venerdì 21 dicembre 2018
Selezione di 1 tutor per un supporto operativo nel territorio del DSS 3
Il CeSVoP seleziona 1 tutor per garantire un supporto operativo alle proprie attività e iniziative territoriali nell'ambito della delegazione CeSVoP di Campobello di Licata (DSS 3). La scadenza entro cui far pervenire le istanze di partecipazione è il 20 gennaio 2019. Vi sono modalità ben precise per la compilazione della richiesta e per la selezione. Tutti i dettagli nell’avviso pubblicato qui di seguito.
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giovedì 20 dicembre 2018
Gli “hub” del volontariato: i dati dell’ultimo rapporto annuale sui CSV
Presenti con quasi 400 sedi e sportelli in tutta Italia, i Centri di servizio confermano l’erogazione gratuita di quasi 220 mila servizi all’anno a 48 mila realtà associative, dalla formazione alla consulenza, dalla logistica alla comunicazione. E sono già pronti ad operare secondo quanto previsto dalla riforma del terzo settore
CSVnet il 20 dicembre 2018 ha diffuso ai Centri di servizio per il volontariato soci gli ultimi dati aggregati sulla loro attività annuale. Il periodo di riferimento è il 2017, cioè un anno che – come il 2018 e il 2019 – va considerato di passaggio verso il nuovo assetto previsto dalla riforma del terzo settore. Ma che è anche stato il primo anno post approvazione della riforma (L. 106/2016).
Ed è proprio leggendoli in questa chiave che i dati lasciano chiaramente intravedere come la rete dei Centri di servizio avesse già cominciato ad operare in quella prospettiva. Sia nelle assemblee che li gestiscono, dove quasi un quarto dei soci è costituito da realtà diverse dalle organizzazioni di volontariato (Odv) ex legge 266/91, sia nei beneficiari dei servizi si evidenzia come i Csv siano già da tempo aperti ai volontari di tutto il terzo settore, come la riforma dispone.
Delle oltre 48 mila realtà destinatarie del lavoro dei Centri (cresciute in assoluto dell’11,3%), le Odv iscritte ai relativi registri sono infatti la metà, mentre aumentano di un ulteriore 10% le associazioni non profit diverse da esse (Aps, cooperative ecc,) e compaiono circa 2 mila gruppi informali o associazioni di fatto: un elemento che evidenzia come i Csv stiano intercettando anche i bisogni del cosiddetto volontariato “liquido”.
Rispetto all’anno precedente, gli altri dati confermano senza particolari scostamenti le dimensioni e la presenza dei Csv sul territorio, che mantengono quasi 400 “punti di servizio”, tra sedi centrali e sportelli, nella quasi totalità delle province italiane. Resta vicino a220 mila anche il numero complessivo dei servizi erogati gratuitamente, pur in presenza di una lieve contrazione (-0,7%) dei dipendenti a tempo pieno: questi ultimi sono 697 e costituiscono l’85% del personale retribuito (821 unità in totale).
Riguardo ai servizi, oltre al +22% delle ore di formazione, è da segnalare l’aumento delle iniziative di promozione e orientamento al volontariato e quelle di animazione territoriale sui medesimi temi, che qualificano i Csv come aggregatori territoriali per tutto ciò che riguarda l’impegno sociale gratuito, creando reti, favorendo incontri tra pubblico e privato, progetti, idee nuove: come sottolineano gli autori del rapporto, i Csv sono dei veri "hub" del volontariato.
Si conferma inoltre una impressionante quantità di servizi relativi alla comunicazione, sia in proprio che in favore delle associazioni, con la produzione di contenuti presenti con costanza su social e siti web. Emerge infine il consolidamento di una funzione per niente banale come quella dei servizi logistici: i Csv sono utilizzati sempre più dal volontariato come ambienti di co-working, grazie alla messa a disposizione di spazi e attrezzature per svolgere attività di ogni genere (dalle riunioni tra soci ai convegni), di servizi di segreteria e di supporti vari. Un ruolo vitale per la maggior parte delle realtà “servite”, che non saprebbero altrimenti come reperire tali risorse tecniche e conoscenze senza sostenere alcun onere economico (fonte ufficio stampa CSVnet).
