Autoconvocazione del Volontariato nazionale: un'occasione persa per il volontariato italiano
Lettera aperta al volontariato Italiano
Il Movimento di Volontariato Italiano (MoVI), esprime delusione per l'interruzione del percorso dell'autoconvocazione del volontariato italiano, decretata senza che si sia raggiunto lo scopo per cui era stata avviata.Avviata con un primo incontro il 9 maggio 2015 alla presenza di oltre 300 rappresentanti di organizzazioni italiane di volontariato, l'autoconvocazione è stata chiusa dal Comitato incaricato di coordinarne i lavori, pochi giorni prima del Festival del Volontariato di Lucca dello scorso aprile.
Dopo anni di assenza di una reale attenzione – al di là dei tradizionali riconoscimenti retorici – al volontariato italiano nel dibattito pubblico, l'autoconvocazione era stata pensata come un modo per ritrovarci e capire insieme dove stiamo andando, per condividere un'elaborazione culturale e far sentire il nostro punto di vista, anche in occasione del processo di riforma della normativa del Terzo Settore avviato dal Governo nel 2014 e con l'auspicio di arrivare alla prossima Conferenza Nazionale del Volontariato con un percorso partecipato e significativo.
Molti parlano sul volontariato, si fanno ricerche e convegni, esponenti del terzo settore suggeriscono linee e indirizzi su di noi, ma senza di noi: il volontariato non è riuscito ad esprimere una sintesi e proporre il proprio punto di vista, trovando nuovo slancio e ripensando la propria presenza e il proprio ruolo in questo delicato momento di cambiamenti sociali.
Il dibattito avviato dal governo, come naturale che sia, ha evidenziato punti di vista diversi su questioni importanti come la gratuità, il rapporto con altre realtà del no-profit o sul ruolo dei Centri Servizi per il Volontariato, con proposte di allentare il rigore della legislazione attuale o ipotesi di superamento di una legislazione di favore per le organizzazioni di soli volontari.
Invece di promuovere un ampio confronto tra volontari, che avrebbe permesso di costruire un'interlocuzione forte e partecipata con il legislatore, si è preferito presentarsi in ordine sparso, cercando ognuno di portare acqua al proprio mulino, svalorizzando nei fatti le rappresentanze del volontariato italiano.
Crediamo che quanto accaduto rappresenti un occasione persa dal volontariato, evidenziando il momento di crisi che sta attraversando anche il nostro sistema di rappresentanza nazionale e la sua grave incongruenza e debolezza.
Crisi che ci interroga e ci impegna, come MoVI e come volontari, a mobilitarci per rilanciare i nostri valori e ribadire la vera natura della nostra presenza anche in vista della prossima approvazione della legge delega per la riforma della normativa del Terzo Settore e del conseguente avvio della fase di scrittura dei decreti delegati.
Ci impegna a costruire spazi e modalità per far sentire la voce del volontariato Italiano e dei cittadini solidali che desiderano attivarsi nell'interesse generale per contribuire alla gestione dei beni comuni e al rilancio di una sana e virtuosa dinamica democratica partecipativa nello spirito della nostra Costituzione.
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