Nel corso del 2010, i 700 volontari sparsi nei 21 Centri in Italia hanno ricevuto al Numero Unico Nazionale (199.284.284) 106.556 telefonate (292 al giorno, 20,9 all’ora), nella fascia oraria coperta dal servizio (10-24). Dall’analisi delle chiamate emerge che la crisi ha reso gli italiani non solo più poveri e con meno occupazione ma anche con meno speranze, con meno dichiarati problemi di salute e sentimentali, con molto più disagio (a volte disperato) connesso alla solitudine, alla mancanza di ascolto e di empatia.
“Anche quest’anno, con l’aiuto fondamentale e preziosissimo del Prof. Enrico Finzi, Telefono Amico Italia rende pubblici i dati (puramente statistici) relativi al servizio svolto dai volontari in ambito nazionale, che costituiscono l’ossatura dell’“Osservatorio sul Disagio Emotivo” – dichiara Dario Briccola, presidente di Telefono Amico Italia -. L’osservatorio, attivo da quattro anni, è interamente dedicato allo studio di questo fenomeno in Italia, attraverso il nostro ruolo di interlocutori privilegiati sulla solitudine e sul disagio emotivo, mediante il sevizio d’ascolto telefonico. Offriamo un orecchio partecipe (e non impositivo) per aiutare a rendere più lieve il dramma di chi non ha scelto di essere solo. Abbiamo la convinzione che una società dell’ascolto, della comunicazione e dell’apertura all’altro possa portare a una società più umana e quindi moralmente più ricca e più felice”.
"Abbiamo analizzato oltre un milione di schede (anonime) relative alle chiamate degli ultimi 12 anni a Telefono Amico Italia – sottolinea Enrico Finzi, sociologo e presidente di AstraRicerche -. Dall’analisi dei dati relativi al 2010 siamo rimasti colpiti da quanto le difficoltà materiali di tanti italiani abbiano inciso anche sul loro disagio emozionale, aggravando il loro drammatico senso di isolamento. Sarebbe un errore sottovalutare queste conseguenze relazionali e psicologiche della crisi, il suo costo sociale in termini di infelicità".
Nel dettaglio, lo studio delle telefonate ricevute da Telefono Amico Italia (TAI) – l’organizzazione di volontariato che dal 1967 offre un servizio di ascolto a chiunque provi solitudine, angoscia, tristezza, sconforto, rabbia e disagio: tutti sentimenti che se non risolti potrebbero portare a gravi crisi e talvolta anche ad atti estremi – evidenzia che nel 2010 hanno telefonato maggiormente gli uomini (66,9%). Calano quindi le donne, in quanto avvertono meno disagio emozionale, e/o sono più fornite di una rete di relazione e di sostegno.
Per quel che riguarda l’età, si nota che coloro cha hanno tra i 36 e i 45 anni sono il 29,4% del totale degli appellanti (chi telefona a TAI), e coloro che hanno dai 46 ai 55 anni ammontano al 23,2%. In generale la fascia di età “centrale”, che va dai 36 ai 55 anni, registra quasi il 53% del totale delle telefonate.
Il 55% di chi si avvale del servizio telefonico di TAI sono studenti, casalinghe, pensionati e disoccupati. Mentre, relativamente alla composizione del nucleo familiare si nota che le telefonate provenienti da chi vive da solo sono tornate a crescere nel 2010, restando maggioritari (52,9%). Si nota, altresì, un bisogno di ascolto di coloro che vivono con un partner (9,3%, in incremento) oppure con famigliari e – raramente- amici (37,8%, in calo) a conferma del fatto che il disagio emozionale senza avere qualcuno “vicino” a cui rivolgersi si annida spesso tra coloro che, per convivenza e/o lavoro, in teoria dovrebbero essere immersi in un fitto reticolo di relazioni interpersonali: un fenomeno questo in netta crescita di lungo periodo.
I motivi per i quali ci si rivolge all’associazione sono: il bisogno di compagnia e la solitudine (32%), la sessualità (21%), infermità psichica e/o fisica (inclusa la depressione: 13%). Quindi i problemi sentimentali e di coppia (8%) e quelli familiari e parentali (7%).
Dal 2007 al 2010 è cresciuto il mix di bisogno di compagnia e di solitudine (dal 26% al 32%). Appaiono stabili le aree dei problemi familiari e parentali (7%), dei “nodi” filosofici/etici/esistenziali/religiosi (7%) e di quelli sociali/politici (2%). E’ diminuito dal 22% al 21% il disagio connesso alla sessualità, e i problemi sentimentali e di coppia (dal 9% all’8%). Sono calate le infermità sia fisiche sia psichiche (dal 30% al 20%).
