giovedì 10 febbraio 2011

Dall'agenzia stampa "Redattore sociale" due interessanti notizie su minori e web

"You control": arriva il software che protegge i minori dai rischi del web
Il sistema è in grado di segnalare con un sms o una mail se i figli stanno effettuando una navigazione. In caso di contenuti pericolosi permette di interrompere subito l'accesso. I genitori possono anche programmare gli orari per il collegamento

PALERMO – Si chiama “You control” il software per la tutela dei minori su internet, in grado di segnalare con un sms o con una mail se si sta effettuando una navigazione. Un sistema che permette di monitorare, anche a distanza, tutti i contenuti visitati dai bambini nei siti web. La presentazione è avvenuta questa mattina nella prestigiosa sala Basile di Villa Igiea a Palermo. You control si rivolge soprattutto a quei genitori che, per motivi di tempo, sempre più spesso, non sono in grado di sapere a quali e a quanti siti - talvolta molto pericolosi - i loro figli accedono quotidianamente. Essendo milioni, infatti, i siti internet ritenuti pericolosi, il nuovo software permette di controllare e conoscere anche in tempo reale, attraverso l’invio immediato o periodico di un sms o di una mail, tutti gli accessi internet effettuati dal proprio computer di casa. Dopo avere effettuato il controllo, il programma consente di interrompere subito la navigazione – qualora sia ritenuta pericolosa – inviando un sms o una mail oppure permettendo di avere maggiori informazioni sul tipo di navigazione che consente una corretta valutazione per potere dialogare, anche in un secondo tempo, con i propri figli, spiegando loro i pericoli reali in cui incorrono senza esserne consapevoli. Il sistema è particolarmente innovativo proprio perché rende interattiva la comunicazione fra il pc, con cui i bambini navigano in rete, e il genitore, il quale potrebbe trovarsi anche molto lontano da casa. Allo scopo è stato necessario creare un team di ingegneri e tecnici programmatori capaci, porre in essere il programma e di valutare le eventuali conseguenze sulla privacy.
Il programma inoltre prevede anche un sistema di educazione alla navigazione, fornendo, infatti, ai genitori alcuni strumenti utili ad orientare i figli ad una corretta navigazione su Internet, inserendo nel pc alcune regole, con tempi e modi, e contenuti visitabili ed orari di utilizzo appropriati da impostare autonomamente. In questo i minori potranno collegarsi al web solo in orari prestabiliti dai genitori. Ciò che non va trascurato è che nel software è presente anche una casella dedicata in cui i genitori potranno segnalare al server centrale tutti i link ritenuti in qualche modo sospetti o pericolosi che, in un secondo momento, potranno essere inoltrati da You Control agli organi istituzionali competenti. L’installazione si può effettuare scaricando il software dal sito You Control (http://www.youcontrol.it/) direttamente nel pc, anche in versione gratuita dimostrativa che sarà funzionante per 10 giorni.
“Siamo convinti che il nostro programma per le sue potenzialità, sia per il momento unico – spiega Massimo Zerilli presidente di ‘You control’ –. Comprendiamo benissimo quanto possa essere importante ottenere in tempo reale informazioni su cosa fanno i propri figli navigando nel web, un’attività di prevenzione che consente di anticipare i tempi e, quindi, la possibilità di proteggere subito i propri bambini da eventuali pericoli legali al collegamento su internet”.
Come testimonial sono intervenuti anche Alessandro Meluzzi e Samantha De Grenet. “Agire sul software di navigazione è lo strumento fondamentale non solo per prevenire i pericoli ma anche per fornire gradualmente una bussola intelligente di orientamento – sottolinea Meluzzi -, capace di guidare il giovane verso lidi sicuri, utili e costruttivi affinché l’uso di internet diventi una risorsa e non un pericolo”.
“Ormai da un po’ di tempo, come mamma di Brando, mi impegno sia in privato che pubblicamente a favore dei bambini affinché siano sempre protetti nei modi migliori e più opportuni – aggiunge Samantha De Grenet -. Oggi, vivendo nell’epoca del 2.0, dei social network, come genitori abbiamo il dovere morale di tutelare i nostri figli, vigilando su quanto fanno anche in nostra assenza”. (set)

