mercoledì 18 ottobre 2017

Minori Stranieri Non Accompagnati, se ne parla in un convegno a Palermo

(clicca sull'immagine per ingrandirla)
Nell’ambito del corso di formazione “MSNA – vulnerabilità e potenzialità: esperienze a confronto” promosso dal Centro Astalli Palermo e Trento in collaborazione, tra gli altri, con l’Istituto Arrupe e l'Osservatorio Migrazioni, è in programma un incontro sulla nuova legge sui minori stranieri non accompagnati.
L’iniziativa, che si svolgerà il 19 ottobre 2017 presso l’Archivio storico di Palermo, intende essere un’occasione di confronto sulla tematica dell’accoglienza e dell’accompagnamento dei minori al fine di analizzare le vulnerabilità e le potenzialità che caratterizzano tale fenomeno per migliorare i progetti esistenti ma anche per pensare nuove modalità di accoglienza e di accompagnamento.

martedì 17 ottobre 2017

Discorso di papa Francesco all'assemblea della FAO del 16 ottobre 2017

Alcuni spunti di riflessione molto stimolanti da parte di papa Francesco sul tema fame, povertà ed economia mondiale. Ecco il discorso del pontefice all'assemblea FAO di Roma nella Giornata mondiale dell'alimentazione.

Signor Direttore Generale,
Distinte Autorità,
Signore e Signori,

Ringrazio per l’invito e le parole di benvenuto del Direttore Generale, Prof. José Graziano da Silva, e rivolgo un caloroso saluto ai Rappresentanti degli Stati Membri e a quanti hanno la possibilità di collegarsi dalle sedi della FAO nel mondo.
Un saluto particolare va ai Ministri dell’Agricoltura del G7 qui presenti, che hanno concluso il loro Vertice, nel quale sono state discusse questioni che richiedono una responsabilità non solo verso lo sviluppo e la produzione, ma anche nei confronti della Comunità internazionale nel suo insieme.
1. La celebrazione di questa Giornata Mondiale dell’Alimentazione ci vede qui radunati per ricordare quel 16 ottobre del 1945 quando i Governi, decisi ad eliminare la fame mediante lo sviluppo del settore agricolo, istituirono la FAO. Era quello un periodo di grave insicurezza alimentare e di grandi spostamenti di popolazione, con milioni di persone alla ricerca di luoghi in cui poter sopravvivere alle miserie e alle avversità causate dalla guerra.
Dunque, riflettere su come la sicurezza alimentare può incidere sulla mobilità umana significa ripartire dall’impegno per cui la FAO è nata, per rinnovarlo. La realtà odierna domanda una maggiore responsabilità a tutti i livelli non solo per garantire la produzione necessaria o l’equa distribuzione dei frutti della terra – questo dovrebbe essere scontato – ma soprattutto per tutelare il diritto di ogni essere umano a nutrirsi a misura dei propri bisogni, partecipando altresì alle decisioni che lo riguardano e alla realizzazione delle proprie aspirazioni, senza doversi separare dai propri cari.
Di fronte a un obiettivo di tale portata è in gioco la credibilità dell’intero sistema internazionale. Sappiamo che la cooperazione è sempre più condizionata da impegni parziali, che addirittura limitano ormai anche gli aiuti nelle emergenze. Eppure la morte per fame o l’abbandono della propria terra è notizia quotidiana, che rischia di provocare indifferenza. E’ urgente dunque trovare nuove strade, per trasformare le possibilità di cui disponiamo in una garanzia che consenta ad ogni persona di guardare al futuro con fondata fiducia e non solo con qualche desiderio.
Lo scenario delle relazioni internazionali mostra una capacità crescente di dare risposte alle attese della famiglia umana, anche con l’apporto della scienza e della tecnica, le quali, studiando i problemi, propongono soluzioni adeguate. Eppure questi nuovi traguardi non riescono ad eliminare l’esclusione di gran parte della popolazione mondiale: quante sono le vittime della malnutrizione, delle guerre, dei cambiamenti climatici? Quanti mancano del lavoro e dei beni essenziali e si vedono costretti a lasciare la loro terra, esponendosi a molte e terribili forme di sfruttamento? Valorizzare la tecnologia al servizio dello sviluppo è certamente una strada da percorrere, purché si arrivi ad azioni concrete per diminuire gli affamati o per governare il fenomeno delle migrazioni forzate.
2. La relazione tra fame e migrazioni può essere affrontata solo se andiamo alla radice del problema. A questo proposito, gli studi condotti dalle Nazioni Unite, come pure da tante Organizzazioni della società civile concordano nel dire che sono due gli ostacoli principali da superare: i conflitti e i cambiamenti climatici.
