giovedì 8 agosto 2013
Da Per Esempio la storia di tre volontari che hanno scelto Palermo per la loro esperienza
L'associazione Per Esempio di Palermo ha realizzato, nell'ambito di un progetto sull'impegno giovanile, un documentario che racconta l'esperienza di volontariato internazionale di tre ragazzi che hanno scelto Palermo per sperimentarsi nel campo della solidarietà.
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Sempre sulla Tabella H e l'Unione Italiana Ciechi sezione Sicilia, la nota dell'ARIS
A seguito della lettera aperta del prof. Santo Graziano sui finanziamenti all'UICI Sicilia nell'ambito della Tabella H, dall'ARIS ci giunge la nota che pubblichiamo sotto.
- 1) L’ARIS (Associazione Retinopatici e Ipovedenti Siciliani) è stata costituita a Palermo con atto notarile del 31/05/1991, rappresentando l'unica Associazione di Ipovedenti nell’Isola ad occuparsi di informazione, prevenzione, ricerca e assistenza per disabili visivi e loro familiari;
- 2) Nel 2005 l’Associazione storica U.I.C. (da sempre Unione Italiana Ciechi) si è trasformata in Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti inglobando così anche una vasta fascia di disabili visivi (secondo l’O.M.S. il numero di Ipovedenti è 3 – 4 volte il numero dei Ciechi);
- 3) La sezione Regionale dell’U.I.C. ha ricevuto fino al 2012, dalla Regione Siciliana, un contributo di 6.000.000 di euro, per le attività e i servizi erogati a ciechi ed ipovedenti; mai in 22 anni di attività una piccola quota di questi fondi è pervenuta all'ARIS per sostenere i servizi e le iniziative di prevenzione;
- 4) Nelle passate legislature l’ARIS ha presentato emendamenti e disegni di legge, sostenuti da diversi Deputati, ed ha relazionato sulle proprie attività nelle Commissioni Sanità e Bilancio dell’ARS: purtroppo non ha ricevuto il sostegno politico necessario per ottenere il giusto riconoscimento economico o l’ingresso in tabella H;
Pertanto l’ARIS
C H I E D E
1) Che venga proposto ed accolto un emendamento o il disegno di legge predisposto dall'ARIS, affinchè venga sostenuto l'importante ruolo che l'ente già ricopre nel no profit Siciliano e Nazionale nel settore della disabilità visiva.
2) Che la Regione verifichi (e non deleghi ad altri) la corrispondenza tra somme erogate alle associazioni e servizi resi all'utenza, la loro qualità e priorità nonchè il numero dei disabili assistiti, in considerazione della grave situazione economica della Regione.
Il Presidente A.R.I.S.
Rocco Di Lorenzo
Rocco Di Lorenzo
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Dal COREOV Sicilia Solidale una lettera al Governo e all'Assemblea regionali siciliani
Il COREOV Sicilia Solidale (Coordinamento Regionale Organizzazioni di Volontariato) indirizza alla Presidenza della Regione e all'Assemblea Regionale Siciliana a proposito del dibattito sulla Tabella H e al ruolo del volontariato per lo sviluppo di autentiche politiche sociali e di tutela dei più deboli. Qui sotto il testo.
Spettabile Regione Siciliana
Alla cortese attenzione del Governatore
Dott. Rosario Crocetta
Al Governo Regionale Tutto
SEDI
gli Onorevoli del Parlamento Regionale Tutto
SEDI
Oggetto: Richiesta urgente d’incontro per l’attivazione di un tavolo tecnico che istituisca i parametri democratici di accreditamento delle associazioni di volontariato e Onlus presenti in regione e condivida le manovre legislative di tutela dei disabili con il contributo e la sussidiarietà della risorsa del volontariato.
Chiarissimo Presidente,
da mesi assistiamo al fermento rivoluzionario del Governo Regionale, in una regione dove vige ormai da secoli l’armonia con la politica gattopardiana, che ha fatto della nostra amata terra la culla del malaffare istituzionalizzando la confraternita più conosciuta al mondo, che per molti anni ha avuto la più autorevole sede tra le stanze del governo regionale. Come Ella ha avuto modo di apprezzare da diversi anni, la società civile sta rispondendo con una forte reazione e con l’unica arma forte ed incisiva, che lei stesso ha avuto modo di apprezzare nel suo percorso politico, denomina VOLONTARIATO.
