giovedì 1 dicembre 2011
Petrosino (TP), a scuola di emozioni
Una “scuola” di emozioni per prevenire il disagio. Questa è stata la missione del progetto “Le emozioni della strada” messo in atto dalla Confraternita Misericordia di Petrosino in collaborazione con l’ASP di Trapani, la Regione siciliana e il Comune petrosileno. Si tratta della realizzazione di un sogno di Anna Maria Maltese, presidente della Misericordia, che intendeva – insieme alla sua equipe di esperti e animatori – strappare i giovani del territorio dal rischio del disagio. Progetto di quasi quattro anni che si è appena concluso con una giornata di approfondimento che si è svolta presso l’istituto tecnico per geometri di Petrosino “Vincenzo Accardi”. Il titolo scelto è stato «Adolescenti a piedi nudi sulla strada delle emozioni». Si tratta di un lungo percorso formativo che ha interessato in particolare trecento adolescenti, tutti destinatari di un’azione “intensiva” di prevenzione del disagio sociale. Ad operare con i ragazzino sono stati per tre anno sedici operatori che hanno approfondito la tematica delle emozioni, tutte declinate attraverso la partecipazione a laboratori artistici, fino a realizzare una vera “scuola delle emozioni”. Il progetto ha avuto come quartier generale la scuola “Nosengo”, guidati – durante le ore curriculari – attraverso un percorso di scoperta del sé che ha prodotto un vocabolario delle emozioni e un giornale con commenti scritti proprio dai ragazzi, spesso anche in maniera anonima attraverso una casella di posta psicologica. L’obiettivo principale è stato insegnare ai ragazzi come “conoscersi e conoscere le proprie potenzialità” attraverso molteplici attività costruttive: dalla realizzazione di un giornale, ai laboratori di pittura, sia tradizionale che digitale, di teatro e drammatizzazione, ma anche di canto e danza. Tutti strumenti atti a insegnare la comunicazione di emozioni e sentimenti. Tuttavia il progetto non ha interessato soltanto gli alunni della Nosengo, ma anche i ragazzi più grandi, fino ai 20 anni che hanno partecipato alle attività pomeridiane nella sede dell’associazione. L’intero progetto – per quattro anni – è stato destinatario di un finanziamento di 108mila euro da parte dell’assessorato regionale alla Famiglia, anche se, finora soltanto la prima trance, di circa 30mila euro è stata saldata. “Troppo spesso – ha chiarito la psicologa Mariangela Patti – si punta sui fattori di rischio che possono provocare disagio e poi, in futuro, anche comportamenti devianti. Il nostro lavoro invece è stato esattamente il contrario. Abbiamo condotto i ragazzi in un percorso che ha insegnato loro quali sono i loro fattori positivi chiarendo che non esistono emozioni buone o cattive, ma che tutte le emozioni vanno vissute e comprese”. La conclusione del progetto si è tenuta nell’aula magna dell’istituto tecnico per geometri “Accardi” diretto da Maria Anna Ferrara allo scopo di creare continuità territoriale alla presenza di esperti quali Antonino Marù, Rita Chianese e Salvatore Inguì. Ma la Misericordia non intende fermarsi. “Finito il percorso – ha detto Anna Maria Maltese – non si esaurisce la nostra azione. Da volontari continueremo le nostre attività nella sede di via Nenni. Ci rincuora il fatto che numerosi ragazzi che hanno partecipato ora hanno sposato la nostra causa anche nel rapporto con i coetanei”. (chiara putaggio)
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