Come si possono superare i conflitti? Il diritto internazionale ci indica i mezzi per prevenirli o risolverli rapidamente, evitando che si prolunghino e producano carestie e la distruzione del tessuto sociale. Pensiamo alle popolazioni martoriate da guerre che durano ormai da decenni e che potevano essere evitate o almeno fermate, e invece propagano i loro effetti disastrosi tra cui l’insicurezza alimentare e lo spostamento forzato di persone. Occorrono buona volontà e dialogo per frenare i conflitti, e bisogna impegnarsi a fondo per un disarmo graduale e sistematico, previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, come pure per porre rimedio alla funesta piaga del traffico delle armi. A che vale denunciare che a causa dei conflitti milioni di persone sono vittime della fame e della malnutrizione, se non ci si adopera efficacemente per la pace e il disarmo?
Quanto ai cambiamenti climatici, ne vediamo tutti i giorni le conseguenze. Grazie alle conoscenze scientifiche, sappiamo come i problemi vanno affrontati; e la comunità internazionale è andata elaborando anche strumenti giuridici necessari, come per esempio l’Accordo di Parigi, dal quale, però, alcuni si stanno allontanando. Riemerge la noncuranza verso i delicati equilibri degli ecosistemi, la presunzione di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità di profitto. E’ pertanto necessario lo sforzo per un consenso concreto e fattivo se si vogliono evitare effetti più tragici, che continueranno a gravare sulle persone più povere e indifese. Siamo chiamati a proporre un cambiamento negli stili di vita, nell’uso delle risorse, nei criteri di produzione, fino ai consumi che, per quanto riguarda gli alimenti, vedono perdite e sprechi crescenti. Non possiamo rassegnarci a dire “ci penserà qualcun altro”.
Penso che questi siano i presupposti di ogni discorso serio sulla sicurezza alimentare collegata al fenomeno delle migrazioni. Certamente guerre e cambiamenti climatici determinano la fame, evitiamo dunque di presentarla come una malattia incurabile. Le stime recenti fornite dai vostri esperti prevedono un rialzo della produzione globale di cereali, a livelli che consentono di dare maggiore consistenza alle riserve mondiali. Questo lascia ben sperare e fa capire che, se si opera stando attenti ai bisogni e contrastando le speculazioni, i risultati non mancano. Infatti, le risorse alimentari non di rado vengono lasciate in balìa della speculazione, che le misura solamente in funzione della prosperità economica dei grandi produttori o in relazione alla potenzialità di consumo e non alle esigenze reali delle persone. E così si favoriscono i conflitti e gli sprechi, e aumentano le file degli ultimi della terra che cercano un futuro fuori dai loro territori di origine.
3. Di fronte a tutto questo possiamo e dobbiamo cambiare rotta (cfr Enc. Laudato si’, 53; 61; 163; 202). Di fronte all’aumento della domanda di alimenti è indispensabile che i frutti della terra siano disponibili per tutti. Per qualcuno basterebbe diminuire il numero delle bocche da sfamare e risolvere così il problema; ma è una falsa soluzione se si pensa ai livelli di spreco di alimenti e a modelli di consumo che sprecano tante risorse. Ridurre è facile, condividere invece impone una conversione, e questo è impegnativo.
Pertanto mi pongo – e vi pongo – questa domanda: è troppo pensare di introdurre nel linguaggio della cooperazione internazionale la categoria dell’amore, declinata come gratuità, parità nel trattare, solidarietà, cultura del dono, fraternità, misericordia? In effetti, queste parole esprimono il contenuto pratico del termine “umanitario”, tanto in uso nell’attività internazionale. Amare i fratelli e farlo per primi, senza attendere di essere corrisposto: è questo un principio evangelico che trova riscontro in tante culture e religioni e diventa principio di umanità nel linguaggio delle relazioni internazionali. E’ auspicabile che la diplomazia e le Istituzioni multilaterali alimentino e organizzino questa capacità di amare, perché è la via maestra che garantisce non solo la sicurezza alimentare, ma la sicurezza umana nella sua globalità. Non possiamo operare solo se lo fanno gli altri, né limitarci ad avere pietà, perché la pietà si ferma agli aiuti di emergenza, mentre l’amore ispira la giustizia ed è essenziale per realizzare un giusto ordine sociale tra realtà diverse che vogliono correre il rischio dell’incontro reciproco. Amare vuol dire contribuire affinché ogni Paese aumenti la produzione e giunga all’autosufficienza alimentare. Amare si traduce nel pensare nuovi modelli di sviluppo e di consumo, e nell’adottare politiche che non aggravino la situazione delle popolazioni meno avanzate o la loro dipendenza esterna. Amare significa non continuare a dividere la famiglia umana tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario.