Sul sito di CSVnet sono disponibili la sintesi del report e le relative infografiche.
CSVnet il 20 dicembre 2018 ha diffuso ai Centri di servizio per il volontariato soci gli ultimi dati aggregati sulla loro attività annuale. Il periodo di riferimento è il 2017, cioè un anno che – come il 2018 e il 2019 – va considerato di passaggio verso il nuovo assetto previsto dalla riforma del terzo settore. Ma che è anche stato il primo anno post approvazione della riforma (L. 106/2016).
Ed è proprio leggendoli in questa chiave che i dati lasciano chiaramente intravedere come la rete dei Centri di servizio avesse già cominciato ad operare in quella prospettiva. Sia nelle assemblee che li gestiscono, dove quasi un quarto dei soci è costituito da realtà diverse dalle organizzazioni di volontariato (Odv) ex legge 266/91, sia nei beneficiari dei servizi si evidenzia come i Csv siano già da tempo aperti ai volontari di tutto il terzo settore, come la riforma dispone.
Delle oltre 48 mila realtà destinatarie del lavoro dei Centri (cresciute in assoluto dell’11,3%), le Odv iscritte ai relativi registri sono infatti la metà, mentre aumentano di un ulteriore 10% le associazioni non profit diverse da esse (Aps, cooperative ecc,) e compaiono circa 2 mila gruppi informali o associazioni di fatto: un elemento che evidenzia come i Csv stiano intercettando anche i bisogni del cosiddetto volontariato “liquido”.
Rispetto all’anno precedente, gli altri dati confermano senza particolari scostamenti le dimensioni e la presenza dei Csv sul territorio, che mantengono quasi 400 “punti di servizio”, tra sedi centrali e sportelli, nella quasi totalità delle province italiane. Resta vicino a220 mila anche il numero complessivo dei servizi erogati gratuitamente, pur in presenza di una lieve contrazione (-0,7%) dei dipendenti a tempo pieno: questi ultimi sono 697 e costituiscono l’85% del personale retribuito (821 unità in totale).
Riguardo ai servizi, oltre al +22% delle ore di formazione, è da segnalare l’aumento delle iniziative di promozione e orientamento al volontariato e quelle di animazione territoriale sui medesimi temi, che qualificano i Csv come aggregatori territoriali per tutto ciò che riguarda l’impegno sociale gratuito, creando reti, favorendo incontri tra pubblico e privato, progetti, idee nuove: come sottolineano gli autori del rapporto, i Csv sono dei veri "hub" del volontariato.
Si conferma inoltre una impressionante quantità di servizi relativi alla comunicazione, sia in proprio che in favore delle associazioni, con la produzione di contenuti presenti con costanza su social e siti web. Emerge infine il consolidamento di una funzione per niente banale come quella dei servizi logistici: i Csv sono utilizzati sempre più dal volontariato come ambienti di co-working, grazie alla messa a disposizione di spazi e attrezzature per svolgere attività di ogni genere (dalle riunioni tra soci ai convegni), di servizi di segreteria e di supporti vari. Un ruolo vitale per la maggior parte delle realtà “servite”, che non saprebbero altrimenti come reperire tali risorse tecniche e conoscenze senza sostenere alcun onere economico (fonte ufficio stampa CSVnet).
Sul sito di CSVnet sono disponibili la sintesi del report e le relative infografiche.
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mercoledì 19 dicembre 2018
martedì 11 dicembre 2018
Istituto Arrupe avvia il progetto di formazione FARO
Inizia la formazione del Progetto FARO all’Istituto Arrupe: tre gli incontri che affronteranno la tematica inerente ai push e pull factors, rotte, dati, rappresentazioni delle migrazioni.
