedale più vicino: quando uno è malato lo curano lì, finché si può. La famiglia è la prima scuola dei bambini, è il punto di riferimento imprescindibile per i giovani, è il miglior asilo gli anziani. La famiglia costituisce la grande ricchezza sociale, che altre istituzioni non possono sostituire, che dev’essere aiutata e potenziata, per non perdere mai il giusto senso dei servizi che la società presta ai suoi cittadini. In effetti, questi servizi che la società presta ai suoi cittadini non sono una forma di elemosina, ma un autentico “debito sociale” nei confronti dell’istituzione familiare, che è la base e che tanto apporta al bene comune.
La famiglia forma anche una piccola Chiesa, la chiamiamo “Chiesa domestica”, che, oltre a dare la vita, trasmette la tenerezza e la misericordia divina. Nella famiglia la fede si mescola al latte materno: sperimentando l’amore dei genitori si sente più vicino l’amore di Dio.
E nella famiglia – di questo siamo tutti testimoni – i miracoli si fanno con quello che c’è, con quello che siamo, con quello che uno ha a disposizione; e molte volte non è l’ideale, non è quello che sogniamo e neppure quello che “dovrebbe essere”. C’è un particolare che ci deve far pensare: il vino nuovo, quel vino così buono come dice il maestro di tavola alle nozze di Cana, nasce dalle giare della purificazione, vale a dire, dal luogo dove tutti avevano lasciato il loro peccato; nasce dal peggio: «dove abbondò il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20). In ciascuna delle nostre famiglie e nella famiglia comune che formiamo tutti, nulla si scarta, niente è inutile. Poco prima di cominciare l’Anno Giubilare della Misericordia, la Chiesa celebrerà il Sinodo Ordinario dedicato alle famiglie, per maturare un vero discernimento spirituale e trovare soluzioni e aiuti concreti alle molte difficoltà e importanti sfide che la famiglia oggi deve affrontare. Vi invito ad intensificare le vostre preghiere per questa intenzione, perché persino quello che a noi sembra impuro – come l’acqua delle giare –, che ci scandalizza o ci spaventa, Dio – facendolo passare attraverso la sua “ora” – lo possa trasformare in miracolo. La famiglia oggi ha bisogno di questo miracolo.
Tutta questa storia ebbe inizio perché “non avevano più vino”, e tutto si è potuto compiere perché una donna – la Vergine – è stata attenta, ha saputo porre nelle mani di Dio le sue preoccupazioni, ed ha agito saggiamente e con coraggio. Però c’è un particolare, non è da meno il dato finale: hanno gustato il vino migliore. E questa è la buona notizia: il vino migliore è quello che sta per essere bevuto, la realtà più amabile, la più profonda e la più bella per la famiglia deve ancora arrivare. Viene il tempo in cui gustiamo l’amore quotidiano, in cui i nostri figli riscoprono lo spazio che condividiamo e gli anziani sono presenti nella letizia di ogni giorno. Il vino migliore è ‘in speranza’, sta per venire per ogni persona che accetta il rischio di amare. E nella famiglia bisogna correre il rischio dell’amore, bisogna arrischiarsi ad amare. E il migliore dei vini sta per venire, anche se tutte le possibili variabili e le statistiche dicessero il contrario. Il vino migliore sta per venire per quelli che oggi vedono crollare tutto. Sussurratevelo fino a crederci: il vino migliore sta per arrivare. Sussurratevelo ciascuno nel suo cuore: il vino migliore sta per venire. E sussurratelo ai disperati e a quelli con poco amore: abbiate pazienza, abbiate speranza, fate come Maria, pregate, agire, aprite il cuore, perché il migliore dei vini sta per venire. Dio si avvicina sempre alle periferie di coloro che sono rimasti senza vino, di quelli che hanno da bere solo lo scoraggiamento; Gesù ha una preferenza per versare il migliore dei vini a quelli che per una ragione o per l’altra ormai sentono di avere rotto tutte le anfore.
Come ci invita a fare Maria, facciamo “quello che Dio ci dice” (cfr Gv 2,5). Fate quello che Lui vi dice. E siamo grati perché in questo nostro tempo e in questa nostra ora, il vino nuovo, il migliore, ci fa recuperare la gioia della famiglia, la gioia di vivere in famiglia.
Così sia.

Ipotesi per il dopo Borsellino, fra le possibilità anche l'incarico a Santo Carnazzo

Fra le ipotesi che si fanno - dopo le dimissioni di Lucia Borsellino - per il nuovo nome dell'Assessore regionale della Salute, vi è quella di Santo Carnazzo, docente universitario, esponente del volontariato e già presidente del CSV Etneo. Ecco come il Giornale di Sicilia del 7 luglio 2015 riporta la notizia (clicca sull'immagine per ingrandirla).

Sensibilizzazione e prevenzione... l'iniziativa estiva dei Serena a Palermo

L'associazione di volontariato Serena a Palermo che segue le donne affette da cancro al seno ha proposto una bella iniziativa estiva per promuovere la prevenzione e sensibilizzare sulle problematiche riguardanti le donne colpite dalla malattia. Qui sotto l'articolo del Giornale di Sicilia del 6 luglio 2015 che racconta l'evento (clicca sull'immagine per ingrandirla).