L’impegno della diplomazia ci ha dimostrato, anche in eventi recenti, che fermare il ricorso alle armi di distruzione di massa è possibile. Tutti siamo consapevoli della capacità di distruzione di tali strumenti. Ma siamo altrettanto consapevoli degli effetti della povertà e dell’esclusione? Come fermare persone disposte a rischiare tutto, intere generazioni che possono scomparire perché mancano del pane quotidiano, o sono vittime di violenza o di mutamenti climatici? Si dirigono dove vedono una luce o percepiscono una speranza di vita. Non potranno essere fermate da barriere fisiche, economiche, legislative, ideologiche: solo una coerente applicazione del principio di umanità potrà farlo. E invece diminuisce l’aiuto pubblico allo sviluppo e le Istituzioni multilaterali vengono limitate nella loro attività, mentre si ricorre ad accordi bilaterali che subordinano la cooperazione al rispetto di agende e di alleanze particolari o, più semplicemente, ad una tranquillità momentanea. Al contrario, la gestione della mobilità umana richiede un’azione intergovernativa coordinata e sistematica, condotta secondo le norme internazionali esistenti e permeata da amore e intelligenza. Il suo obiettivo è un incontro di popoli che arricchisca tutti e generi unione e dialogo, e non esclusione e vulnerabilità.
Qui permettetemi di collegarmi al dibattito sulla vulnerabilità che a livello internazionale divide quando si parla dei migranti. Vulnerabile è colui che è in condizione di inferiorità e non può difendersi, non ha mezzi, vive cioè una esclusione. E questo perché è costretto dalla violenza, da situazioni naturali o peggio ancora dall’indifferenza, dall’intolleranza e persino dall’odio. Di fronte a questa condizione è giusto identificare le cause per agire con la necessaria competenza. Ma non è accettabile, che per evitare di impegnarsi, ci si trinceri dietro a sofismi linguistici che non fanno onore alla diplomazia ma la riducono, da “arte del possibile”, a un esercizio sterile per giustificare egoismi e inattività.
E’ auspicabile che di tutto questo si tenga conto nell’elaborazione del Pacto mundial para una migración segura, regular y ordenada, in corso in questo momento in seno alle Nazioni Unite.
4. Prestiamo ascolto al grido di tanti nostri fratelli emarginati ed esclusi: “Ho fame, sono forestiero, nudo, malato, rinchiuso in un campo profughi”. È una domanda di giustizia, non una supplica o un appello di emergenza. È necessario un ampio e sincero dialogo a tutti i livelli perché emergano le soluzioni migliori e maturi una nuova relazione tra i diversi attori dello scenario internazionale, fatta di responsabilità reciproca, di solidarietà e di comunione.
Il giogo della miseria generato dagli spostamenti spesso tragici dei migranti, può essere rimosso mediante una prevenzione fatta di progetti di sviluppo che creino lavoro e capacità di riposta alle crisi climatiche e ambientali. La prevenzione costa molto meno degli effetti provocati dal degrado dei terreni o dall’inquinamento delle acque, effetti che colpiscono le zone nevralgiche del pianeta dove la povertà è la sola legge, le malattie sono in crescita e la speranza di vita diminuisce.
Sono tante e lodevoli le iniziative messe in atto. Tuttavia, non bastano; è necessario e urgente continuare ad attivare sforzi e finanziare programmi per fronteggiare in maniera ancora più efficace e promettente la fame e la miseria strutturale. Ma se l’obiettivo è favorire un’agricoltura che produca in funzione delle effettive esigenze di un Paese, allora non è lecito sottrarre le terre coltivabili alla popolazione, lasciando che il land grabbing (acaparamiento de tierras) continui a fare i suoi profitti, magari con la complicità di chi è chiamato a fare l’interesse del popolo. Occorre allontanare le tentazioni di operare a vantaggio di gruppi ristretti della popolazione, come pure di utilizzare gli apporti esterni in modo inadeguato, favorendo la corruzione, o in assenza di legalità.
La Chiesa Cattolica, con le sue istituzioni, avendo diretta e concreta conoscenza delle situazioni da affrontare e dei bisogni da colmare, vuole concorrere direttamente in questo sforzo in virtù della sua missione che la porta ad amare tutti e la obbliga anche a ricordare a quanti hanno responsabilità nazionali e internazionali il più ampio dovere di condividere le necessità dei più.
L’augurio è che ciascuno scopra, nel silenzio della propria fede o delle proprie convinzioni, le motivazioni, i principi e gli apporti per dare alla FAO e alle altre Istituzioni intergovernative il coraggio di migliorare e perseverare per il bene della famiglia umana.

