«Sono convinto che impegnarsi nel sociale e nel volontariato senza battersi per eliminare le ingiustizie e l’emarginazione sia pura ipocrisia o, nella migliore delle ipotesi, un atto inutile per la collettività. I poveri hanno bisogno di aiuto e al tempo stesso di giustizia perché l’aiuto senza giustizia li sostiene solo momentaneamente, ma li lascia poveri e senza diritti. In molti per fortuna, crediamo quindi a un volontariato dell’aiuto e per i diritti, a un volontariato della solidarietà gratuita e che lotta per la giustizia sociale. Perciò in molti ci sentiamo coinvolti nei referendum di domenica e lunedì, perché non li sentiamo come parte del teatrino dei partiti, ma come terreni della vita di tutti noi come cittadini portatori di diritti, come padri, madri e figli. Abbiamo tutti bisogno dell’acqua per vivere e per far crescere ciò che mangiamo. E’ un po’ come l’aria. Non è possibile quindi che l’acqua sia affidata alla gestione dei privati. Non ha senso. Se si pensa che alcuni Enti pubblici la gestiscano male, la soluzione non è darla in gestione all’impresa perché ne faccia un reddito, facendola magari costare di più. La soluzione è fare funzionare meglio la politica e gli Enti che gestiscono l’acqua perché stanno gestendo un pezzo fondamentale della democrazia e della nostra stessa vita. La soluzione, come sempre, è l’impegno e l’attenzione dei cittadini, la partecipazione per il controllo di un bene che è di tutti e non può essere oggetto di vendita. Su questi referendum voterò i primi 2 SI’.
Sul referendum per l’energia nucleare le cose sembrano estremamente chiare. Non è etico assumersi rischi e costi che saranno pagati certamente dai nostri figli e nipoti perché pensiamo che forse ci sarebbero dei vantaggi. La scienza è già in grado di fare molto di più, sia sulle energie rinnovabili che su fonti come il gas, l’idrogeno e le biomasse. Non è caso di rischiare su queste cose. Molti altri Paesi hanno ormai scelto di abbandonare il nucleare per puntare alle nuove fonti di energia che sono amorevoli e rispettose verso il futuro e le nuove generazioni e che creano moltissimi posti di lavoro e sviluppo. Il nucleare interessa solo pochi grandi investitori e, ammesso che ci si salvi da disastrosi incidenti, lascia al futuro enormi carichi di scorie pericolosissime da gestire. Non sembra una scelta intelligente; non sembra una scelta solidale. Su questo referendum voterò il terzo SI’.
Infine penso di votare sì al quesito sul legittimo impedimento perché credo che chi ha responsabilità pubbliche e accetta il compito di gestire i beni comuni non deve avere nulla da nascondere e deve essere sempre disponibile a verifiche e controlli, anche quando questi sono molto maggiori rispetto a quelli di altri cittadini. E’ il giusto prezzo da pagare al ruolo pubblico e al potere. Non è un tema di scelta fra i partiti; mi sembra invece la difesa di un diritto di controllo della comunità su tutta la politica sia quella che per ora è al governo, che quella che desidera andarci in futuro. E’ un tema che non deve avere colore politico perché il controllo deve essere per tutti, chiunque essi siano, a qualsiasi forza politica appartengano. Consideriamo questo un “bene comune” al pari dell’aria, dell’ “acqua”, della salute del nostro ambiente. Possiamo forse chiamarlo “trasparenza dei rappresentanti” e dobbiamo pretenderlo. Su questo referendum voterò il quarto SI’.
Se non si raggiungerà il quorum sarà davvero un'occasione mancata per la comunità e "non cambierà nulla"! Sono referendum che interessano la gente comune, non i partiti e nessuno dovrebbe dare a questo voto un valore politico. Non dovrebbe farlo la maggioranza, ma nemmeno l’opposizione che non deve strumentalizzare problemi così seri per recuperare consensi. Non dimentichiamo che in passato le posizioni del centrosinistra sull’acqua non sono state lontane da quelle sostenute dall’attuale maggioranza. A votare dobbiamo andare tutti per dare un segnale forte, come cittadini, a tutta la politica, senza riguardo ai colori in campo, soprattutto per dire che "i beni comuni" ci stanno a cuore e che chiunque governi deve rispettarli e gestirli come diritti fondamentali di tutti i cittadini.
Facciamoci questo regalo, in occasione dei 150 anni della nostra Italia: andiamo a votare e portiamo con noi parenti, amici, vicini di casa!»
Ferdinando Siringo
Presidente del Movimento del Volontariato Italiano Sicilia
Sul referendum per l’energia nucleare le cose sembrano estremamente chiare. Non è etico assumersi rischi e costi che saranno pagati certamente dai nostri figli e nipoti perché pensiamo che forse ci sarebbero dei vantaggi. La scienza è già in grado di fare molto di più, sia sulle energie rinnovabili che su fonti come il gas, l’idrogeno e le biomasse. Non è caso di rischiare su queste cose. Molti altri Paesi hanno ormai scelto di abbandonare il nucleare per puntare alle nuove fonti di energia che sono amorevoli e rispettose verso il futuro e le nuove generazioni e che creano moltissimi posti di lavoro e sviluppo. Il nucleare interessa solo pochi grandi investitori e, ammesso che ci si salvi da disastrosi incidenti, lascia al futuro enormi carichi di scorie pericolosissime da gestire. Non sembra una scelta intelligente; non sembra una scelta solidale. Su questo referendum voterò il terzo SI’.
Infine penso di votare sì al quesito sul legittimo impedimento perché credo che chi ha responsabilità pubbliche e accetta il compito di gestire i beni comuni non deve avere nulla da nascondere e deve essere sempre disponibile a verifiche e controlli, anche quando questi sono molto maggiori rispetto a quelli di altri cittadini. E’ il giusto prezzo da pagare al ruolo pubblico e al potere. Non è un tema di scelta fra i partiti; mi sembra invece la difesa di un diritto di controllo della comunità su tutta la politica sia quella che per ora è al governo, che quella che desidera andarci in futuro. E’ un tema che non deve avere colore politico perché il controllo deve essere per tutti, chiunque essi siano, a qualsiasi forza politica appartengano. Consideriamo questo un “bene comune” al pari dell’aria, dell’ “acqua”, della salute del nostro ambiente. Possiamo forse chiamarlo “trasparenza dei rappresentanti” e dobbiamo pretenderlo. Su questo referendum voterò il quarto SI’.
Se non si raggiungerà il quorum sarà davvero un'occasione mancata per la comunità e "non cambierà nulla"! Sono referendum che interessano la gente comune, non i partiti e nessuno dovrebbe dare a questo voto un valore politico. Non dovrebbe farlo la maggioranza, ma nemmeno l’opposizione che non deve strumentalizzare problemi così seri per recuperare consensi. Non dimentichiamo che in passato le posizioni del centrosinistra sull’acqua non sono state lontane da quelle sostenute dall’attuale maggioranza. A votare dobbiamo andare tutti per dare un segnale forte, come cittadini, a tutta la politica, senza riguardo ai colori in campo, soprattutto per dire che "i beni comuni" ci stanno a cuore e che chiunque governi deve rispettarli e gestirli come diritti fondamentali di tutti i cittadini.
Facciamoci questo regalo, in occasione dei 150 anni della nostra Italia: andiamo a votare e portiamo con noi parenti, amici, vicini di casa!»
Ferdinando Siringo
Presidente del Movimento del Volontariato Italiano Sicilia