Siamo coscienti della Sua grande volontà che si accomuna alla nostra, di cambiare quanto di negativo ci ha caratterizzato, ma ci è d’obbligo chiederLe di condividere con noi questa svolta: il COREOV Sicilia SOLIDALE è l’organo politico di rappresentanza della quasi totalità delle associazioni di volontariato che operano nel territorio regionale appositamente consorziato per dialogare con l’istitutore, al fine di condividere democraticamente le grandi manovre che gravitano sul terzo settore.
Riteniamo urgente confrontarci per condividere e valutare l’attivazione di un tavolo di lavori per affrontare l’emergenza sociale e una politica di crescita democratica e di trasparente sostegno al volontariato.
Il Volontariato è in tutte le sue forme e manifestazioni espressione del valore, della relazione e della condivisione con l'altro. Al centro del suo agire, ci sono le persone considerate nella loro dignità umana, nella loro integrità e nel contesto delle relazioni familiari, sociali e culturali in cui vivono. Pertanto si consideri ogni persona titolare di diritti di cittadinanza, promuovendo la conoscenza dei diritti e tutelare l'esercizio concreto e consapevole, favorendo la partecipazione di tutti allo sviluppo civile della società.
Il Volontario è la persona che mette a disposizione parte del proprio tempo e capacità per gli altri. Opera in modo libero e gratuito promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni dei destinatari della propria azione o contribuendo alla realizzazione dei beni comuni.
Esiste una forte segmentazione del mondo del volontariato siciliano: vi sono infatti molte organizzazioni con differenti budget e capacità di reperire fondi tramite finanziamento pubblico, autofinanziamento o reperimento di finanziamenti privati. Interessante anche il dato sulle dimensioni economiche delle organizzazioni in Sicilia se comparate con il resto dell'Italia.
Un ulteriore elemento che necessita è la programmazione e condivisione per creare percorsi formativi da rivolgere alle associazioni come con la riforma 5/2008 sfruttando la risorsa del volontariato in maniera utile e funzionale, quanto anche organizzato con i centri servizi preparando volontari da mettere in campo consapevoli e istruiti.
Al di là delle specifiche proposte e attività è importante sottolineare il ruolo che i volontari possono ricoprire nei diversi progetti e servizi, intervenendo spesso in situazioni di esclusione e di discriminazione. La recente Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità descrive la disabilità come "risultato dell'interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di eguaglianza con gli altri".
Al di là delle specifiche proposte e attività è importante sottolineare il ruolo che i volontari possono ricoprire nei diversi progetti e servizi, intervenendo spesso in situazioni di esclusione e di discriminazione. La recente Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità descrive la disabilità come "risultato dell'interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di eguaglianza con gli altri".
Il volontario rappresenta perciò la concreta possibilità di ridurre e superare le barriere che comportano ancora oggi l'emarginazione di molte persone con disabilità dai circuiti sociali ordinari creando quindi la necessità di servizi "specializzati" e di luoghi di vita riservati. La caratteristica del volontario si esplica nella relazione d'aiuto in modo libero e aperto. La sua libertà di azione e di pensiero è la sua risorsa più preziosa. Le proposte formative si pongano l'obiettivo di valorizzarla ed indirizzarla in modo corretto.
Il volontariato e il suo valore di funzione sociale sono riconosciuti e regolamentati dalla legge quadro n. 266 dell'11 agosto 1991 e la legge regionale 22/1994. Ma ad oggi sono inevasi tutti i piani di programmazione con l’assessorato regionale agli enti sociali, non vi sono risorse destinate ai fini disposti della legge 68/1999, al fine di istituire corsie di inserimento per i disabili, pur avendo ingenti sostegni alle imprese istituiti ad hoc.
Restiamo in attesa di un incontro in tempi brevi.
