Al termine del Convegno promosso il 15 maggio 2014 dall'associazione Gela Famiglia è stata istituita la celebrazione della Giornata a Gela (CL). Le ragioni dell'iniziativa in questo comunicato dei promotori.
Con la premessa: «la famiglia, unità fondamentale della vita sociale», l’O.N.U. ha istituito nel 1994 con apposita delibera la giornata internazionale della famiglia che si celebra il 15 maggio di ogni anno. Nella ricorrenza del XX anniversario della sua istituzione, l’associazione Gela Famiglia volendo, anche, significativamente caratterizzare la ricorrenza del decimo anniversario dalla sua nascita ha formulato al comune di Gela la richiesta di istituire nella città la “Giornata della Famiglia” ed ha organizzato un convegno per meglio focalizzare l’importanza di una tale ricorrenza, già prevista in altre realtà territoriali.
Il convegno si è tenuto giorno 15 maggio nell’auditorium del Liceo Classico “Eschilo” di Gela, hanno relazionato fra Giovanni Salonia, didatta dell’Istituto di Ge-stalt Therapy Kairòs, sul Tema: “Famiglia ed Educazione” e Tonino Solarino, Psicoterapeuta, sul Tema: “Famiglia e Società”. È intervenuto Il Vescovo Mons. Rosario Gisana.
Il convegno ha messo in risalto le peculiarità che connaturano la famiglia nella dimensione della tenerezza, della solidarietà, del rispetto, dell’onestà, della sobrietà, del richiamo all’intimità. Sono emersi richiami e spunti di riflessioni che rivelano come sia fondamentale oggi più che mai il riconoscimento della famiglia come soggetto di crescita sociale, “la famiglia non è morta, non può morire”, ma sta cambiando ed in questo cambiamento ha un ruolo attivo che non si conforma alla logica imperversante della produttività, dell’efficienza esasperata, dell’autoreferenzialità.
Promuovere la famiglia, significa abbattere tutte quelle barriere mentali che producono pregiudizi, rivalità, ritorsioni, indifferenza, insensibilità, incapacità empatica, individualismo, significa seminare speranza. Se non siamo capaci di fare famiglia quale occasione di condivisione, di solidarietà, di integrazione, di rispetto sociale si possono realizzare? Quale progetto educativo possiamo sperare di realizzare? Ci vantiamo di poter produrre embrioni in laboratorio ma non siamo capaci di crescere l’uomo, e siamo sempre alla ricerca di nuove leggi pensando di poter arginare i tanti misfatti della nostra società: femminicidi, comportamenti omofobici, tratte di innocenti, … Non teniamo conto di utilizzare le leggi che appartengono all’uomo, che sono vitali per il suo esistere, che consistono nell’intraprendere relazioni edificanti ed efficaci.
Per mettere in moto i cardini della relazione ci sono atteggiamenti da vivere:
- occorre vivere la virtù dell’umiltà nella sua positività, perché umiltà non è un negare se stessi, ma affermare se stessi; la grandezza dell’uomo è di essere se stesso.
- occorre recuperare quella beatitudine che ci fa accettare i limiti, che ci fa scoprire la necessità dell’impegno, della disponibilità del tempo, del coraggio di pagare un prezzo per la crescita della propria città.
- occorre avere consapevolezza del proprio ruolo, di ciò che io vivo, di ciò che io sono, e di come mi relaziono con gli altri, acquistando un’autorevolezza educativa.
- occorre essere capaci di vivere il rispetto della diversità.
- occorre rispettare e riconoscere la soggettività per generare relazione.
- occorre guardare il corpo, la sessualità come relazione, come il modo di guardare l’altro, (la malvagità nasce quando non si conosce il corpo come relazione).
Un ordine di cose che si imparano in famiglia, nella co-genitorialità.
In un cambiamento culturale di così grande importanza bisogna avere il coraggio di saper essere coppia, di saper fare famiglia.
Bisogna aiutare e sostenere la famiglia con adeguate politiche familiari, che allo stato attuale si concretizzano in interventi episodici e contingenti. Manca un collegamento diretto con le famiglie per mettere a loro disposizione tutte le informazioni, le opportunità ed i servizi offerti. Si ritiene utile predisporre un piano pluriennale integrato di interventi specifici per il soggetto famiglia, assolvendo al principio di sussidiarietà . Da qui l’esigenza di rilanciare e valorizzare l’associazionismo familiare per generare “il modello famiglia” nell’amministrare la cosa pubblica.
La presenza degli alunni dell’istituto suor Teresa Valsè che hanno mimato un ballo, e la recita di una poesia sulla mamma da parte di Maria Elena, una bambina di tre anni, hanno colorito ancor più di famiglia questo pomeriggio.
È stata consegnata una targa di riconoscimento all’istituto suor Teresa Valsè nella persona della direttrice suor Enza Boscarello.
Sono intervenuti: il vice sindaco Fortunato Ferracane, l’assessore Carmelo Casano, l’assessore Ugo Costa, che nel suo intervento ha dichiarato la presa d’atto dell’amministrazione comunale di deliberare il 15 maggio di ogni anno giornata dedicata alla famiglia.
Nasce così anche a Gela la giornata della famiglia, un’occasione di riflessione, valutazione, di stimolo per un processo culturale e politico che, superando le contraddizioni di dimensione ideologica, promuova la famiglia come soggetto sociale ed attivi politiche familiari capaci di rimuovere quanto è di ostacolo alla famiglia nell’impegno generativo, educativo, di cura, di mediazione sociale che gli è connaturato.
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