giovedì 2 febbraio 2012

Palermo a misura di disabile: oltre 80 associazioni scrivono al futuro sindaco

Ecco qui sotto il resoconto dell'incontro promosso dal Coordinamento H di Palermo sulla città a misura di disabili e che si è svolto oggi 2 febbraio a Villa Niscemi. La cronaca è quella pubblicata dall'agenzia di stampa Redattore sociale:

L'associazione di volontariato Coordinamento H di Palermo, questa mattina a Villa Niscemi, ha proposto a tutte le associazioni di avviare una serie di incontri per realizzare un documento sulla disabilità di cui possa tenere conto il futuro sindaco per la costruzione di una città a misura d'uomo garantendo assistenza e piena vivibilità a chi è disabile fisico o psichico. La proposta, infatti, è quella di stilare insieme un documento unitario “chiaro e forte”, da presentare ai vari candidati alla carica di sindaco di Palermo. L’invito del Coordinamento H è rivolto, oltre che alle associazioni aderenti, anche a tutte le realtà del terzo settore che a vario titolo e livello sono impegnate nella disabilità. “Prepareremo un documento unitario – afferma Salvatore Crispi - che esprima la nostra determinazione affinché le nostre proposte vengano inserite nel programma politico del futuro sindaco”. Alla base del documento, tra i punti essenziali, ci sarà quello relativo ai servizi essenziali di assistenza, al capitolo di spesa vincolato, alla tutela e al rispetto dei diritti essenziali e al benessere della persona. “E’ arrivato il momento di partecipare. L’invito è rivolto a tutti, non solo a tutte le realtà che, a vario titolo, si occupano di disabilità – sottolinea ancora il responsabile del Coordinamento H Salvatore Crispi -. Le istanze che ci pervengono esprimono, innanzitutto, la voglia di cambiamento, la scelta di autodeterminarsi, la convinzione della propria capacità, competenza, serietà e soprattutto sono espressione del bagaglio esperienziale che tutta l’area della disabilità e il movimento associativo ha maturato negli anni e che non sono né ripetibili, né eguagliabili da alcuno. L’invito è quello di essere compatti per elaborare insieme azioni sempre più incisive”. “Al di là delle sigle delle singole associazioni, in questo momento dobbiamo essere uniti, perché solo così possiamo rappresentare una forza importante che si batte per avere riconosciuti quelli che sono i diritti fondamentali senza alcuna strumentalizzazione politica – dice Ninni Gambino, vicepresidente del Cip e presidente dell’associazione Coperta di Linus -. In particolare è importante che l’amministrazione preveda un capitolo di spesa dedicato solo alla disabilità. Siamo stanchi di andare avanti a singhiozzo senza nessuno che possa garantire continuità ai servizi”. “La riabilitazione psico-fisica deve tornare ad essere un progetto di vita – sottolinea Rosario Fiolo, segretario regionale Aifi (Associazione Italiana Fisioterapisti) –. Per fare tutto ciò occorre una partecipazione che non venga fatta solo sull’onda delle emozioni o delle scadenze elettorali ma che sia presente sempre. Quello che chiedo è che possiamo avviare insieme un percorso che non si chiuda solo con le amministrative di maggio. Cerchiamo di mettere a fuoco tutti i problemi affinché sulla risoluzione delle varie problematiche che riguardano la disabilità non ci siano più deleghe ma solo la partecipazione attiva di tutti a vario livello”. “Lavoriamo ad un documento che possa considerare il sostegno che si deve riconoscere al disabile e alla sua famiglia – aggiunge Fiorella Canfora dell’associazione Futuro Semplice -. Per noi familiari, che siamo stati per lungo tempo nell’ombra, adesso è arrivato il momento di farci portavoce reale di chi soffre lottando soprattutto contro quelle che sono le barriere mentali”. “I nostri figli non possono aspettare – continua una rappresentante dell’associazione ‘L’autismo parla’ -. A due anni dal tavolo tecnico sull’autismo si parla ancora di formazione. Dobbiamo lavorare per stilare insieme un documento che preveda una carta dei diritti dei disabili. Importante è anche partire dalle scuole per garantire non solo la presenza di personale specializzato ma anche l’avvio di progetti affinché i bambini possano educarsi alla piena valorizzazione e al rispetto della diversità. (set)
(fonte Redattore sociale 2feb12)

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