Si chiude così il secondo mandato triennale consecutivo guidato da Stefano Tabò, il quale pochi mesi fa, nello stesso albergo romano, aveva esplicitamente offerto la sua disponibilità ad una nuova presidenza “per il tempo necessario ad accompagnare questa fase di transizione”.
L’assemblea arriva infatti in un periodo cruciale, non solo per la storia dei Centri di servizio, ma di tutto il Terzo settore italiano.
Quelli appena trascorsi sono stati gli anni della riforma, culminati nell’approvazione della legge delega (giugno 2016) e dei relativi decreti delegati, in particolare di quello sul Codice del Terzo settore (agosto 2017) che dedica una parte cospicua proprio al ruolo dei CSV e alla loro riorganizzazione. CSVnet ha partecipato attivamente alla costruzione di queste norme con un lavoro incessante di interlocuzione e di proposta, sia nei confronti di istituzioni e politica che delle altre reti dell’impegno sociale.
Lo ha fatto gestendo nel contempo il difficile rinnovo dell’Accordo Acri-Volontariato nella fase in cui è iniziato il drastico calo dei fondi provenienti dalle fondazioni di origine bancaria per il funzionamento dei CSV. E contribuendo con successo all’opera di pressione affinché venisse riconosciuto alle fondazioni stesse un credito di imposta annuale permanente con il quale integrare la dotazione prevista dalla legge.
Sul fronte interno i CSV hanno già iniziato a rispondere ai grandi cambiamenti dettati dal Codice, primo fra tutti quello derivante dal loro nuovo ruolo - che entrerà a regime tra il 2018 e il 2019 - di agenzie locali che promuovono il volontariato nell’intero mondo del Terzo settore. È per agevolare questo ruolo che CSVnet presenterà in assemblea il nuovo “Sistema informativo” realizzato nell’ultimo anno. Si tratta di un sistema orientato all’efficienza nella raccolta dei dati e alla massima trasparenza, costituito tra l’altro da un software di rilevazione dei servizi erogati dai Centri, da una anagrafica degli enti del Terzo settore coerente con la riforma, da strumenti per il monitoraggio e la gestione della vita associativa.
Ma se per questi aspetti il nuovo mandato che inizierà il 10 febbraio sarà appunto di “transizione”, esso si preannuncia anche come quello della maturità di CSVnet, quale garante della piena stabilizzazione di un sistema che ha appena compiuto 20 anni ed è ormai riconosciuto come il fulcro dello sviluppo del volontariato italiano.
Lo testimonia la densità della “Programmazione 2018” che l’assemblea di Roma dovrà discutere insieme al bilancio preventivo, e che sarà alla base di un ampio confronto sulle prospettive dei CSV alla luce della “Riforma normativa del Terzo settore”. Da esso emergeranno istanze e orientamenti anche in vista del nuovo scenario politico con cui rapportarsi dopo la consultazione elettorale del 4 marzo.
Alcune cifre
- I Centri di servizio per il volontariato sono ad oggi 65, tutti soci di CSVnet ad eccezione di quello di Novara-VCO. Il loro numero si è ridotto di 6 unità nel dicembre scorso quando alcuni accorpamenti hanno portato da 12 a 6 i CSV della Lombardia, prima regione a riorganizzare le proprie sedi in base ai parametri del Codice del Terzo settore. Il 20 gennaio è stata approvata la richiesta di adesione come socio del CSV di Cuneo.
- Il sistema dei CSV è caratterizzato da una forte partecipazione democratica: in totale sono oltre 9.000 le associazioni socie che compongono le assemblee; gli organi sociali sono formati da 959 persone tra presidenti e consiglieri che danno vita a oltre 1.000 sedute all’anno, per un impegno volontario di circa 30.000 ore di presenza.
- Il consiglio direttivo uscente di CSVnet è formato da 36 membri; l’esecutivo da 9. I prossimi ne avranno rispettivamente 35 e 7.
- Nel triennio appena trascorso sono state svolte 89 riunioni: 12 assemblee nazionali, 30 consigli direttivi e 47 esecutivi. In totale sono state adottate 82 delibere. (fonte CSVnet.it)