Palermo, 08/08/2013
Il Presidente
Orazio P.G. De Guilmi
Orazio P.G. De Guilmi
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Lettera aperta alla Regione Siciliana da parte del prof. Graziano sul sostegno all'Unione Italiana Ciechi siciliana
Il professor Santo Graziano ha diffuso il testo di una sua lettera al Governo regionale e alle Commissioni ARS competenti riguardante i finanziamenti da destinare alla sezione siciliana dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI).
Alla cortese attenzione di LUCA BIANCHI, Assessore Regionale al Bilancio; ESTER BONAFEDE, Assessore Regionale al Lavoro; On. NINO DINA, Presidente II Commissione Bilancio e Programmazione; On. MARCELLO GRECO, Presidente V Commissione Cultura Formazione e Lavoro; On. GIUSEPPE DI GIACOMO, Presidente VI Commissione Servizi Sociali e Sanitari
In questi giorni stiamo assistendo alla chiamata alla mobilitazione da parte dell'Unione Italiana Ciechi la quale rivendica contributi, a tutela di presunti diritti violati, arrivando a parlare persino di ultimi degli ultimi.
È ora che si faccia un po' di chiarezza. Nel momento in cui i cittadini italiani e in specifico siciliani sono continuamente chiamati a sacrifici e a rinunce, non è più tollerabile il fatto che le istituzioni ascoltino solo la voce dell'U.I.C.I. come voce dei ciechi.
Questi ultimi, è bene che le istituzioni lo tengano presente, non sono solo non vedenti. Sono prima di tutto cittadini, e come tali soffrono dei sacrifici cui sono sottoposti tutti i cittadini. Ne consegue pertanto che occorre dare la giusta priorità alle rivendicazioni della loro associazione.
La prima cosa che salta agli occhi leggendo i comunicati dell'ente è che scrivono a nome dei dipendenti! In sostanza i ciechi siciliani sono stati chiamati a mobilitarsi per difendere o per strappare più soldi possibile alla Regione per garantire il posto di lavoro dei dipendenti. È legittimo chiedersi: per quale motivo il posto di lavoro dei dipendenti U.I.C.I. deve avere la priorità rispetto a quello di cittadini licenziati perché le aziende presso cui lavoravano hanno chiuso per un qualsivoglia motivo, magari per il mancato assolvimento dei debiti da parte di Stato e Regione Siciliana?
Perché mai la chiusura di un reparto ospedaliero o di un presidio di guardia medica o la somministrazione di costose terapie antitumorali devono essere ritenuti meno rilevanti della riduzione di personale di una sezione U.I.C.I. siciliana? Perché, signori onorevoli, signori assessori, in questo momento difficile dell'economia del nostro Paese e della nostra Regione le istituzioni devono pagare le conseguenze di scelte di finanza allegra operate dai dirigenti dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che hanno gonfiato gli organici dell'associazione sicuri che tanto la Regione avrebbe pagato? Ci permettiamo di parlare di organici gonfiati perché 50 dipendenti sono una quantità assolutamente ingiustificata a fronte dei servizi che offrono o per meglio dire non offrono le sezioni U.I.C.I., innanzi tutto, non assistono il numero di ciechi che dicono di assistere. È giunto il momento che le istituzioni smettano di assumere per buoni i dati di parte forniti dall'associazione e provvedano a documentarsi da sé prima di erogare soldi in fiducia di quanto affermato. Una volta stabilito con certezza il numero di ciechi e ipovedenti è opportuno precisare che è un falso affermare che tutti vengano assistiti: solo in minima parte ricevono assistenza. In realtà il principale servizio offerto dalle sezioni U.I.C.I. consiste nel disbrigo di pratiche pensionistiche e se mi è consentito non sempre per tutti, perché ho assistito a deroghe a questo impegno con la dicitura: "vada lei stessa agli uffici preposti o mandi un parente".
