giovedì 13 dicembre 2012

Deceduta dopo un scippo. Cordoglio del volontariato per la famiglia «I delinquenti vanno trovati e assegnati alla giustizia ma c'è una responsabilità educativa di tutti»

Dal Coordinamento del Volontariato di Gela ci arriva un comunicato che volentieri pubblichiamo:

Le trenta associazioni che aderiscono al Coordinamento del Volontariato di Gela si stringono al dolore dei famigliari della signora Teresa Pagano, deceduta a causa dei traumi a seguito di uno scippo avvenuto qualche giorno fa, ma nello stesso tempo lanciano un monito alle istituzioni e a tutta la comunità affermando che «tutti dobbiamo sentirci responsabili di ciò che accade nella nostra città, ma ciascuno, per il ruolo che ricopre, se non si adopera al meglio, non è solo responsabile ma complice di strade che portano all'imbarbarimento di una comunità. Come cittadini e volontari, siamo a fianco di tutte le Forze dell'Ordine che con spirito di servizio e abnegazione garantiscono la sicurezza nella città di Gela. Ma la battaglia contro la delinquenza minorile non è una battaglia tra guardie e ladri, di mezzo c'è una comunità che deve assumersi la responsabilità di governare questo territorio attraverso azioni educative mirate. Ci appelliamo al senso civico di questa città invitando chiunque abbia visto o riconosciuto i responsabili di informare le autorità preposte. Ma denunciamo anche la precarietà delle azioni educative di questo territorio e l'inadeguatezza delle risorse umane ed economiche messe a disposizione per i servizi educativi. La crisi non sia un alibi all'assenza di una strategia educativa. Ogni quartiere dovrebbe avere una comunità educativa con educatori di strada capaci di arrivare ai bambini più difficili che potenzialmente sono dei futuri delinquenti. Non esistono ragazzi cattivi o delinquenti per nascita, ma bambini e ragazzi che non hanno incontrato persone capaci di proporre loro valori di giustizia e vita. Non è con iniziative mediatiche o di promozione che cambia la vita di un ragazzo ma con adulti capaci di educarli e l'educazione è un processo serio e lungo che richiede percorsi di rete. Occorre aiutare le famiglie e le scuole nel loro compito educativo. Come cittadini e volontari, proviamo a contribuire con il nostro piccolo impegno a costruire una città più civile ma pensiamo che la questione delinquenziale vada affrontata con un piano almeno triennale con una cabina di regia condivisa e con maggiore competenza. Ci sono due strade da percorrere e da conoscere senza le quali ci restano solo i comunicati stampa e iniziative effimere: la povertà minorile e le sue conseguenze sul benessere dei minori, e la debolezza della comunità educante, a partire dal ruolo centrale della famiglia e della scuola, delle istituzioni formali, delle parrocchie e delle associazioni, che concorrono, oppure no, a formare i bambini. Non vogliamo polemizzare o accusare nessuno ma vogliamo aprire un dibattito serio perché può capitare, che la crisi, faccia dimenticare a chi amministra come la povertà materiale e di opportunità educative produce sull'infanzia effetti permanenti e non più recuperabili; una politica che continua a considerare le politiche sociali solo per i deboli e non, come sarebbe giusto e corretto, come azioni e interventi rivolti al benessere della comunità nel suo insieme, non fa bene il proprio lavoro. La nostra città ha bisogno di un maggior controllo del territorio e di una comunità educante che chi amministra deve provare a costruire. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo. Siamo di fronte ad una grave emergenza delinquenziale che deve essere affrontata subito e con determinazione».
Firmato
Il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato di Gela

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