martedì 5 agosto 2014

Riforma Terzo settore, il Governo vara il testo della legge-delega

L'agenzia di stampa Redattore Sociale anticipa i contenuti del disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore proposta dal Governo Renzi, qui sotto i dettagli tratti dalle pagine di redattoresociale.it.

"Riforma del terzo settore, il governo vara il testo: domani la presentazione
Approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 10 luglio, arriva finalmente il testo del disegno di legge delega che riforma il terzo settore: lo presentano il ministro Poletti e il sottosegretario Bobba. Rispetto alle prime bozze modifiche sul servizio civile

05 agosto 2014 - 13:44
ROMA – Era stato a suo tempo annunciato in pompa magna per il 27 giugno, ci hanno messo quaranta giorni di più ma ora il momento pare essere arrivato: il testo della legge delega di riforma del terzo settore è davvero pronto e sarà presentato domani, 6 agosto, dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e dal sottosegretario Luigi Bobba. Si compie così, con la successiva presentazione del testo al Parlamento dopo l‘approvazione già avvenuta nel Consiglio dei ministri dello scorso 10 luglio, il primo passo del lungo iter che porterà il governo a emanare nel giro di un anno i decreti attuativi che daranno effettiva realizzazione ai vari aspetti della riforma del mondo del non profit.
Il “disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale” affida al governo il compito di introdurre - fa notare il ministero del Welfare - misure “per la costruzione di un rinnovato sistema che favorisca la partecipazione attiva e responsabile delle persone, singolarmente o in forma associata, valorizzando il potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dagli enti del Terzo settore, anche attraverso il riordino e l’armonizzazione di incentivi e strumenti di sostegno di carattere fiscale”. Ma nel disegno di legge ci sono anche le norme che introducono il servizio civile universale e quelle che puntano a sostenere lo sviluppo delle imprese sociali.
Sono le norme sul servizio civile universale ad aver richiesto un tempo aggiuntivo di elaborazione: in particolare, la riflessione si è concentrata intorno alla questione dell’accesso al servizio civile limitato ai soli cittadini italiani o esteso anche gli stranieri. Per lungo tempo si è data per buona la seconda ipotesi, fino alla presa di posizione del premier Matteo Renzi che il 15 luglio rivendicava pubblicamente la “scelta di non affidare nel disegno di legge il servizio civile universale se non ai cittadini italiani”. Una presa di posizione – peraltro affiancata da una rinnovata disponibilità ad affrontare il tema di una nuova legge sulla cittadinanza - spiegata con il fatto che poiché il servizio civile è individuato come un “servizio alla Patria” (con riferimento all’articolo 52 della Costituzione) esso può essere svolto solamente da cittadini italiani. Le dichiarazioni di Renzi furono una sorpresa anche per chi nelle settimane precedenti e ancora in quelle stesse ore lavorava direttamente al testo della riforma e ha reso necessario un supplemento di riflessione per adeguare il testo della legge delega a quel principio.
Per il resto, il testo (che non sarà intangibile visto che potrà essere comunque modificato in Parlamento, che lo dovrà approvare) affida al governo il compito di realizzare in 12 mesi una riforma che intervenga sul cinque per mille, riordini il sistema tributario e fiscaleintroducendo un regime di tassazione degli enti che tenga conto dei fini solidaristici, riorganizzi il sistema di deduzioni e detrazioni sulle donazioni, reintroduca un organismo indipendente di controllo e vigilanza, preveda il divieto di distribuzione degli utili anche in forme indirette aprendo però alla remunerazione del capitale. Con – fra l’altro - nuove regole per le imprese sociali e la riorganizzazione dei Centri di servizio per il volontariato. Il governo sarà chiamato a individuare criteri certi per definire le attività non lucrative e i vincoli all’attività commerciale strumentale, nonché a definire nel dettaglio un regime tributario e una fiscalità di vantaggio per le organizzazioni del non profit.
Una manciata di articoli in tutto, nel disegno di legge non dovrebbe esserci alcuna indicazione formale delle risorse stanziate, la cui individuazione – al momento dell’approvazione in Consiglio dei ministri – era stata rinviata al momento dell’emanazione dei decreti attuativi. In base agli obiettivi stabiliti e alla progressione temporale con la quale si arriverà al numero di 100 mila giovani in servizio civile all’anno, obiettivo indicato a suo tempo dal presidente del Consiglio Renzi, si potrà avere un’idea dell’impegno finanziario previsto. Le stime più attendibili parlano di una cifra compresa fra i 300 e i 370 milioni per finanziare il primo step della riforma con servizio civile e cinque per mille. (ska)

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