Nel corso del primo appuntamento, fissato per il 12 dicembre 2018, Francesca Bartolomei terrà un incontro dal titolo “MSNA: dati, profili, sistema d’accoglienza”; gli altri due, tenuti da Chiara Giubilaro e in programma rispettivamente il 14 e il 17 dicembre 2018, affrontano il tema dei “Push e pull factors e rotte” e delle “Rappresentazioni”.
La partecipazione agli incontri è gratuita. Per iscriversi è necessario inviare la scheda completa dei dati anagrafici tramite e-mail avente come oggetto “iscrizione incontro Progetto FARO” all’indirizzo segreteria@istitutoarrupe.it entro le ore 12.00 dell’11 dicembre 2018 per il primo degli incontri e entro le ore 12.00 del 13 dicembre 2018 per il secondo e il terzo degli incontri.
Sono stati richiesti i crediti formativi al Consiglio Regionale dell’Ordine Professionale degli assistenti sociali della Regione Sicilia.
Le docentiFrancesca BartolomeiPsicologa, ha recentemente svolto attività di docenza per operatori dei centri di prima e seconda accoglienza e delle prefetture nell’ambito della migrazione e attività di supporto psicologico presso i centri di accoglienza minori per la promozione del benessere bio-psico-sociale. Presso l’Hotspot di Lampedusa ha anche svolto attività clinica e di assistenza psicologica.
Chiara GiubilaroDottore di ricerca in Studi Culturali Europei presso l’Università degli Studi di Palermo e la Heinrich-Heine Düsseldorf Universität, attualmente è assegnista di ricerca in Geografia presso l’Università di Milano-Bicocca con un progetto dal titolo: “Immaginazioni migranti. Geografie visuali delle migrazioni a confronto”. Tra i suoi interessi di ricerca: le rappresentazioni delle migrazioni nei media e nel discorso pubblico e le migrazioni nel Mediterraneo.
Locandina
Scheda di iscrizione
Scheda progetto
Nel corso del primo appuntamento, fissato per il 12 dicembre 2018, Francesca Bartolomei terrà un incontro dal titolo “MSNA: dati, profili, sistema d’accoglienza”; gli altri due, tenuti da Chiara Giubilaro e in programma rispettivamente il 14 e il 17 dicembre 2018, affrontano il tema dei “Push e pull factors e rotte” e delle “Rappresentazioni”.
La partecipazione agli incontri è gratuita. Per iscriversi è necessario inviare la scheda completa dei dati anagrafici tramite e-mail avente come oggetto “iscrizione incontro Progetto FARO” all’indirizzo segreteria@istitutoarrupe.it entro le ore 12.00 dell’11 dicembre 2018 per il primo degli incontri e entro le ore 12.00 del 13 dicembre 2018 per il secondo e il terzo degli incontri.
Sono stati richiesti i crediti formativi al Consiglio Regionale dell’Ordine Professionale degli assistenti sociali della Regione Sicilia.
Le docentiFrancesca BartolomeiPsicologa, ha recentemente svolto attività di docenza per operatori dei centri di prima e seconda accoglienza e delle prefetture nell’ambito della migrazione e attività di supporto psicologico presso i centri di accoglienza minori per la promozione del benessere bio-psico-sociale. Presso l’Hotspot di Lampedusa ha anche svolto attività clinica e di assistenza psicologica.
Chiara GiubilaroDottore di ricerca in Studi Culturali Europei presso l’Università degli Studi di Palermo e la Heinrich-Heine Düsseldorf Universität, attualmente è assegnista di ricerca in Geografia presso l’Università di Milano-Bicocca con un progetto dal titolo: “Immaginazioni migranti. Geografie visuali delle migrazioni a confronto”. Tra i suoi interessi di ricerca: le rappresentazioni delle migrazioni nei media e nel discorso pubblico e le migrazioni nel Mediterraneo.