Infine, ammontano a oltre 500 le persone che hanno contattato TAI annunciando di aver già attivato un tentativo di suicidio o di averne intenzione.
“Anche quest’anno, con l’aiuto fondamentale e preziosissimo del Prof. Enrico Finzi, Telefono Amico Italia rende pubblici i dati (puramente statistici) relativi al servizio svolto dai volontari in ambito nazionale, che costituiscono l’ossatura dell’“Osservatorio sul Disagio Emotivo” – dichiara Dario Briccola, presidente di Telefono Amico Italia -. L’osservatorio, attivo da quattro anni, è interamente dedicato allo studio di questo fenomeno in Italia, attraverso il nostro ruolo di interlocutori privilegiati sulla solitudine e sul disagio emotivo, mediante il sevizio d’ascolto telefonico. Offriamo un orecchio partecipe (e non impositivo) per aiutare a rendere più lieve il dramma di chi non ha scelto di essere solo. Abbiamo la convinzione che una società dell’ascolto, della comunicazione e dell’apertura all’altro possa portare a una società più umana e quindi moralmente più ricca e più felice”.
"Abbiamo analizzato oltre un milione di schede (anonime) relative alle chiamate degli ultimi 12 anni a Telefono Amico Italia – sottolinea Enrico Finzi, sociologo e presidente di AstraRicerche -. Dall’analisi dei dati relativi al 2010 siamo rimasti colpiti da quanto le difficoltà materiali di tanti italiani abbiano inciso anche sul loro disagio emozionale, aggravando il loro drammatico senso di isolamento. Sarebbe un errore sottovalutare queste conseguenze relazionali e psicologiche della crisi, il suo costo sociale in termini di infelicità".
Nel dettaglio, lo studio delle telefonate ricevute da Telefono Amico Italia (TAI) – l’organizzazione di volontariato che dal 1967 offre un servizio di ascolto a chiunque provi solitudine, angoscia, tristezza, sconforto, rabbia e disagio: tutti sentimenti che se non risolti potrebbero portare a gravi crisi e talvolta anche ad atti estremi – evidenzia che nel 2010 hanno telefonato maggiormente gli uomini (66,9%). Calano quindi le donne, in quanto avvertono meno disagio emozionale, e/o sono più fornite di una rete di relazione e di sostegno.
Per quel che riguarda l’età, si nota che coloro cha hanno tra i 36 e i 45 anni sono il 29,4% del totale degli appellanti (chi telefona a TAI), e coloro che hanno dai 46 ai 55 anni ammontano al 23,2%. In generale la fascia di età “centrale”, che va dai 36 ai 55 anni, registra quasi il 53% del totale delle telefonate.
Il 55% di chi si avvale del servizio telefonico di TAI sono studenti, casalinghe, pensionati e disoccupati. Mentre, relativamente alla composizione del nucleo familiare si nota che le telefonate provenienti da chi vive da solo sono tornate a crescere nel 2010, restando maggioritari (52,9%). Si nota, altresì, un bisogno di ascolto di coloro che vivono con un partner (9,3%, in incremento) oppure con famigliari e – raramente- amici (37,8%, in calo) a conferma del fatto che il disagio emozionale senza avere qualcuno “vicino” a cui rivolgersi si annida spesso tra coloro che, per convivenza e/o lavoro, in teoria dovrebbero essere immersi in un fitto reticolo di relazioni interpersonali: un fenomeno questo in netta crescita di lungo periodo.
I motivi per i quali ci si rivolge all’associazione sono: il bisogno di compagnia e la solitudine (32%), la sessualità (21%), infermità psichica e/o fisica (inclusa la depressione: 13%). Quindi i problemi sentimentali e di coppia (8%) e quelli familiari e parentali (7%).
Dal 2007 al 2010 è cresciuto il mix di bisogno di compagnia e di solitudine (dal 26% al 32%). Appaiono stabili le aree dei problemi familiari e parentali (7%), dei “nodi” filosofici/etici/esistenziali/religiosi (7%) e di quelli sociali/politici (2%). E’ diminuito dal 22% al 21% il disagio connesso alla sessualità, e i problemi sentimentali e di coppia (dal 9% all’8%). Sono calate le infermità sia fisiche sia psichiche (dal 30% al 20%).
Infine, ammontano a oltre 500 le persone che hanno contattato TAI annunciando di aver già attivato un tentativo di suicidio o di averne intenzione.
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