Non è difficile comprendere quindi che salvo rare eccezioni, il disbrigo di pratica pensionistica ha luogo una sola volta nella vita del socio. Di fatto non offre altri servizi. Quando li offre sono a carico dell'"assistito" come il servizio di accompagnamento, a meno che, non vi sia un altro ente che lo rifinanzi (comune, provincia), dopo che di fatto è stato finanziato dalla Regione! Pagare tre dipendenti in sezioni come Trapani o Enna è un vero spreco a fronte dei servizi erogati, se a ciò aggiungiamo il costo per lo stato e per la società costituito dai numerosi operatori del servizio civile volontario parcheggiati negli uffici sezionali. Scarsissimi o quasi nulli i servizi erogati ai cosiddetti ultimi degli ultimi, i pluriminorati, e ciò non per mancanza di fondi, perché tale era la situazione anche in tempi di "Vacche grasse".
Sacrosanto è invece il diritto allo studio, ma non può essere sottratto a una riflessione. Innanzi tutto detto servizio viene assicurato o per lo meno così si lascia intendere, dalla stamperia braille di Catania.
La domanda forte che occorre porsi e su cui è urgente indagare è: quanto sono utilizzati i testi braille e in largeprint prodotti dalla medesima. Come ogni azienda che si rispetti anche la stamperia cerca di incrementare la propria produttività, ma molto spesso alla medesima arrivano cospicue richieste di libri che non vengono di fatto utilizzati, vuoi per l'ingombro, vuoi per la scarsa portabilità, vuoi per il rifiuto dei soggetti di servirsene. La gratuità del servizio fa sì che molto spesso le scuole, cedendo a sollecitazioni dell'associazione o della medesima stamperia avanzano richieste di testi come semplice atto d''ufficio per nulla ponderato, proprio per il fatto che alla medesima non costa nulla.
Ovviamente non dovendosi fare pagare i costi del diritto allo studio, occorre che da parte della Regione giunga una stretta affinché la stamperia riduca le trascrizioni all'indispensabile, e scuole e locali sezioni dell'associazione ponderino con responsabilità le richieste di trascrizione, cosa che negli ultimi anni non sta succedendo affatto.
Diritto alla cultura, si legge ancora: e io mi e vi chiedo: in questo momento di spending revew, bisogna assicurare ai ciechi siciliani la lettura gratuita di ben cinque testate braille? Non è difficile immaginare come trattandosi di erogazioni gratuite la fornitura risulta incontrollata fino a rischiare di raggiungere non diciamo i defunti, anche se talvolta lo è stato, ma persino chi non leggerà mai quelle riviste. È giunto il momento di pretendere dalla stamperia braille di far pagare gli abbonamenti alle riviste. Se democraticamente il consiglio di amministrazione optasse diversamente... cerchi i finanziamenti altrove, non alla Regione; non è certo pensabile che la lettura gratuita dei ciechi possa avere la priorità su servizi che in questo momento i comuni non riescono a fornire.
Qualche riflessione la merita anche la spesa per il centro Elen Keller. Nessuno è, né dovrebbe essere, disposto a negare il valore dell'autonomia di deambulazione, personale e domestica, di un non vedente, né tanto meno quindi lo farò io. Mi sia però consentito di invitare però la Regione Sicilia, prima di erogare fondi a detto centro a documentarsi su quanto costano altre strutture analoghe, tipo quella di Scandicci.
Certamente una partecipazione eccessiva alle spese da parte dell'utente potrebbe scoraggiarne la scelta e facilitare l'azione frenante da parte delle famiglie, ma non c'è dubbio che il tutto gratis rischia di trasformare il servizio offerto in una gita o in occasione di sollazzo. Del resto, la psicanalisi e/o la psicoterapia ci insegnano che il vincolo della partecipazione alla spesa assumono importanza rilevante nell'attivare la partecipazione del paziente al percorso terapeutico.
Un decentramento sul territorio valorizzando anche risorse già presenti potrebbe favorire un'ulteriore risparmio di costi, utilizzando magari personale assunto in maniera occasionale, all'interno di uno specifico progetto temporaneo anziché gonfiare organici con personale che dovrà comunque, anche per giustificare il ruolo, inventarsi compiti e/o mansioni, talvolta non necessari.
Mi permetto, infine, di fornire questi elementi di riflessione, essendo un tiflologo, persona cioè specializzata nello studio e la conoscenza di problematiche legate alla cecità, essendo stato inoltre un docente e avendo operato nel campo della formazione degli insegnanti di sostegno, e, avendo svolto in fine, un ruolo dirigente all'interno dell'Unione Italiana Ciechi.