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lunedì 10 dicembre 2018
Re(si)stiamo umani. Seminario a Palermo
Dal 14 al 15 dicembre 2018, all'oratorio di Santa Chiara a Palermo, si svolge il seminario "Re(si)stiamo umani. Dialoghi su migrazioni e linguaggi alla deriva". L'iniziativa è promossa dall'associazione S. Chiara in collaborazione con il CeSVoP e con le associazioni Nottedoro, Handala e Centro Astalli. Finalità principale è ricostruire una convivenza pacifica e una coesistenza delle differenze in una società che integri i migranti. Tutti i dettagli nei materiali che trovi qui di seguito.
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venerdì 7 dicembre 2018
Il volontariato unito per affrontare il cambiamento. Incontro a Roma per la Giornata del volontariato
“Quando le persone fanno la differenza” è questo il titolo scelto da Forum Terzo Settore, Csvnet e Caritas Italiana per celebrare la 33° Giornata del volontariato indetta dall'Onu. Oltre 200 rappresentanti del terzo settore si sono incontrati oggi a Roma, nell'Aula Magna della Facoltà di Architettura di Roma Tre per un confronto su un tema sempre attuale che oggi, alla luce delle novità introdotte dalla recente riforma del terzo settore, offre nuove chiavi di lettura, opportunità e sfide da esplorare. Il volontariato tiene unite le comunità e in ogni fase storica, non solo in quelle di maggiore crisi, è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale per la tenuta del paese e per la democrazia.
"Con la Riforma del terzo settore - ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore - il volontariato ha vinto perché il nuovo codice gli ha assegnato una funzione centrale e strategica per tutti gli enti di terzo settore riconoscendo l'azione di tutti i cittadini responsabili e solidali. Senza le persone l'iniziativa civica non esiste. Le persone sono il motore che fa partire tutto, la scintilla in grado di dare vita ad azioni collettive volte a rispondere con innovazione e creatività ai problemi delle comunità. La riforma del terzo settore - conclude Fiaschi - rilancia una nuova stagione di impegno civico e organizzato".
E il tema delle sfide aperte dalla nuova normativa è stato ripreso in più occasioni durante la mattinata di celebrazione. “Una riforma – spiegaFrancesco Marsico, responsabile dell’area nazionale di Caritas italiana – che recepisce la liquidità del volontariato capace di convivere tra forme organizzative diverse, mantenendo una propria identità. Il volontariato di ieri era spesso militanza in forma associata, oggi è sempre più spesso esperienza in modalità destrutturata. Ci sono definizioni del passato che vanno maneggiate con cautela, come quella della ‘purezza del volontariato’. Dobbiamo pensare invece al compromesso come punto di partenza per l’azione. Il volontariato deve essere dentro ai processi e saper scendere a compromessi. Viviamo un tempo – conclude Marsico – in cui è impossibile capire cosa fare ma è importante essere al servizio dei processi che met tano al centro la persona più che occupare spazi”.
Costruire comunità resilienti, quindi, come indicato dall’Onu e ribadito da Stefano Tabò, presidente di CSVnet durante il suo intervento, “aiuta ad aprirci al mondo e ci sollecita a fare qualcosa in più”. Ma la celebrazione del 5 dicembre a Roma è stata soprattutto un’occasione per riflettere sulla natura stessa della cultura del dono e dell’impegno gratuito. “La cultura del volontariato è unica: è un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali, che esprime socialità e la arricchisce della dimensione del dono – continua Tabò. Questa modalità ha a che fare con il modello di cittadinanza che vogliamo perseguire e che dobbiamo valorizzare e tutelare con cautela”. “Il volontariato non è una pianta selvatica ma un fiore di serra – spiega ancora Tabò riprendendo un’immagine spesso usata da Luciano Tavazza – perché ha bisogno di cure e attenzione. Ma non è la serra il luogo in cui è chiamato ad agire: il suo ruolo è quello di tenere unite le comunità e la ricerca sugli empori realizzata da CSVnet e Caritas italiana è lo specchio di questa capacità”.