Grazie!
Roma, FAO, 16 ottobre 2017

lunedì 16 ottobre 2017

Continuano i seminari provinciali 2017 del CeSVoP. Prossima tappa ad Agrigento

Il Volontariato al centro" è il Seminario provinciale per le organizzazioni di volontariato del territorio agrigentino. Si svolge il 19 ottobre 2017, alla Biblioteca comunale “F. La Rocca” di Agrigento (piazzale Aldo Moro, 3 - mappa) dalle ore 9 alle 17,30. Modulo di iscrizione (clicca qui)
Nel corso dell’incontro si affronteranno temi legati alla situazione territoriale, ai nuovi scenari che si preparano per il terzo settore e al ruolo di innovazione e trasformazione che il volontariato può svolgere con il supporto del CeSVoP.
Inoltre, a partire dalle ore 16, viene presentato No Profit Challenge, progetto di una piattaforma Internet per far incontrare e collaborare OdV con cittadini aspiranti volontari.
Sono invitate tutte le organizzazioni di volontariato del territorio provinciale di Agrigento.

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Fondazione Finanza Etica, avviso per favorire lo sviluppo di nuova economia

Avviso pubblico di Fondazione Finanza Etica a favore di progetti per la promozione e lo sviluppo della finanza etica e di nuova economia predisposti e presentati dai Portatori di Valore. CLICCA QUI per scaricare l'avviso pubblico in cui trovi tutte le informazioni necessarie per poter partecipare. Scadenza 30 novembre 2017

martedì 10 ottobre 2017

Il volontariato al centro. Seminari provinciali su Riforma Terzo settore e ruolo del volontariato

"Il volontariato al centro" è il seminario provinciale per le organizzazioni di volontariato del territorio nisseno. Si svolge il 12 ottobre 2017, alla Casa del volontariato e delle culture di Caltanissetta (via Xiboli, 310) dalle ore 9. Si affronteranno temi legati alla situazione territoriale, ai nuovi scenari che si preparano per il terzo settore e al ruolo di innovazione e trasformazione che può rivestire il volontariato, con il supporto del CeSVoP. Qui di seguito il programma della giornata.
Sono invitate tutte le organizzazioni di volontariato e le realtà del Terzo settore del territorio provinciale di Caltanissetta.