Cordialmente Santo Graziano
Trapani, 05/08/2013
Alla cortese attenzione di LUCA BIANCHI, Assessore Regionale al Bilancio; ESTER BONAFEDE, Assessore Regionale al Lavoro; On. NINO DINA, Presidente II Commissione Bilancio e Programmazione; On. MARCELLO GRECO, Presidente V Commissione Cultura Formazione e Lavoro; On. GIUSEPPE DI GIACOMO, Presidente VI Commissione Servizi Sociali e Sanitari
In questi giorni stiamo assistendo alla chiamata alla mobilitazione da parte dell'Unione Italiana Ciechi la quale rivendica contributi, a tutela di presunti diritti violati, arrivando a parlare persino di ultimi degli ultimi.
È ora che si faccia un po' di chiarezza. Nel momento in cui i cittadini italiani e in specifico siciliani sono continuamente chiamati a sacrifici e a rinunce, non è più tollerabile il fatto che le istituzioni ascoltino solo la voce dell'U.I.C.I. come voce dei ciechi.
Questi ultimi, è bene che le istituzioni lo tengano presente, non sono solo non vedenti. Sono prima di tutto cittadini, e come tali soffrono dei sacrifici cui sono sottoposti tutti i cittadini. Ne consegue pertanto che occorre dare la giusta priorità alle rivendicazioni della loro associazione.
La prima cosa che salta agli occhi leggendo i comunicati dell'ente è che scrivono a nome dei dipendenti! In sostanza i ciechi siciliani sono stati chiamati a mobilitarsi per difendere o per strappare più soldi possibile alla Regione per garantire il posto di lavoro dei dipendenti. È legittimo chiedersi: per quale motivo il posto di lavoro dei dipendenti U.I.C.I. deve avere la priorità rispetto a quello di cittadini licenziati perché le aziende presso cui lavoravano hanno chiuso per un qualsivoglia motivo, magari per il mancato assolvimento dei debiti da parte di Stato e Regione Siciliana?
Perché mai la chiusura di un reparto ospedaliero o di un presidio di guardia medica o la somministrazione di costose terapie antitumorali devono essere ritenuti meno rilevanti della riduzione di personale di una sezione U.I.C.I. siciliana? Perché, signori onorevoli, signori assessori, in questo momento difficile dell'economia del nostro Paese e della nostra Regione le istituzioni devono pagare le conseguenze di scelte di finanza allegra operate dai dirigenti dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che hanno gonfiato gli organici dell'associazione sicuri che tanto la Regione avrebbe pagato? Ci permettiamo di parlare di organici gonfiati perché 50 dipendenti sono una quantità assolutamente ingiustificata a fronte dei servizi che offrono o per meglio dire non offrono le sezioni U.I.C.I., innanzi tutto, non assistono il numero di ciechi che dicono di assistere. È giunto il momento che le istituzioni smettano di assumere per buoni i dati di parte forniti dall'associazione e provvedano a documentarsi da sé prima di erogare soldi in fiducia di quanto affermato. Una volta stabilito con certezza il numero di ciechi e ipovedenti è opportuno precisare che è un falso affermare che tutti vengano assistiti: solo in minima parte ricevono assistenza. In realtà il principale servizio offerto dalle sezioni U.I.C.I. consiste nel disbrigo di pratiche pensionistiche e se mi è consentito non sempre per tutti, perché ho assistito a deroghe a questo impegno con la dicitura: "vada lei stessa agli uffici preposti o mandi un parente".
Non è difficile comprendere quindi che salvo rare eccezioni, il disbrigo di pratica pensionistica ha luogo una sola volta nella vita del socio. Di fatto non offre altri servizi. Quando li offre sono a carico dell'"assistito" come il servizio di accompagnamento, a meno che, non vi sia un altro ente che lo rifinanzi (comune, provincia), dopo che di fatto è stato finanziato dalla Regione! Pagare tre dipendenti in sezioni come Trapani o Enna è un vero spreco a fronte dei servizi erogati, se a ciò aggiungiamo il costo per lo stato e per la società costituito dai numerosi operatori del servizio civile volontario parcheggiati negli uffici sezionali. Scarsissimi o quasi nulli i servizi erogati ai cosiddetti ultimi degli ultimi, i pluriminorati, e ciò non per mancanza di fondi, perché tale era la situazione anche in tempi di "Vacche grasse".
