Degli 800 partecipanti alla sesta Conferenza nazionale del volontariato, oltre 400 sono volontari, circa 200 i delegati dei Centri di servizi del volontariato (di cui una dozzina dalla Sicilia occidentale) mentre non arrivano a 80 i rappresenti delle Onlus e della Associazioni di promozione sociale. Un mondo variegato “piegato” per tre giorni alle "leggi" della caserma: trasferimenti consentiti solo con navette e riconoscimento all’ingresso. Ma la Scuola sottufficiali della Guardia di finanza è l’unico modo per accogliere un numero così alto di persone in una città ferita, come è ancora L’Aquila. E il significato della scelta aiuta a superare le perplessità. Doman, invece, la città si aprirà alle associazioni ospitando in vari luoghi gli otto gruppi di lavoro previsti.
Sul volontariato, nella crisi, in molti contano: lo ha ribadito il Presidente della Repubblica Napolitano, lo ha detto nel suo discorso di apertura il ministro del lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero. Perché come analizza il sociologo Mauro Magatti (Cattolica di Milano), il volontariato è “uno strumento per superare la crisi” da un punto di vista economico e sociale ma è anche "uno strumento per produrre un bene che ci manca: la fiducia". E il volontariato risponde all’invito. I numeri lo confermano. In vista della Conferenza è stato avviato un percorso di riflessione partecipato in tutta Italia: oltre 100 incontri, 4500 volontari e la partecipazione di più di 3500 organizzazioni. Domani tutte queste esperienze confluiranno in diversi gruppi di lavoro per arrivare, alla conclusione di domenica 7 ottobre, alla stesura di “una lettera” al paese. Gli incontri preparatori, realizzati anche grazie al supporto della rete dei Centri di Servizio per il Volontariato, hanno preso il via nel mese di maggio proprio dall’Aquila, punto di partenza e di arrivo di questo percorso, e sono andati avanti per tutto il mese di settembre.
Francesca Danese vicepresidente del Csvnet illustra i dati dii una così alta partecipazione, ma prima ancora ringrazia i volontari di L’Aquila per l’accoglienza e il supporto. ''Ho girato l'Italia e posso dire che il futuro sui territori c'è già, anche se amministratori e politici non se ne vogliono accorgere". Danese ha ricordato poi di aver incontrato molti volontari: "Mi hanno detto: anche noi siamo un bene comune” . Il 59,1% dei volontari aveva un’età compresa tra i 51 e i 65 anni, mentre il 40,9% tra i 30 e i 40 anni. Ad ogni incontro è stata registrata una media di 34 organizzazioni di volontariato presenti, la maggior parte di queste (18,6%) opera in campo socio-assistenziale, educativo (10,9%) e sanitario (10,4%). Di poco inferiore anche la percentuale relativa alle associazioni operanti nell’ambito dell’inclusione sociale (10%). "Dobbiamo evitare - dice Dabese - che la crisi ci riduca ad affrontare solo l'immediato". (cch, fonte Redattore Sociale)
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