Il Comune di Palermo ha costituito il Tavolo Povertà che si è incontrato per la prima riunione il 3 agosto 2016 alle ore 10. Qui sotto il resoconto dell'incontro in un dispaccio dell'Agenzia Redattore Sociale, firmato dalla corrispondete Serena Termini. Il Tavolo verrà riconvocato il 25 agosto 2016.
Trasformare le povertà in ricchezza di risorse umane da sostenere, accompagnare e valorizzare a vario livello per farle uscire dalla loro condizione di fragilità. Con questo auspicio è stato avviato ieri (3 agosto 2016, n.d.r.) il primo tavolo partecipativo di confronto sulle povertà a Palermo tra l'assessore alla cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, i funzionari dei servizi sociali e parecchie associazioni di volontariato e del terzo settore che sono in prima linea sulle principali emergenze sociali della città.
L'obiettivo comune è quello di attivarsi insieme per cercare le strade migliori per rispondere più concretamente ai bisogni della città: emergenza abitativa, senza dimora, immigrazione, antitratta, disagio dei nuclei familiari in grave povertà.
La prima esigenza, già subito operativa, è quella di unificare questo primo tavolo accorpandolo a uno più piccolo già esistente nell'ambito della povertà educativa, legata ai bisogni dell'infanzia e adolescenza in povertà culturale e materiale.
"Tra emergenze e bisogno di normalità solo insieme si possono scegliere le azioni migliori da mettere in campo. L'intenzione però è quella di non fossilizzarsi solo sulle emergenze, che in quanto tali hanno sicuramente bisogno di una risposta immediata, - spiega l'assessore Agnese Ciulla - ma anche di cercare di percorrere altre strade che possano puntare ad una programmazione ordinaria e continuativa per affrontare i bisogni sociali di Palermo. Le responsabilità di ciò che è stato fatto e dovrà essere ancora fatto ce le prendiamo tutte, ma se oggi vogliamo confrontarci con le diverse forze sociali è proprio per migliorare le nostre risposte".
Le proposte.
Al tavolo sono emerse subito alcune proposte sulle strade percorribili. Fra queste, quella del Forum del terzo settore rappresentato da Enzo Camarda che, evidenziando il bisogno di un'analisi globale di tutti i principali problemi sociali della città, ha proposto "la costituzione, come è già avvenuto a livello nazionale, di un'alleanza contro la povertà aperta a tutti e poi una seduta straordinaria del consiglio comunale presieduta da sindaco e giunta allargata alla partecipazione di tutte le associazioni".
Non è dello stesso avviso il presidente di Emmaus Palermo, Nicola Teresi, secondo cui "bisogna come prima cosa trovare insieme l'approccio metodologico più idoneo a rispondere alla città che ha un quadro sociale molto complesso. L'intenzione è di aprire percorsi insieme, finalizzati a dare risultati concreti partendo prima dalle principali emergenze. Tutto questo può essere articolato in una chiave nuova, creativa e sperimentale senza mettere cappelli nazionali".
Tra i temi da analizzare subito è evidente il grave problema dell'emergenza abitativa che in questi ultimi anni è stata in continua espansione, come ribadisce Nino Rocca del comitato di lotta per la casa12 luglio. "Se 4 anni fa erano 800 le famiglie iscritte nella lista dell'emergenza - dice l'attivista - oggi sono 3 mila. Di queste le famiglie occupanti di immobili abbandonati sono passate da 200 a 600. Tutto questo deve farci riflettere per capire che livello di risposte l'amministrazione è riuscita finora a dare di fronte ad uno stato di povertà dilagante. Sicuramente in questo momento chiediamo di bloccare almeno per le 600 famiglie gli sgomberi se prima non si danno a questi nuclei familiari alternative valide". La piena disponibilità a lavorare insieme affinché i poveri siano sempre meno poveri è stata data dalla suora missionaria di Pro.Vi De regina della Pace Anna Alonzo, coordinatrice del Centro Arcobaleno. "Solo insieme possiamo aiutare realmente chi soffre - dice la suora missionaria -. Questa è una città piena di risorse umane che devono avere il coraggio di mettersi a servizio in maniera sempre più autentica. Inviterei anche le assistenti sociali a partecipare qualche volta alle unità di strada per toccare con mano di quale sofferenza parliamo quando abbiamo davanti senza dimora, ragazzine schiave della tratta e famiglie in grave povertà".
"Oggi ci sono tanti bisogni educativi speciali di giovani - aggiunge Pino Scalfani dell'associazione 'Cuore che vede' di Romagnolo - che hanno meno opportunità degli altri. Occorrerebbe fare un lavoro di rete maggiore per accompagnarli negli studi, prendendo in carico però con progetti ad hoc anche le famiglie. E' più facile dare i sacchetti pasto a chi bisogno ma molto più impegnativo penetrare e conoscere i problemi di vita di queste persone".
"Occorre uscire dalla logica dei bandi per costruire programmi che garantiscano continuità ai servizi - sottolinea Massimo Castiglia di Handala, impegnato da sempre nei quartieri di Ballarò e Zen -. Il tavolo avrà un senso se sapremo rispondere in maniera efficace alle situazioni di conflittualità evidenti sui maggiori temi sociali. Fra questi c'è bisogno anche di incentivare più educatori di strada che seguano i ragazzi nel loro percorsi di crescita affinché non sbaglino cadendo nelle maglie della criminalità. Un altro tema importante è quello di lavorare insieme per sostenere i ragazzi migranti che accogliamo nei centri affinché possano diventare partecipi dei vari momenti della città. Per fare questo abbiamo bisogno delle istituzioni, ma anche della collaborazione di tutti".
Le conclusioni sono state affidate all'assessore Ciulla che ha ribadito come oggi rispondere ai principali problemi sociali non sia una questione esclusivamente economica ma principalmente di impegno e coordinamento sinergico tra il pubblico e il sano privato sociale. "In questi anni della nostra amministrazione 50 famiglie attraverso l'accompagnamento all'autonomia abitativa sono riuscite a trovare una casa - dice l'assessore -. Anche se è una goccia, è pur sempre un risultato. Sono disponibile a studiare con voi le alternative per aiutare chi vive negli immobili occupati. 75 sono stati i beni confiscati consegnati alle famiglie senza casa e siamo in attesa di averne altri. A settembre dovrebbe essere pronto il secondo dormitorio pubblico. Un grande impegno prossimo sarà quello legato alle richieste del Sia (sostegno inclusione attiva) per il quale da settembre si potrà fare richiesta. Stimando anche che le richieste arriveranno a circa 15 mila predisporremo 16 punti di accesso distribuiti nelle varie circoscrizioni e 8 commissioni. Il lavoro sarà immane e poi dovrà interfacciarsi con le misure previste dal Pon inclusione sociale". I lavori del tavolo proseguiranno per un'analisi più concreta dei principali nodi tematici il prossimo 25 agosto. (set) (fonte Redattore Sociale)
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