giovedì 7 giugno 2012

Sobrietà, riuso, beni comuni: così il “nuovo” Movi attrae i giovani

Dopo il successo di “Strade nuove per l’Italia (350 partecipanti, la metà sotto i 35 anni) parla il presidente Franco Bagnarol. “Ripartiamo dalla crisi e dai nuovi comportamenti sociali. Il volontariato non è solo assistenza”. Ecco la cronaca dell'agenzia di stampa "Redattore sociale" sulle conclusioni dell'incontro nazionale:

ROMA - Il Movimento del volontariato italiano (Movi) riparte dal basso, attraverso il coinvolgimento delle tante anime della società civile e soprattutto dei giovani, con proposte “per il cambiamento possibile” che vanno dall’ambiente al welfare alla legalità. Perché la crisi che coinvolge il paese può essere vista non soltanto come un problema da superare ma come un’opportunità. Al termine di “Strade nuove per l’Italia. Profezie e responsabilità dei cittadini per ripartire dalla crisi” ( l’iniziativa promossa dal movimento che ha visto confrontarsi, dal 1 al 3 giugno su questi temi 350 persone provenienti da tutta Italia) il presidente Franco Bagnarol traccia un primo bilancio.
“Siamo partiti dalla crisi e abbiamo cercato di declinarla per provare a capire se essa vuole dire impoverimento: cioè crisi non solo economica e finanziaria ma anche sociale e culturale. E abbiamo cercato di ragionare sulle conseguenze; perché questa situazione porta inevitabilmente a tessuti ancora più fragili, dove la vulnerabilità aumenta, ma può rivelarsi allo stesso tempo come generatrice di rapporti innovativi – sottolinea Bagnarol – A questo punto è necessario, infatti, trovare nuovi modi di vivere per condividere ciò che si ha: come il riuso, la sobrietà, la gestione condivisa dei beni comuni.” In questo contesto il volontariato ricopre un ruolo centrale: non più solo assistenza ma soprattutto gestione dei nuovi comportamenti sociali: “Il nuovo volontariato si basa sulle relazioni interpersonali e di comunità, l’obiettivo non è più soltanto la risoluzione dei problemi immediati. In questo senso, come cambiamento degli stili di vita, la crisi diventa opportunità”.
Questo modo nuovo di fare volontariato premia soprattutto i giovani, che il Movi sta cercando di coinvolgere sempre di più nei suoi progetti: nella 3 giorni di Roma su 350 partecipanti la metà aveva meno di 35 anni. “Stiamo facendo un lavoro nelle scuole, soprattutto nelle classi di terzo e quarto superiore. L’idea non è quella di fare una scuola di volontariato, ma abbiamo chiesto agli insegnanti delle ore per invogliare i ragazzi alle nostre attività e fargli capire che esiste anche un’altra Italia – aggiunge -. E che loro stessi possono fare esperienze concrete nelle nostre associazioni, aiutando le persone in difficoltà”.
Al convegno del Movi hanno partecipato anche molti rappresentanti della società civile, che pur non coinvolti direttamente nel volontariato hanno dato un contributo alla riflessione per uscire da questo momento storico difficile. “Abbiamo raggiunto molte realtà giovanili e non, che hanno dato un apporto straordinario ai nostri laboratori: dagli insegnanti inquieti alle donne attente ai preti di quartiere. Una risposta traboccante – aggiunge il presidente del Movimento - Un esempio concreto di questa commistione è l’idea sul welfare: anziché dire i soldi non bastano, abbiamo proposto un’analisi dei bilanci per vedere dove si sprecano i soldi. Perché c’è la volontà di diventare gestori politici di questo welfare”.
Sono stati cinque in tutto i future lab "per il cambiamento possibile":dedicati a ambiente e sostenibilità; partecipazione e politica; welfare; disuguaglianze, squilibri e legalità; dall’individuo alla comunità. Tra le principali proposte emerse: ricostruire l’economia a partire dalle comunità, valorizzando l'apporto di tutte le persone e i soggetti che ne fanno parte con il fine di produrre maggiore benessere sociale; sperimentare forme inedite di gestione mista – istituzioni e cittadini – degli spazi pubblici, che devono essere beni a disposizione della cittadinanza e della sua creatività sociale, con un particolare riguardo per i giovani; realizzare esperienze di “meticciato sociale”; riutilizzo dei beni confiscati, demaniali, ecclesiastici; creare forme nuove di partecipazione politica e di controllo dell’operato degli eletti e delle amministrazioni. Tutti stimoli che verranno riproposti in occasione della Conferenza nazionale del volontariato che si svolgerà a L’Aquila. A dicembre, inoltre, in occasione della conferenza del Movi queste piste verranno formalizzate. (ec) (fonte Redattore sociale 6giu12)

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