All'evento sono arrivati il messaggio di saluto del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Durigon, che ha sottolineato che "i volontari sono un esercito silente che con il loro lavoro contribuiscono significativamente a sostenere le fragilità e le esigenze della società. Con il loro operato migliorano la trama delle comunità contribuendo alla crescita, non solo morale, delle economie del nostro paese”. In conclusione il sottosegretario ha ribadito che "la posizione del Governo è di piena apertura e dialogo continuo con tutti gli attori interessati ed investiti dalla riforma”.
I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda sul “Volontariato 4.0.”, per rispondere alle esigenze di una società che cambia in modo veloce e difficilmente decifrabile. Un processo veloce che ha investito anche il volontariato stesso che, come ribadito dal ricercatore dell’Università di Pisa Riccardo Guidi “deve guardare a queste trasformazioni se vuole diventare un fenomeno sempre più diffuso e popolare e non un’esperienza di pochi”. Cavalcare il cambiamento, quindi, e non evitarlo. “Dalle forme organizzate all’iniziativa autonoma, dalla pratica volontaria per progetti all’autorganizzazione dal basso – continua Guidi – l’impegno solidale acquisisce nuove forme ma il livello culturale rimane uno degli elementi fondamentali”. E per affrontare le sfide del cambiamento, è utile tenere ben saldi i valori di riferimento comuni. “Il primo è la solidariet&a grave; – ha spiegato Enzo Costa coordinatore della consulta del volontariato presso il Forum terzo settore – ancora più del dono. È una scelta individuale che deve trovare terreno fertile per connettersi con le altre individualità e diventare collettiva. Nella riforma manca proprio questo: una vera valorizzazione del volontariato nelle comunità e strumenti concreti che facilitino”. Alla tavola rotonda ha partecipato anche Maria Cristina Pisani, portavoce del Forum nazionale Giovani che ha ribadito l’impegno a coinvolgere le nuove generazioni in questo processo di partecipazione. “I giovani che fanno volontariato – ha spiegato Pisani – sono ancora pochi e hanno bisogno di spazi aperti al confronto e alla partecipazione con azioni continuative e strutturate. E come per il lavoro, dobbiamo lavorare sui tempi di conciliazione per andare incontro alle esigenze delle donne che vogliono fare attività volontaria”. Tra le sfide lanciate al “volontariato 4.0” c’è quella della comunicazione. “Non si può contrastare una cultura dell’odio crescente – ha spiegato Andrea Volterrani dell’Università Tor Vergata – se non si fa una comunicazione diversa e per questo oltre che nei quartieri, sulle strade, nei condomini, bisogna essere anche online, perché lì il volontariato non c’è ancora abbastanza”. Gli ha fatto eco Roberto Museo, direttore di CSVnet, ribandendo la crucialità del tema delle tecnologie convergenti per il volontariato. “Siamo nel pieno di una nuova rivoluzione industriale in cui, oltre ai device che usiamo, ciò che ci condiziona è il concetto che ‘io sono in quanto posso’”. “La sfida che attende i Csv – ha concluso Museo – è di essere luoghi e non più spazi, in cui il praticare in modo partecipato la coesione sociale, la partecipazione, l’inclusione e la democrazia”.
Presentati anche i dati del 1° rapporto sugli empori solidali realizzato da Caritas e Csvnet, i sempre più numerosi luoghi che permettono di dare risposte concrete ed omogenee a temi come la povertà alimentare, il recupero delle le eccedenze alimentari e l’aiuto a persone in situazione di disagio economico. Ai dati illustrati da Monica Tola di Caritas e Stefano Trasatti di CSVnet, si sono aggiunte le storie dell’emporio di Oria, raccontata da don Alessandro Mayer, della rete ormai consolidata presente in Emilia-Romagna con Angela Artusi e l’esperienza di Verona con la referente Barbara Simoncelli (fonte ufficio stampa CSVnet).
