lunedì 28 febbraio 2011

Disegno di legge all'ARS sulle coppie di fatto. La presa di posizione dell'Agedo

Dall'Associazione riceviamo una nota sul DDL presentato all'ARS e che prevede una registro regionale per le coppie di fatto. Lo pubblichiamo dando seguito al dibattito sulla proposta di legge avviato da un comunicato di Federvita Sicilia già pubblicato su questo blog.

L'associazione di volontariato Agedo Palermo, associazione di genitori, parenti e amici di persone omosessuali e transessuali ritiene che il riconoscimento sociale dei legami d'amore sia un diritto che competa ad ogni persona.
I genitori si sentono coinvolti in questo dibattito, poiché percepiscono e soffrono in modo diretto e continuo la disparità di diritti e opportunità offerte ai propri figli omosessuali.
Ogni genitore sa che ciascun figlio ha un suo modo originale di “essere” e che questa unicità non si realizza in solitudine ma in rapporto con gli altri, dove trova spazio ed espressione la costruzione serena dell'identità, e la serenità dei nostri figli è una cosa che ci sta molto a cuore.
L'importanza dell'uguale riconoscimento sociale della persona nella sua specificità e libertà è fondamento di una società democratica che miri all'uguaglianza sostanziale dei suoi membri, mentre la sua negazione è fonte di umiliazione, emarginazione, oppressione per chi la subisce. Diventa, allora importante rispettare le persone nella loro individualità, ma anche nelle loro relazioni sociali e affettive.
Se nella vita ci accade di scoprire che alcune cose desiderate divengono possibili solo in relazione alla persona amata, questa diventa parte di noi, della nostra identità e delle nostre interrelazioni sociali, e riteniamo sia giusto potere condividere la nostra vita con questa persona avendo riconosciuti diritti e doveri, visibilità in quanto coppia e rispetto. Non si può rimanere indifferenti davanti alla negazione di questa possibilità per una parte di cittadini, poiché i diritti che oggi vengono negati alle persone in quanto omosessuali potrebbero, un domani, essere negati a chiunque di noi.
Noi genitori sappiamo che per favorire l'integrazione nel tessuto sociale dei nostri figli/e omosessuali e transessuali, sono indispensabili chiare leggi antidiscriminazione che combattano l'omotransfobia in tutti i luoghi del vivere sociale e norme che riconoscano le coppie e i loro diritti, così come indicato dalla Costituzione della Comunità Europea . Per questo chiediamo che le unioni tra persone dello stesso sesso trovino un giusto riconoscimento nella società civile, per assicurare ai nostri figli/e un'affettività serenamente visibile, una vita integrata ed un futuro soddisfacente. La coppia, omosessuale o eterosessuale che sia, dovrebbe ricevere tutto il sostegno possibile da parte delle istituzioni, poiché fonte di coesione, crescita sociale e luogo affettivo di realizzazione dell'individuo.
Ciò aiuterebbe le persone omosessuali a vivere più serenamente le proprie relazioni sociali ed affettive, offrendo maggiori spazi di progettualità e speranze per il futuro.
Aiuterebbe, altresì, tutti quei genitori che non riescono a rimuovere, con le loro sole forze, stereotipi e pregiudizi antichi, che oscurano le menti e sovrappongono un'immagine avvilente a quella del figlio reale: i sentimenti negativi di rifiuto, la sofferenza per una identità ancora additata, la paura per il futuro deteriorano i rapporti d'affetto, in un rincorrersi di reciproche accuse che arrivano finanche a disgregare il nucleo familiare. Il riconoscimento sociale renderebbe più facile, per i genitori, comprendere, accettare, condividere. L' impegno per cambiare quindi deve avere luogo sia nelle famiglie sia nella società. E’un dato statistico che oggi alla famiglia tradizionale si affiancano nuove realtà: famiglie di fatto, coppie omosessuali, convivenze di solidarietà tra persone non necessariamente legate da vincoli di natura affettiva, e tutte queste realtà danno nuova e più variegata struttura alla nostra società. L'impressione che se ne ricava è di una società reale che muta a ritmo sempre più veloce, ma che stenta a trovare risposte adeguate nelle istituzioni. Noi genitori speriamo che i legislatori possano concordare a livello comunale, regionale, statale le migliori proposte possibili per riconoscere garantire sicurezza ai nostri figli e dare dignità alle coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali.
Mi piace ricordare l'articolo 2 dei Principi Fondamentali della nostra bella Costituzione che garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle “formazioni sociali” ove si svolge la sua personalità, e una coppia è anche questo; l'articolo 3 che esplicita la pari dignità sociale di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali; l'articolo 29 che afferma che la Repubblica tutela i diritti e l'autonomia della famiglia fondata sul matrimonio, ma non dichiara che diritti analoghi debbano essere negati alle coppie omosessuali o alle coppie di fatto.
I nostri figli non sono ideologie astratte, sono persone con gioie, sofferenze, speranze. Al di là delle opposte astratte ideologie che alcuni vorrebbero mettere in contrapposizione, dovremmo adoperarci tutti per trovare modo di intenderci e mirare a trovare soluzioni dignitose per le persone, operando con giustizia e saggezza.
Allargare i diritti non toglie nulla a nessuno ma rende la vita migliore a molti. Perché non farlo? L'associazione di volontariato Agedo Palermo, associazione di genitori, parenti e amici di persone omosessuali e transessuali, ringrazia il Comune di Palermo aver approvato all’unanimità il 5 gennaio 2011 una mozione anti-omofobia e spera che il dibattito intrapreso dall’ARS possa dare buoni frutti.

Francesca Marceca, presidente Agedo Palermo.

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