PIEGHEVOLE CON PROGRAMMA

venerdì 6 ottobre 2017

Corso di formazione proposto dall'AVO Palermo


AVO Palermo organizza il II° Corso di Formazione per Volontari Ospedalieri che viene presentato il 21 ottobre 2017 a Palermo.
Il corso inizia il 24 ottobre, clicca qui per scaricare il programma

Prende avvio il progetto No Profit Challenge. 12 ottobre 2017 presentazione a Trapani

Se stai leggendo questa notizia magari conoscerai già concetti come VOLONTARIATO e TERZO SETTORE. Ma non conosci ancora il progetto No Profit Challenge! Il 12 ottobre 2017 alle ore 15.30 presso Sala Riunioni di Palazzo D'Alì (Piazza Vittorio Veneto) a Trapani l’evento di presentazione del progetto e dell'App NPC che ti aiuterà a vivere meglio, da operatore e volontario, il mondo del terzo settore.
Si tratta di una piattaforma informatica che permette di promuovere le attività della tua associazione ed organizzazione o il tuo network.
NPC è luogo virtuale che permetterà l’incontro di persone che partecipano ad attività di volontariato e di organizzazioni ed associazioni che operano nel mondo del terzo settore.
Grazie a questo strumento verrai aiutato anche nel creare nuove reti associative e potrai conoscere tantissimi volontari che vogliono aiutare la tua organizzazione.
Inoltre, ci sarà un momento dedicato alla presentazione di tutte le associazioni che daranno la propria conferma di partecipazione, attraverso la compilazione di questo modulo (clicca qui).

E allora che aspetti?
Vai su www.noprofitchallenge.org e iscriviti e inserisci le tue Attività!

LOCANDINA EVENTO TRAPANI

giovedì 5 ottobre 2017

Un'osservatorio regionale senza i diretti interessati

Lettera del portavoce del Forum del Terzo settore Sicilia in cui si denuncia la mancata previsione di disabili e di rappresentanti delle loro associazioni nell'Osservatorio appositamente costituito dall'Assessorato regionale della Famiglia Regione Siciliana. Qui sotto il testo della lettera e il Decreto assessoriale.
"Gentilissimi,
mi permetto di inviar​Vi il decreto dell'assessore regionale alla famiglia della Sicilia con il quale viene istituito l'osservatorio regionale sulla condizione ​delle persone con disabilità.
Credo che la lettura del Decreto indichi con tutta evidenza la superficialità e l'insufficiente capacità del Governo Regionale e dell'Assessore in particolare, ad affrontare con serietà le questioni legate ai diritti e alle tutele dei disabili e delle loro famiglie.
E' per lo meno strano che nell'Osservatorio non sia presente nessun disabile e nessun rappresentante delle Associazioni di disabili e delle loro famiglie Ciò vale anche per il Comitato Tecnico Scientifico. Desidero sottolineare che non è prevista nemmeno la presenza del Garante delle persone con disabilità della Regione Siciliana ​(​​figura istituita da una Legge Regionale e la cui nomina è di competenza dello stesso assessore). E' chiedere troppo che si ricordi all'Assessore Regionale Alla Famiglia che ha ancora senso e assume una forza straordinaria il motto che contraddistingue le battaglie di civiltà del mondo della disabilità:
​"Nulla su di noi senza di noi"​
In Sicilia questo non accade!!!!
Il portavoce del Forum del Terzo Settore Sicilia
Giuseppe Di Natale​"

DECRETO ASSESSORIALE PER L'OSSERVATORIO DISABILITA'

martedì 3 ottobre 2017

40 anni di Avis a Campobello di Mazara (TP)

Si potrebbe dire "40 e non li dimostra". Il 6 ottobre si celebra il "compleanno" dell'Avis di Campobello di Mazara con tanto di banda musicale, di stele commemorativa e di convegno sulla Riforma del terzo settore. Tutti i dettagli del programma nella locandina qui sotto.

lunedì 2 ottobre 2017

Sospeso l'avvio delle pratiche per il Progetto InVolo

Si comunica che la consulenza del CeSVoP per l’avvio delle pratiche InVolo viene sospesa in attesa di chiarimenti tra il Coordinamento regionale dei CSV siciliani e Banca Prossima, al fine di definire il prosieguo o la modifica della convenzione in essere.

