L'ultimo numero di "movità", la newsletter del MoVI nazionale, è dedicato ai recenti sviluppi che riguardano l'attuazione della legge delega sulla Riforma del Terzo settore. Qui sotto uno stralcio dell'editoriale "Riforma: velocità sì, ma non precipitazione".
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"Viviamo tempi interessanti, perché sembra arrivato il momento in cui
l’intero Terzo Settore potrà essere modificato e aggiornato.
Finalmente, verrebbe da dire. Ai primi di luglio scadrà la delega al
Governo che ha già presentato – sia pure da rivedere in Parlamento
- i decreti che dovranno ridisegnare il perimetro di applicazione del
nuovo Testo Unico, anche sui versanti fiscale e del codice civile.
La prima considerazione che viene spontanea, allora, è chiedere
tempo sufficiente per poter entrare nel merito delle proposte, e anche
per valutarne le ricadute, trattandosi di novità anche radicali.
Cambiare mentre muta la realtà di riferimento è saggio, ma senza
generare confusione. Fare parti uguali fra diversi, insomma, sarebbe
somma ingiustizia. Servizi e appalti – utili, addirittura indispensabili in
tante circostanze – sono altra cosa rispetto alla cittadinanza attiva.
E’ indispensabile, quindi, che da parte del Volontariato vengano
ancora una volta ribadite le caratteristiche proprie, per preservarne le
peculiarità e far sì che l’intera società possa apprezzare e godere
quel “di più” che solo la solidarietà e la gratuità possono garantire.
L’analisi del momento storico – italiano ma non solo – ormai ci
sembra acquisita e condivisa. C’è la tentazione della chiusura
individualista, anche di gruppi e settori. C’è la perdita di valori morali
e la subdola sirena del consumismo. C’è il diffondersi di forme di
volontariato occasionale e episodico, che scivola spesso nel
“volontarismo”. C’è il tentativo di scaricare sul volontariato l’onere di
interventi – senza costi! – in tante situazioni critiche.
Per rispondere a questi problemi, ma anche alle oggettive esigenze
che emergono dalla società, il Volontariato ha intrapreso da tempo
una riflessione che ha portato anche a profondi mutamenti e a una
progressiva specializzazione. Ha avviato una politica delle alleanze,
badando non solo al che cosa si intendeva fare, ma soprattutto al
come, gelosamente custodendo i propri valori di base. Soprattutto
resistendo strenuamente alla tendenza di confondere gratuità e non
profit. Ispirazioni che possono e devono collaborare ma che hanno
natura e strutture diverse: l’associazionismo e l’impresa...".
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