sabato 1 ottobre 2016

Gestione condivisa dei beni comuni: dopo il regolamento si cerca di fare rete

Il Cesvop insieme a LabSus (Laboratorio Sussidiarietà) ha incontrato gli amministratori locali di Palermo e provincia. Esiste già una rete di più di 80 associazioni di volontariato che operano nell’entroterra palermitano per valorizzare i propri territori. Ora tocca alle amministrazioni
29 settembre 2016 - 16:24

PALERMO - L'impegno del terzo settore per condividere e valorizzare sempre più i beni comuni insieme alle istituzioni locali. E' questo L'obiettivo di fondo che caratterizza il lavoro di LabSus (Laboratorio Sussidiarietà) attraverso la stipula di alcuni patti che riescono subito ad avere una loro specificità territoriale concreta. In particolare, il Cesvop di Palermo, in collaborazione con LabSus, sta avviando un lavoro anche per Palermo e la sua provincia. Tra i primi comuni che hanno conseguito già qualche risultato ci sono quelli di Prizzi e di Valledolmo.

"Per un villaggio dei beni comuni" è il tema dell’incontro che si svolto questa mattina presso l’assessorato alla Cittadinanza sociale. Un'occasione per mettere a punto delle azioni comuni per capire come potenziare ed ampliare le possibilità offerte dalla gestione condivisa dei beni comuni. Siano essi: spazi, luoghi, edifici, porzioni di territorio, monumenti anche in disuso o trascurati.

All’incontro, oltre al CeSVoP, a Labsus e all’Anci Sicilia, erano presenti insieme all'assessore Agnese Ciulla, gli amministratori locali di Prizzi, Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Giuliana, Misilmeri, Castronovo di Sicilia, Bisaquino, Villafrati e Valledolmo. "In questo momento storico il terzo settore a supporto sinergico delle istituzioni può essere determinante per la rinascita dei comuni. Abbiamo approvato da poco questo regolamento - afferma il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone - che è diventato esecutivo alcune settimane fa. Questo permette di iniziare questo percorso condiviso di valorizzazione e fruizione dei beni comuni insieme alle associazioni. Il fine è quello di coinvolgere in parecchie iniziative concrete tutta la cittadinanza attiva del territorio. Già per esempio l'associazione 'solidarietà' ha avuto in comodato d'uso un piccolo parco dove è stato possibile fare tanti laboratori che continueranno".

Già dallo scorso anno il CeSVoP ha avviato con le organizzazioni di volontariato dell’area metropolitana di Palermo una programmazione di livello locale volta ad intercettare le potenzialità dei territori su cui esse operano e ad intervenire per evidenziarne le possibilità di sviluppo sociale e culturale, nel rispetto del ruolo propulsivo e propositivo tipico del volontariato. In particolare, si è strutturata una rete, costituita da più di 80 associazioni di volontariato che operano nell’entroterra palermitano per valorizzare i propri territori, tramite la riscoperta delle risorse presenti (parchi, beni monumentali, azioni solidali rivolte ai più poveri, azioni di cittadinanza attiva). "Si tratta di un cambio culturale per le opportunità concrete che vengono date ai cittadini - sottolinea Marcella Silvestre, referente dell'area progetti del Cesvop - di prendersi cura dei beni pubblici. Per esempio il parco 'delle rimembranze' di Valledolmo, dopo essere stato chiuso per 10 anni, è stato pulito da un'associazione di volontariato che lo ha recuperato restituendolo ai cittadini e continua adesso a gestirlo con il comune".

"Il nostro obiettivo è quello di creare una rete delle amministrazioni condivisa anche in Sicilia - spiega Daniela Ciaffi del direttivo LabSus - come è avvenuto già in regioni come Toscana, Puglia e Piemonte. Il risultato importante, che resta nei municipi anche quando i sindaci passano, è che questo regolamento attesta subito e concretamente una collaborazione tra i cittadini attivi e le amministrazioni attraverso la stipula di patti. Quello su cui noi lavoriamo tantissimo attraverso i patti è proprio la creazione di nuove alleanze che possano essere importanti anche per cercare risposte nuove per esempio al contrasto delle povertà come ad altri temi sociali importanti. A Misilmeri (Pa) per esempio si è iniziato con il castello dell'Emiro che si sta valorizzando a partire già dalla sua pulizia".

"Il regolamento prevede - aggiunge Pasquale Bonasora, referente LabSus della Puglia - l'area dei cittadini attivi che funziona attraverso l'istituzione di uno sportello informale con cui avviare il processo che porta poi alla stipula dei patti di collaborazione. In Puglia, in particolare, ci sono 10 comuni che hanno adottato il regolamento come Bari e Brindisi. Con loro si sta lavorando alla costituzione della rete. Con il comune della provincia di Brindisi, per esempio, è stato fatto un patto di collaborazione per la costituzione dell'ufficio per i cittadini attivi dove il funzionario insieme a delle associazioni gestisce lo sportello per i rapporti con la pubblica amministrazione".

La città di Palermo con tutte le sue province è sicuramente una piazza molto ampia dove potere operare in questo senso."Proprio per la grandezza della nostra città - dice l'assessore Agnese Ciulla - il comune si è dotato già di alcuni regolamenti importanti come quello dell'assegnazione alle associazioni per l'uso sociale dei beni sia confiscati che appartenenti all'amministrazione. Il percorso su cui ci stiamo oggi interrogando è quello di capire come potere co-gestire alcuni spazi della città non con un'assegnazione diretta ad un unico ente ma con una collaborazione gestionale condivisa tra più enti. Un esempio in tal senso può esse il campetto di calcio dello Zen che noi manutenzioniamo ma che poi viene gestito dalle associazioni per le sue attività. A tale proposito la settimana scorsa il comune ha pubblicato un avviso invitando le associazioni che operano nella quinta circoscrizione e nella terza circoscrizione (Borgo Nuovo e Bonagia) a condividere e a co-progettare interventi in alcuni spazi comunali. Si tratta di avviare, in accordo con loro, una programmazione concreta che possa rispondere maggiorente ai bisogni di quei territori". (Serena Termini)

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