"Con la Riforma del terzo settore - ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore - il volontariato ha vinto perché il nuovo codice gli ha assegnato una funzione centrale e strategica per tutti gli enti di terzo settore riconoscendo l'azione di tutti i cittadini responsabili e solidali. Senza le persone l'iniziativa civica non esiste. Le persone sono il motore che fa partire tutto, la scintilla in grado di dare vita ad azioni collettive volte a rispondere con innovazione e creatività ai problemi delle comunità. La riforma del terzo settore - conclude Fiaschi - rilancia una nuova stagione di impegno civico e organizzato".
E il tema delle sfide aperte dalla nuova normativa è stato ripreso in più occasioni durante la mattinata di celebrazione. “Una riforma – spiegaFrancesco Marsico, responsabile dell’area nazionale di Caritas italiana – che recepisce la liquidità del volontariato capace di convivere tra forme organizzative diverse, mantenendo una propria identità. Il volontariato di ieri era spesso militanza in forma associata, oggi è sempre più spesso esperienza in modalità destrutturata. Ci sono definizioni del passato che vanno maneggiate con cautela, come quella della ‘purezza del volontariato’. Dobbiamo pensare invece al compromesso come punto di partenza per l’azione. Il volontariato deve essere dentro ai processi e saper scendere a compromessi. Viviamo un tempo – conclude Marsico – in cui è impossibile capire cosa fare ma è importante essere al servizio dei processi che met tano al centro la persona più che occupare spazi”.
Costruire comunità resilienti, quindi, come indicato dall’Onu e ribadito da Stefano Tabò, presidente di CSVnet durante il suo intervento, “aiuta ad aprirci al mondo e ci sollecita a fare qualcosa in più”. Ma la celebrazione del 5 dicembre a Roma è stata soprattutto un’occasione per riflettere sulla natura stessa della cultura del dono e dell’impegno gratuito. “La cultura del volontariato è unica: è un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali, che esprime socialità e la arricchisce della dimensione del dono – continua Tabò. Questa modalità ha a che fare con il modello di cittadinanza che vogliamo perseguire e che dobbiamo valorizzare e tutelare con cautela”. “Il volontariato non è una pianta selvatica ma un fiore di serra – spiega ancora Tabò riprendendo un’immagine spesso usata da Luciano Tavazza – perché ha bisogno di cure e attenzione. Ma non è la serra il luogo in cui è chiamato ad agire: il suo ruolo è quello di tenere unite le comunità e la ricerca sugli empori realizzata da CSVnet e Caritas italiana è lo specchio di questa capacità”.
All'evento sono arrivati il messaggio di saluto del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Durigon, che ha sottolineato che "i volontari sono un esercito silente che con il loro lavoro contribuiscono significativamente a sostenere le fragilità e le esigenze della società. Con il loro operato migliorano la trama delle comunità contribuendo alla crescita, non solo morale, delle economie del nostro paese”. In conclusione il sottosegretario ha ribadito che "la posizione del Governo è di piena apertura e dialogo continuo con tutti gli attori interessati ed investiti dalla riforma”.
