L'Agenzia di stampa Redattore sociale racconta il seminario nazionale che il SEAC (Coordinamento Nazionale Volontariato Penitenziario) e il CeSVoP hanno promosso a Palermo:
Sicilia, ancora ferma la riforma della sanità penitenziaria. La proposta dei volontari
Oggi e domani a Palermo il seminario del Seac. In attesa che il passaggio alla sanità regionale sia attuato, "si potrebbe creare in ogni carcere un presidio sanitario in collegamento con gli ospedali"
PALERMO – Esperti, operatori e rappresentanti istituzionali si confrontano a Palermo sulla mancata attuazione della riforma sanitaria penitenziaria in Sicilia, sugli ospedali psichiatrici giudiziari e sui diritti degli immigrati che si trovano nei Cie. In occasione della pubblicazione del volume “Volontariato e carcere oggi”, curato dal Seac (coordinamento nazionale volontariato penitenziario) in collaborazione con il CeSVoP, le due realtà propongono il seminario nazionale su “La riforma della sanità penitenziaria: lo stato di attuazione della legge in Sicilia” che affronterà alcune emergenze dell’attuale situazione carceraria. L’incontro si svolgerà al Centro culturale Biotos di Palermo oggi pomeriggio e tutta la giornata di domani. Nella prima sessione si discuterà proprio sulla mancata attuazione della riforma della sanità penitenziaria che in Sicilia ancora non è stata ancora trasferita alla regione. In questi anni le organizzazioni di volontariato hanno chiesto tale passaggio, ma di fatto, soltanto in Sicilia, non è avvenuto.
“Benché l’attuazione del decreto sia diversificata nelle varie regioni e non sia pienamente soddisfacente – dice Bruno Di Stefano, coordinatore del Seac -, di certo costituisce una base di partenza e la Regione Siciliana potrebbe ben fare tesoro dell’esperienza altrui”. Un altro aspetto della sanità riguarda anche gli ospedali psichiatrici giudiziari (opg) di cui è stata disposta la chiusura entro il marzo 2013. “Cessato il clamore delle denunce relative al degrado in cui si trovano, tutto sembra ricadere nel silenzio – scrive il Seac di Palermo -, anche per l’inesistenza di strutture alternative e il contemporaneo smantellamento del welfare in Italia”. Il seminario, infine, affronterà la problematica dei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) che “si manifestano sempre più come luoghi di detenzione ingiustificata, costosa e non utile”.
“Si tratta di temi importanti su cui occorre ancora fare piena chiarezza. Il filo conduttore del nostro seminario è sicuramente la condizione del detenuto analizzato in tutti i suoi aspetti – afferma ancora Bruno Di Stefano -. C’è in primo luogo lo scoglio dell’assistenza sanitaria penitenziaria su cui ancora la Sicilia è ferma. Oltre ad auspicare il passaggio dell’assistenza sanitaria alla regione l’idea potrebbe essere quella di creare in ogni carcere un presidio sanitario in collegamento con gli ospedali. Il provveditore all’amministrazione penitenziaria spende 13 milioni di euro all’anno per la sanità penitenziaria delle carceri siciliane. Ci chiediamo perché ancora questo trasferimento non è avvenuto”. “Sappiamo ancora che il detenuto come prima cosa vuole capire e sapere qual è la sua posizione giuridica – aggiunge -, una cosa che non sempre è chiara quando si parla di persone detenute negli Opg o di immigrati anch’essi detenuti nei Cie”.
Nella prima sessione di oggi interverranno, tra gli altri, Bruno Di Stefano, coordinatore Seac Sicilia; Elisabetta Laganà, presidente Conferenza nazionale Volontariato Giustizia; Riccardo Polidoro, presidente dell’associazione “Il carcere possibile”; Fabrizio Scalici, medico al carcere Pagliarelli Palermo; Vanna Bonomonte, presidente associazione AsVoPe; Salvo Fleres, garante diritti dei detenuti Sicilia; Roberto Di Giovan Paolo, commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani; Giuseppe Verde, componente commissione paritetica per l’attuazione dello Statuto siciliano. Inoltre, è stato invitato il ministro della Salute, Renato Balduzzi.
Domani 13 ottobre nella sessione dedicata agli Ospedali psichiatrici giudiziari, alle loro condizioni e al percorso per il loro superamento prenderanno la parola Gaetano Interlandi, direttore Dsm Caltagirone-Palagonia ASP3 Catania; Pippo Insana, cappellano Opg Barcellona Pozzo di Gotto; Nicola Mazzamuto, presidente Tribunale Sorveglianza Messina; Maurizio D’Arpa, dirigente Dps-Servizio 9 “Tutela delle fragilità” - Assessorato regionale della Salute e il direttore dell’Opg di Barcellona P.G. Nunziante Rosalia.
Mentre nella terza sessione dedicata a discutere dei diritti degli immigrati trattenuti nei Cie il confronto si aprirà con la visione del reportage “CIE: detenzioni arbitrarie” di Enrico Montalbano e Laura Verduci. A seguire interverranno Ferdinando Siringo, presidente regionale MoVI Sicilia; Yodit Abraha, mediatrice culturale; Vincenzo Morgante, caporedattore RAI Sicilia; Enzo Volpe, direttore Centro Santa Chiara Palermo e rappresentante del Tavolo Migrantes volontariato Palermo; Fulvio Vassallo Paleologo, componente del direttivo Associazione Studi Giuridici Immigrazione. (serena termini fonte Redattore Sociale)
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