Indagine EUKidsOnline.
L’Italia risulta tra i paesi europei dove i minori che navigano sono meno esposti a rischi, ma ciò è dovuto al numero limitato di attività che li coinvolgono. Mascheroni: “Non ci si deve illudere che i nostri figli siano più sicuri"

BRUXELLES – Se l’Italia risulta tra i paesi europei dove i minori che navigano in rete sono meno esposti a rischi e dove i danni derivanti da certi contenuti sono meno rilevanti, è dovuto essenzialmente alla loro frequenza d’uso del web e al numero limitato di attività che li coinvolgono. Non si deve infatti fare credere che l’Italia sia un’isola felice: come spiega Giovanna Mascheroni dell’Università Cattolica, e punto di contatto per l’Italia dell’indagine EUKidsOnline, “non ci si deve illudere che i nostri figli siano più al sicuro”.
“I dati affermano che meno del 6% dei giovani italiani tra i 9 e i 16 anni ha provato fastidio o turbamento durante la navigazione sul web: ma ciò va letto alla luce del contesto generale. Vi è infatti una fortissima relazione tra frequenza d’uso ed esposizione ai rischi”. In Italia l’uso di internet è sensibilmente tardivo rispetto a quello dei paesi del Nord, dove ci si tuffa nella rete a 7/8 anni, rispetto agli oltre 10 anni per i bimbi italiani. Inoltre, anche se la frequenza di utilizzo del web è più o meno la stessa in Italia e in Europa, “da noi si usufruisce di un minor numero di attività online,e il web viene usato prevalentemente per scopi didattici legati all’attività scolastica”.
Un utilizzo tardivo e meno differenziato del web si riflette anche su una minore alfabetizzazione informatica, soprattutto riguardante gli strumenti di difesa disponibili. “Molto spesso i nostri minori non sanno impostare i filtri dei loro profili sui social network, o come segnalare abusi, o bloccare utenti indesiderati”, spiega la ricercatrice della Cattolica. Di riflesso, i minorenni italiani si sentono meno sicuri quando navigano rispetto alla media dei loro coetanei europei, e sentono di avere una conoscenza dell’uso di internet più limitata rispetto ai genitori.
Se i rischi a cui sono esposti i oggi i giovani italiani sono relativamente bassi, è molto probabile che presto cesserà di essere così: come sottolinea Mascheroni “in Italia sta crescendo molto di più rispetto alla media europea l’uso privato di internet , ovvero in camera propria: lo fa il 62% rispetto alla media del 49% nel gruppo dai 9 ai 16 anni. È un dato che ci serve per comprendere la forte discrepanza tra le esperienze dei ragazzi e la percezione dei genitori”. Infatti dalla ricerca emerga che i genitori italiani sono tra quelli meno consapevoli degli incontri o visioni spiacevoli che i figli hanno avuto su internet: “L’uso di questo mezzo non è un fatto condiviso tra le due generazioni” spiega la ricercatrice.
Questa suggerisce quindi uno spostamento del focus delle campagne di informazione e sensibilizzazione sull’internet sicuro dal contesto scolastico a quello domestico e del gruppo dei pari. Inoltre le autorità scolastiche dovrebbero definire un percorso di “media education” da inserire nei programmi didattici fin dalla tenera età. “Al momento soffriamo della mancanza di un approccio culturale solido rispetto ai rischi dei nuovi media”, soprattutto quelli rappresentati dai social network. “In Italia si registra una percentuale maggiore rispetto alla media europea (35% contro 28%) di profili di minorenni che sono ‘pubblici’, ovvero visionabili da tutti”. (mm)

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