I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda sul “Volontariato 4.0.”, per rispondere alle esigenze di una società che cambia in modo veloce e difficilmente decifrabile. Un processo veloce che ha investito anche il volontariato stesso che, come ribadito dal ricercatore dell’Università di Pisa Riccardo Guidi “deve guardare a queste trasformazioni se vuole diventare un fenomeno sempre più diffuso e popolare e non un’esperienza di pochi”. Cavalcare il cambiamento, quindi, e non evitarlo. “Dalle forme organizzate all’iniziativa autonoma, dalla pratica volontaria per progetti all’autorganizzazione dal basso – continua Guidi – l’impegno solidale acquisisce nuove forme ma il livello culturale rimane uno degli elementi fondamentali”. E per affrontare le sfide del cambiamento, è utile tenere ben saldi i valori di riferimento comuni. “Il primo è la solidariet&a grave; – ha spiegato Enzo Costa coordinatore della consulta del volontariato presso il Forum terzo settore – ancora più del dono. È una scelta individuale che deve trovare terreno fertile per connettersi con le altre individualità e diventare collettiva. Nella riforma manca proprio questo: una vera valorizzazione del volontariato nelle comunità e strumenti concreti che facilitino”. Alla tavola rotonda ha partecipato anche Maria Cristina Pisani, portavoce del Forum nazionale Giovani che ha ribadito l’impegno a coinvolgere le nuove generazioni in questo processo di partecipazione. “I giovani che fanno volontariato – ha spiegato Pisani – sono ancora pochi e hanno bisogno di spazi aperti al confronto e alla partecipazione con azioni continuative e strutturate. E come per il lavoro, dobbiamo lavorare sui tempi di conciliazione per andare incontro alle esigenze delle donne che vogliono fare attività volontaria”. Tra le sfide lanciate al “volontariato 4.0” c’è quella della comunicazione. “Non si può contrastare una cultura dell’odio crescente – ha spiegato Andrea Volterrani dell’Università Tor Vergata – se non si fa una comunicazione diversa e per questo oltre che nei quartieri, sulle strade, nei condomini, bisogna essere anche online, perché lì il volontariato non c’è ancora abbastanza”. Gli ha fatto eco Roberto Museo, direttore di CSVnet, ribandendo la crucialità del tema delle tecnologie convergenti per il volontariato. “Siamo nel pieno di una nuova rivoluzione industriale in cui, oltre ai device che usiamo, ciò che ci condiziona è il concetto che ‘io sono in quanto posso’”. “La sfida che attende i Csv – ha concluso Museo – è di essere luoghi e non più spazi, in cui il praticare in modo partecipato la coesione sociale, la partecipazione, l’inclusione e la democrazia”.
Presentati anche i dati del 1° rapporto sugli empori solidali realizzato da Caritas e Csvnet, i sempre più numerosi luoghi che permettono di dare risposte concrete ed omogenee a temi come la povertà alimentare, il recupero delle le eccedenze alimentari e l’aiuto a persone in situazione di disagio economico. Ai dati illustrati da Monica Tola di Caritas e Stefano Trasatti di CSVnet, si sono aggiunte le storie dell’emporio di Oria, raccontata da don Alessandro Mayer, della rete ormai consolidata presente in Emilia-Romagna con Angela Artusi e l’esperienza di Verona con la referente Barbara Simoncelli (fonte ufficio stampa CSVnet).
mercoledì 5 dicembre 2018
I primi video prodotti dal CeSVoP per promuovere il volontariato
A partire dal 5 dicembre 2018, Giornata internazionale del Volontariato, il CeSVoP ha cominciato a pubblicare i video realizzati per promuovere il volontariato e sensibilizzare all'impegno civico. Qui sotto trovi i tre video sinora realizzati.
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lunedì 3 dicembre 2018
Convegno sul contrasto alla povertà in occasione della Giornata del Volontariato
XXI Convegno AFIPreS Marco Saura "Un giardino nel deserto"
Il dolore mentale e le sue trasformazioni, soprattutto nell'ambito della perdita di un caro per suicidio, sono al centro della proposta che l'associazione AFIPreS Marco Saura di Palermo lancia per il 13 dicembre 2018 con il XXI convegno nazionale "Un giardino nel deserto. Il dolore mentale e le sue trasformazioni, resilienza e vulnerabilità in ambito psichiatrico e psicoterapeutico". L'incontro si svolge nell'aula didattica di Villa Magnisi (via Padre Rosario da Partanna a Palermo) dalle ore 8,30 alle 17,30 circa.
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