Sacrosanto è invece il diritto allo studio, ma non può essere sottratto a una riflessione. Innanzi tutto detto servizio viene assicurato o per lo meno così si lascia intendere, dalla stamperia braille di Catania.
La domanda forte che occorre porsi e su cui è urgente indagare è: quanto sono utilizzati i testi braille e in largeprint prodotti dalla medesima. Come ogni azienda che si rispetti anche la stamperia cerca di incrementare la propria produttività, ma molto spesso alla medesima arrivano cospicue richieste di libri che non vengono di fatto utilizzati, vuoi per l'ingombro, vuoi per la scarsa portabilità, vuoi per il rifiuto dei soggetti di servirsene. La gratuità del servizio fa sì che molto spesso le scuole, cedendo a sollecitazioni dell'associazione o della medesima stamperia avanzano richieste di testi come semplice atto d''ufficio per nulla ponderato, proprio per il fatto che alla medesima non costa nulla.
Ovviamente non dovendosi fare pagare i costi del diritto allo studio, occorre che da parte della Regione giunga una stretta affinché la stamperia riduca le trascrizioni all'indispensabile, e scuole e locali sezioni dell'associazione ponderino con responsabilità le richieste di trascrizione, cosa che negli ultimi anni non sta succedendo affatto.
Diritto alla cultura, si legge ancora: e io mi e vi chiedo: in questo momento di spending revew, bisogna assicurare ai ciechi siciliani la lettura gratuita di ben cinque testate braille? Non è difficile immaginare come trattandosi di erogazioni gratuite la fornitura risulta incontrollata fino a rischiare di raggiungere non diciamo i defunti, anche se talvolta lo è stato, ma persino chi non leggerà mai quelle riviste. È giunto il momento di pretendere dalla stamperia braille di far pagare gli abbonamenti alle riviste. Se democraticamente il consiglio di amministrazione optasse diversamente... cerchi i finanziamenti altrove, non alla Regione; non è certo pensabile che la lettura gratuita dei ciechi possa avere la priorità su servizi che in questo momento i comuni non riescono a fornire.
Qualche riflessione la merita anche la spesa per il centro Elen Keller. Nessuno è, né dovrebbe essere, disposto a negare il valore dell'autonomia di deambulazione, personale e domestica, di un non vedente, né tanto meno quindi lo farò io. Mi sia però consentito di invitare però la Regione Sicilia, prima di erogare fondi a detto centro a documentarsi su quanto costano altre strutture analoghe, tipo quella di Scandicci.
Certamente una partecipazione eccessiva alle spese da parte dell'utente potrebbe scoraggiarne la scelta e facilitare l'azione frenante da parte delle famiglie, ma non c'è dubbio che il tutto gratis rischia di trasformare il servizio offerto in una gita o in occasione di sollazzo. Del resto, la psicanalisi e/o la psicoterapia ci insegnano che il vincolo della partecipazione alla spesa assumono importanza rilevante nell'attivare la partecipazione del paziente al percorso terapeutico.
Un decentramento sul territorio valorizzando anche risorse già presenti potrebbe favorire un'ulteriore risparmio di costi, utilizzando magari personale assunto in maniera occasionale, all'interno di uno specifico progetto temporaneo anziché gonfiare organici con personale che dovrà comunque, anche per giustificare il ruolo, inventarsi compiti e/o mansioni, talvolta non necessari.
Mi permetto, infine, di fornire questi elementi di riflessione, essendo un tiflologo, persona cioè specializzata nello studio e la conoscenza di problematiche legate alla cecità, essendo stato inoltre un docente e avendo operato nel campo della formazione degli insegnanti di sostegno, e, avendo svolto in fine, un ruolo dirigente all'interno dell'Unione Italiana Ciechi.
Cordialmente Santo Graziano
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