A Roma si è conclusa la Conferenza organizzativa di CSVnet

Chiusa la conferenza annuale dei record (378 iscritti). CSVnet “presidierà la delicatissima transizione dei Centri di servizio per il volontariato in base a quanto previsto dal Codice del Terzo settore”. All’inizio del 2018 l’assemblea elettiva, il presidente pronto al terzo mandato
 
Roma 1 ottobre 2017 - “Il percorso attuativo della riforma del Terzo settore non è finito e siamo nel pieno di un delicato momento di passaggio. Anche se non credo nei presidenti “a vita” penso che ci siano le condizioni per poter lavorare assieme ai Centri in modo partecipato; sono quindi disponibile a confermare la presidenza per il tempo necessario ad accompagnare questa fase di transizione”.
Cosi il presidente di CSVnet Stefano Tabò ha sciolto le riserve circa il rinnovo del suo incarico per il prossimo triennio (le elezioni sono previste all’inizio del 2018). L’annuncio è arrivato in chiusura della conferenza più partecipata nella storia di CSVnet: 378 iscritti provenienti dai CSV di tutta Italia hanno animato il quartiere Pigneto di Roma per l’incontro annuale, organizzato quest’anno in collaborazione con i CSV del Lazio.
Concentrandosi sulla riforma, Tabò ha descritto questa fase - come “attraversare una porta e ‘cambiare casa’”: i decreti attuativi del codice del terzo settore investono ampiamente il sistema dei Centri a partire dalla loro riorganizzazione territoriale.
“CSVnet presidierà questo passaggio; troveremo le condizioni migliori per assolvere il compito di promuovere ed essere al servizio del volontariato, secondo quanto il Codice ci affida. Le funzioni cui i CSV sono chiamati sono più ampie; dovremo ‘arredare’ questa nuova casa con tutti gli strumenti e le professionalità di cui siamo capaci e che abbiamo potuto riscontrare anche dai gruppi di lavoro che hanno affrontato gli aspetti più importanti circa il futuro dei CSV”.
La conclusione della conferenza è stata anche l’occasione per illustrare alcune fra i progetti più importanti a cui sta lavorando CSVnet: come la nuova Area riservata, la piattaforma interna che metterà a disposizione dei CSV strumenti e informazioni sulla vita associativa di CSVnet e che darà la possibilità ai Centri di disporre di un proprio spazio in cui gestire in autonomia documenti, dati sulle attività e i loro strumenti di lavoro quotidiano.
Connesso all’Area riservata è il nuovo sito di CSVnet, on line dalla conferenza e che sarà la “voce” ufficiale dell’associazione dei Centri di servizio, aumentando fortemente la sua matrice informativa. Sul piano della comunicazione è stata anche presentata in anteprima la copertina del volume “20 anni di servizio” il reportage che racconterà la storia dei CSV per celebrare questo importante anniversario.
Grande successo anche per Infobandi CSVnet, la piattaforma online lanciata lo scorso anno per supportare i CSV e le organizzazioni del Terzo settore nella ricerca delle opportunità migliori per finanziare i propri progetti e attività. In soli 14 mesi di attività sono 216 i bandi pubblicati - con una media di 15 bandi al mese.
Tra gli altri progetti presentati, l’accordo con Pro Bono Italia, la rete di studi legali che offrono consulenze gratuite per il non profit. Aggiornamento anche sul progetto "Volontariato in stazione”, che grazie all’accordo di CSVnet con Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana, in questi anni ha portato all’affidamento grazie ai CSV di 12 scali in comodato d'uso gratuito.
La conferenza si è conclusa con l’assemblea dei soci
(fonte ufficio stampa CSVnet)

domenica 1 ottobre 2017

Volontariato: la vera sfida è incidere sull’80% di cittadini “inattivi”

