Scritto dal presidente della Fondazione con il Sud, il volume sarà presentato giovedì 14 novembre 2013 alle ore 15.30
nela Sala dei 99 di Palazzo Branciforte in
Via Bara all’Olivella, 2 a Palermo.
Partecipano: il professor Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Sicilia;
Corrado Passera, già Ministro dello Sviluppo Economico delle Infrastrutture e Trasporti;
Giuliano Segre della Fondazione di Venezia.
Sarà presente l’Autore.
Breve presentazione del volume:
In questo piccolo libro, "L’equivoco del Sud. Sviluppo e coesione sociale", di agevole lettura, Borgomeo affronta il tema del Sud e della storia dei finanziamenti erogati per, nelle intenzioni, portare il suo sviluppo al livello del Nord. Dalla nascita della Cassa per il Mezzogiorno, passando per la sua dismissione fino alla gallina dalle uova d’oro dei finanziamenti europei, che in parte non sono stati spesi e/o che sono stati spesi male per non dire sperperati, Borgomeo approccia il tema in modo inusuale e partendo da un dato di fatto: dopo molti decenni e milioni erogati, fu un errore cercare di far rincorrere al Sud lo sviluppo del Nord in termini di PIL. Il Nord era più ricco del Sud, con una rete di infrastrutture a supporto delle attività industriali che erano lì insediate già da molto tempo, il processo di industrializzazione forzata di alcune zone del Meridione, con industrie che già all’epoca del loro insediamento mostravano i primi problemi di tenuta occupazionale nel lungo periodo, completamente tagliate fuori da una rete infrastrutturale per lo smercio della produzione, è stata una follia che oggi si mostra in tutta la sua crudezza: basti pensare all’ILVA di Taranto, il porto di Gioia Tauro o quanto fatto in Campania. Ma Borgomeo mette in luce che il vero divario tra Nord e Sud non è questione, insana, di PIL, ma di qualità della vita, di garanzia dei diritti fondamentali come quelli del lavoro, della salute, dell’istruzione, della cultura. È qui che l’autore ritiene si debbano concentrare tutti gli sforzi per ridare slancio a un territorio che può e deve ancora dare tanto. È inutile utilizzare fondi, nazionali o europei, per progetti che sono l’ultima frontiera della burocrazia, che, non importa dove vadano a incidere, basta che siano formulati bene, si concentrino sulla “quantità” della spesa e non sulla “qualità”.