Il 20 novembre è la giornata
mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza.
Invitiamo tutti, genitori,
educatori, insegnanti a vivere questa giornata di festa all'insegna del gioco
con i ragazzi e le ragazze .
Ma pensiamo che sia doveroso e
necessario trovare un momento di riflessione per confrontarci sul grave momento
EDUCATIVO che vivono il nostro paese e la nostra città.
Le cause
della crisi educativa
La causa
che sta generando questa emergenza educativa non è da ricercare solo nella
crisi economica, ma anche, nella mancanza di un progetto educativo ai vari livelli (locali e nazionali) e, forse
ancor di più, sulla caduta del “Patto sociale “ che tiene insieme le Comunità.
Crisi
economica
La crisi economica che ha generato tagli
non solo sulle politiche dell'infanzia e dell'adolescenza ma anche su altre
politiche: la sanità, la scuola, le politiche del lavoro e della formazione.
Va sottolineato però che, per le
politiche rivolte all’infanzia e all’adolescenza ed ai giovani, non vi sono
reti di ammortizzatori sociali, così come non esiste un “sistema nazionale” pre
– crisi, che, sebbene stressato e “tagliato” per effetto della crisi economica
comunque avrebbe potuto dare una certa garanzia di tenuta del sistema
educativo. A questo si aggiunge il mancato completamento della Legge 328/00 che
a fronte della cancellazione di fondi nazionali “dedicati” in un fondo unico
non ha poi definito quei Livelli Essenziali che avrebbero potuto salvaguardare
un impegno per le politiche minorili e abbattere le differenze nord – sud .
La mancanza di un
Progetto Educativo
Stiamo
assistendo allo smantellamento di tutte quelle strutture Nazionali che dovevano
progettare e monitorare i vari Piani Infanzia: l’Osservatorio ed il Centro di
Documentazione. Strutture che, tra l’altro, non sono mai state pensate e
attivate ai livelli Regionali e locali. Questo non solo non ci ha permesso di
definire i Piani infanzia, ma non ha sensibilizzato e responsabilizzato la i Decisori politici a pensare ad un
Progetto Educativo ai vari livelli.
La
caduta del “Patto sociale”
Infine,
oltre alla crisi economica, assistiamo ad una crisi etica, una crisi del “patto sociale” che tiene
insieme le persone nella Comunità-Paese, che dovrebbe garantire la mediazione
fra le istanze individuali e collettive.
Si è affermata la trasformazione quasi
antropologica per la quale la misura di tutto è
l’individualità delle “proprie” istanze e
l’inverosimile convinzione che il successo nella vita
(formativo, scolastico, lavorativo, personale), è
a tutti “dovuto” senza la fatica della
costruzione, giorno per giorno, del proprio
presente e del proprio futuro “nella comunità”; è
diffusa l’idea che siano possibili improvvisi
cambiamenti di vita (in meglio) vincendo ai
giochi d’azzardo, diventando calciatori, veline e
che le scorciatoie “paghino” più della lenta
costruzione del proprio futuro, che i “vecchi”
percorsi (andare a scuola, studiare, provare ad impegnarsi per il miglioramento
delle proprie condizioni di vita nel quadro del miglioramento delle condizioni
di vita altrui) siano obsoleti, polverosi, frenanti la libertà creativa di
persone altrimenti destinate a brillanti successi …
Infine, la stessa incapacità di Governo e
Parlamento di dar vita, d'altronde, a una riforma fiscale che garantisca la
progressività (ovvero far pagare di più ai ricchi) per garantire i servizi
educativi e sociali a un livello dignitoso, contribuisce a indebolire il senso
di coesione della Comunità Paese intorno ai principi di solidarietà indicati
dalla Costituzione che hanno proprio nel sistema fiscale progressivo una loro
base fondamentale
Le conseguenze
Recenti studi hanno messo in evidenza la
correlazione fra “le crisi” e l’aumento delle patologie borderline, psicotiche
o nevrotiche, negli adolescenti e nei preadolescenti, l’aumento dell’obesità
minorile, il drop-out dal sistema formativo e scolastico, etc.
La crisi etica ed educativa del sistema-Paese e
la crisi “di progetto” in questa nostra analisi
pre-esistono a quella economica; tutte e tre
contribuiscono a fare dell’Italia un Paese da
ricostruire: come nel dopoguerra, con macerie di
altro tipo (educative, etiche, di sistema) e con povertà nuove (culturali ed
economiche insieme, a cui si affianca una marcata carenza di “speranza”).
Purtroppo non si rileva quell’energia e quella fiducia nel futuro che si
registrò quasi 70 anni fa, quell’energia che alimentò e sostenne le fatiche di
almeno due generazioni, impegnate nella ricostruzione dell’Italia.
T'invitiamo a partecipare
all'incontro del giorno 20 novembre 2013 alle ore 16,00 al “CESVOP” Via Maqueda
334
Tentando di
non entrare nel vortice dell'emergenza perenne , di discutere solo
dell'oggi e aprendo la nostra visione al livello mondiale, Nazionale, Regionale
e locale. Cercheremo attraverso un'attenta analisi di trovare anche solo “il
bandolo” attraverso cui riproporre, insieme, un’idea di presente e quindi di
futuro, una “pianificazione” a medio e lungo periodo, ma trovando anche le
modalità di come coinvolgere i ragazzi, le ragazze e gli adulti in questo
percorso.
Pasquale D'andrea (detto Lino)
Francesco Di Giovanni
Giuseppe Mattina
Ferdinando Siringo
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