L’intervento di Riccardo Guidi, ricercatore dell’università di Pisa alla conferenza 2017 di CSVnet. La frequenza dell’impegno sociale non è legata al titolo di studio, ma più a dove si abita e alle occasioni culturali che si hanno. “I CSV devono essere il pivot del volontariato di domani”“La vera sfida è incidere sull’80 per cento di italiani ‘inattivi’, quelli che non hanno mai svolto alcuna attività di volontariato, né hanno mai fatto donazioni. Rendetevi conto che voi fate parte della minoranza!”. Riccardo Guidi ha concluso così il suo intervento davanti ai 300 partecipanti, tra volontari dirigenti e operatori dei Centri di servizio, alla Conferenza 2017 di CSVnet, in corso a Roma fino all’1 ottobre.
Chiamato a “prevedere” come sarà “Il volontariato di domani”, il docente dell’università di Pisa (autore di numerose ricerche sul tema) è partito con l’elencare alcune tendenze del fenomeno. Dal 2000 al 2015 “l’infrastruttura del volontariato ha sostanzialmente tenuto”: nonostante la crisi il loro numero complessivo è rimasto relativamente stabile, anche se “permane un'ombra sulla quota, che resta in calo, di chi è disposto a fare donazioni in denaro”. Non siamo dunque di fronte a pericoli da questo punto di vista.
Il reddito e il titolo di studio, inoltre, non sembrano influire troppo sulla frequenza dell’impegno nel volontariato: “non è insomma un’attività da ricchi”. Ci sono invece due fratture che possono determinare il maggiore o minore impegno sociale: “La prima è una frattura territoriale: a parità di condizioni, una persona del sud ha il 7-8 per cento di probabilità in meno di fare volontariato rispetto a una che abita al nord. E chi vive in un comune piccolo ha il 15 per cento di probabilità in più rispetto a chi sta in una grande città. Le città metropolitane disincentivano la partecipazione”. L’altra frattura riguarda l’opportunità di avere accesso a occasioni culturali: chi ne ha di più, ha anche fino al 35 per cento di maggiori probabilità di essere un volontario, ha spiegato Guidi, esortando i CSV e le associazioni a crearne il più possibile nell’ambito delle loro attività di animazione territoriale.
L'attuale “geografia dei modelli di volontariato, - ha detto il ricercatore, - si può descrivere in tre grandi ambiti: il primo è quello convenzionale, fatto in enti strutturati che presuppongono di solito una appartenenza durevole nel tempo: riusciranno domani queste organizzazioni a saper conciliare organizzazione e creatività? Sapranno collaborare tra loro e rispondere al cambiamento?”
Il secondo modello è quello individuale, che ha anche molti elementi del primo: è fatto di 3 milioni di volontari che “danno una mano”, che “senza di loro come si farebbe” (i tantissimi impegnati nell’assistenza), o che “scelgono di fare da soli”: sono volontari che rifiutano la mediazione delle associazioni, ha chiesto Guidi ai presenti, “ma sono davvero individualisti o non li avete finora saputi intercettare e valorizzare?”.
Il terzo modello è quelli non convenzionale: sono i volontari “sporadici”, occasionali, che si impegnano su eventi o azioni di breve durata, sono i più difficili da catalogare. Nei loro confronti, ha argomentato Guidi, “i CSV esprimono sul territorio molta più innovazione di quanto non emerga. Ma non sono state ancora sciolte alcune ambiguità come ad esempio decidere se questo è da considerare ‘vero’ volontariato; e qual è il ruolo delle associazioni. Insomma, i CSV quanto sapranno davvero relazionarsi con questo attivismo, che spesso non ha alcun colore, anzi è di tutti i colori?”
Alla luce di questo scenario, Guidi ha concluso il suo intervento con una metafora legata alla pallacanestro: “I CSV devono essere come il pivot, la figura attorno a cui ruota tutto il gioco di attacco: siate il pivot del volontariato, siate capaci di gestire gli intrecci tra quei diversi modelli, di rilanciare e di… segnare punti perché si possa sempre più incidere su quella maggioranza di cittadini che restano lontani dall’impegno sociale.”
Guarda lo speciale sulla Conferenza 2017.
Guarda le slide dell'intervento di Riccardo Guidi e la sua intervista realizzata dal CSV di Chieti.